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Politica - 4 Febbraio 2020
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- 08:51 - Logico, "Tassa salva-calcio su scommesse online in legge di bilancio sarebbe ingiustificabile"
Roma, 12 dic. - (Adnkronos) - Ingiustificabile, dannosa e discriminatoria. Questo il giudizio dei concessionari del gioco a distanza aderenti a Logico rispetto alla tassa salva-calcio che secondo indiscrezioni della stampa, il Governo starebbe pensando di inserire nella Legge di Bilancio in discussione in questi giorni, su proposta del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, a carico delle imprese che operano in regime di concessione nel settore legale delle scommesse online.
“Siamo contrariati rispetto a questa iniziativa – commenta Moreno Marasco presidente di Logico – che non trova alcuna giustificazione, anzi tutt’altro: ci accingiamo ad affrontare un bando di gara che prevede un costo di concessione del valore di 7 mln di euro, un aumento di 35 volte rispetto ai valori precedenti, che di per sé comporterà una riduzione importante del numero dei concessionari del gioco a distanza. Questo aggravio ulteriore potrebbe portare a conseguenze nefaste sulla tenuta del settore, che – va ricordato – è l’unico presidio a contrasto dell’offerta di gioco illegale online. Numerose realtà imprenditoriali, che avrebbero partecipato già a fatica alla nuova gara, sarebbero sicuramente inibite dal farlo, di fronte ad una ulteriore nuova tassazione”. Il comparto del gioco legale è perciò pronto ad avversare qualunque eventuale provvedimento volto a vessare ulteriormente un sistema già pesantemente aggravato.
Per gli operatori, nel momento in cui sono state fissate le regole d’ingaggio con un nuovo bando di gara, sarebbe scorretto e illegittimo mutare il quadro complessivo e introdurre un nuovo pesante balzello. Last but not least, questa nuova tassa sarebbe rivolta esclusivamente alle aziende concessionarie del gioco a distanza, misura quindi discriminatoria verso un solo canale dell’intero comparto. “Se il calcio va finanziato – conclude Marasco – il modo migliore per farlo consiste nel restituire legittimità alle sponsorizzazioni sportive, bloccate dallo scellerato divieto inserito nel decreto dignità del 2018. Legittimità è la parola chiave: le aziende del settore devono poter render visibili i propri marchi, con iniziative di comunicazione responsabili, superando divieto di pubblicità e sponsorizzazioni. Sul tema, chiediamo l’apertura di un confronto e l’istituzione di un tavolo con MEF, AgCom, i principali broadcaster nazionali e le federazioni sportive”. Del resto, lo stesso Roberto Alesse, Direttore Generale ADM, ha affermato pochi giorni fa che sarebbe ragionevole superare la norma sul divieto di sponsorizzazione, definendo il divieto stesso “una ipocrisia ordinamentale”.
- 07:46 - Soldati Ue in Ucraina, dibattito aperto su richiesta di Kiev. Ma Varsavia frena
Varsavia, 12 dic. (Adnkronos/Afp) - Un contingente di caschi blu europeo da dispiegare in Ucraina dopo un accordo per una tregua nella guerra con la Russia, che viene oramai considerato imminente. E' questa la richiesta avanzata da Kiev e sulla quale i Paesi Ue hanno iniziato a discutere, come hanno fatto ieri a Varsavia il presidente francese Emmanuel Macron e il premier polacco Donald Tusk.
L'ipotesi piace a Donald Trump. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, nel recente incontro a Parigi con Macron e con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo il Wall Street Journal ha chiarito che la creazione di una forza di pace compete all'Europa: per il team del neopresidente, servono 200mila uomini per presidiare il fronte.
Inviare peacekeeper in Ucraina potrebbe placare i timori di Kiev, preoccupata che i suoi alleati possano tirarsi indietro nel caso di una ripresa della guerra con la Russia di Vladimir Putin. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha affrontato la questione 'peacekeeping' la scorsa settimana: "Naturalmente tutto ciò che serve alla pace in futuro" sarà "sostenuto dalla parte tedesca con ogni sforzo". Tuttavia, la posizione ufficiale di Berlino rimane contraria a qualsiasi invio di truppe.
Anche Tusk ha tenuto a "porre fine alle speculazioni sulla presenza di militari di questo o quel Paese in Ucraina dopo un possibile accordo di pace o in caso di cessate il fuoco", dopo che mercoledì scorso il quotidiano polacco 'Rzeczpospolita' ha anticipato il possibile invio di decine di migliaia di soldati di una forza di peacekeeping. "Ne abbiamo discusso e decisioni su azioni saranno prese a Varsavia, solo a Varsavia. E per il momento nulla di tutto questo è in programma". Ma l'argomento è comunque sul tavolo, come riferiscono a Politico un diplomatico dell'Unione Europea e un funzionario francese.
Il presidente francese Macron, dal canto suo, ha dichiarato durante la breve visita a Varsavia che è necessario “trovare un percorso” di pace in Ucraina che “tenga conto” degli interessi di Kiev e degli europei.
“L'amministrazione Trump ha indicato la sua volontà di cercare di cambiare il corso di questo conflitto, quindi dobbiamo lavorare a stretto contatto con gli americani, e ovviamente con l'Ucraina, per trovare un possibile percorso che tenga conto degli interessi dell'Ucraina, della sua sovranità e degli interessi e della sicurezza degli europei”, le parole del presidente francese dopo l'incontro col premier polacco.
''Dobbiamo lavorare a stretto contatto con gli americani e ovviamente con l'Ucraina per trovare un modo che tenga conto degli interessi dell'Ucraina, della sua sovranità e allo stesso tempo degli interessi degli europei e della loro sicurezza'', ha aggiunto Macron, sottolineando la necessità di ''una pace negoziata per gli ucraini che possa garantire loro una pace duratura''. E ''ovviamente una pace duratura in Ucraina significa una pace duratura per l'Europa'', ha aggiunto, auspicando una stretta collaborazione tra i Paesi europei.
Il dispiegamento di una tale forza per Kiev potrebbe essere "una delle garanzie" per una pace futura con la Russia, come ha spiegato all'Afp un alto dirigente a Kiev. "Partiamo dal principio che un cessate il fuoco non sarà sufficiente a risolvere il problema. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di garanzie e la presenza di contingenti militari può esserne una".
Un diplomatico europeo e una fonte francese hanno confermato che la visita di Macron era in parte dedicata a questo argomento. Lo stesso Macron ha detto che i colloqui con Tusk si sono concentrati sull'Ucraina e sul "giorno dopo" la guerra. "La prossima amministrazione Trump ha dimostrato la sua volontà di cambiare la traiettoria del conflitto e dobbiamo lavorare con l'Ucraina e l'Europa per prendere in considerazione gli interessi europei e ucraini", ha detto Macron che pochi giorni fa a Parigi ha visto Volodymir Zelensky e Donald Trump.
"È vero", ha confermato un diplomatico Ue quando gli è stata chiesto un parere sull'articolo del quotidiano polacco Rzeczpospolita, secondo cui i due Paesi starebbero discutendo di una potenziale forza di pace di 40.000 uomini composta da truppe di Paesi stranieri.
Tuttavia, un diplomatico polacco si è detto sorpreso dalla proposta di Macron. "Questa non è una formula che ci permetterebbe di prendere una decisione del genere", e ha aggiunto che le missioni di pace dovrebbero essere decise nell'ambito delle Nazioni Unite o dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), non in una discussione bilaterale con il presidente francese. L'invio di truppe polacche in Ucraina "avrebbe senso solo nel quadro della Nato", ha sottolineato.
- 00:15 - Nato, allarme Putin: "E' una minaccia". Trump: "No Atacms contro Russia"
(Adnkronos) - La Russia è una minaccia per la Nato. Vladimir Putin si prepara ad un confronto a lungo termine non solo con l'Ucraina e i paesi del Patto Atlantico devono accelerare. E' perentorio il messaggio che Mark Rutte, segretario generale della Nato, invia mentre la guerra tra Ucraina e Russia ha ampiamente superato i 1000 giorni e la parola 'tregua' per ora rimane sulla carta.
"La Russia si prepara per un confronto a lungo termine, con l'Ucraina e anche con noi. Dovremmo essere profondamente preoccupati. Io lo sono: l'economia russa è in assetto di guerra. Nel 2025 la spesa militare totale sarà il 7-8% del Pil, se non di più, ai massimi dai tempi della Guerra Fredda", dice snocciolando dati e informazioni che delineano un quadro da non sottovalutare. "L'industria della difesa russa produce numeri enormi di carri armati, veicoli corazzati e munizioni. Quello che le manca in qualità, viene compensato con la quantità, con l'aiuto di Cina, Iran e Corea del Nord. Tutto questo punta in una chiara direzione", aggiunge.
Gli alleati Nato nel 2014 "hanno concordato di investire una somma pari ad almeno il 2%" del Pil nella difesa ma posso dirvi che avremo bisogno di molto di più del 2%. So che spendere di più per la difesa significa spendere di meno per altre priorità", continua, ma per "rafforzare la difesa e preservare il nostro stile di vita" serve solo una "piccola parte" delle somme che gli Stati europei spendono per le pensioni, la sanità e la previdenza, aggiunge.
Oggi nella Nato "la nostra deterrenza è buona, ma quello che mi preoccupa è il domani. Non siamo pronti per quello che sta arrivando verso di noi, tra 4-5 anni. Il pericolo si muove verso di noi a grande velocità e non dobbiamo voltarci dall'altra parte. Dobbiamo affrontarlo - continua - quello che sta succedendo in Ucraina potrebbe succedere anche qui. A prescindere dall'esito della guerra, non saremo al sicuro nel futuro a meno che non siamo preparati ad affrontare il pericolo".
L'anima europea della Nato deve fare i conti con l'imminente arrivo di Donald Trump sulla scena. Il nuovo presidente americano, già nel primo mandato, ha sollecitato i partner del Vecchio Continente a contribuire alla difesa comune con investimenti adeguati.
Intanto, l'amministrazione uscente di Joe Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per l'Ucraina. John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, non ha fornito dettagli sulla fornitura, limitandosi ad affermare davanti ai giornalisti che gli Stati Uniti continueranno a fornire aiuti all'Ucraina "fino alla fine di questa amministrazione".
Trump, favorevole all'invio di peacekeeper europei dopo l'eventuale tregua, prende posizione contraria alla decisione assunta un mese fa da Biden. L'attuale presidente ha autorizzato l'Ucraina a lanciare missili Atacms contro obiettivi militari in territorio russo. L'ultimo attacco è andato in scena 48 ore fa. Trump, già alla fine di novembre, si è detto "decisamente contrario" all'impiego dei missili Atacms.
Le parole rilasciate da Trump il 25 novembre compaio ora sulla rivista Time che ha nominato il presidente eletto 'uomo dell'anno'. Il Cremlino ha ribadito l'intenzione della Russia di rispondere ai nuovi raid con gli Atacms contro un aeroporto militare di Taganrog, nella regione russa di Rostov.
"Perché lo facciamo? Non facciamo che intensificare questa guerra e aggravarla. Voglio arrivare a un accordo e il solo modo di arrivarsi è quello di non abbandonare" Kiev, ha affermato Trump.
- 00:07 - Autonomia, via libera al referendum: centrodestra confida nel quorum mancato
Roma, 12 dic. (Adnkronos) - In realtà "non è stata una doccia fredda". Il via libera della Cassazione al referendum abrogativo della riforma dell'Autonomia cara alla Lega "era atteso, ce l'aspettavamo". Però in maggioranza già si pensa a quel che sarà, ossia se la riforma targata Calderoli dovesse saltare sulla mina del voto popolare. Difficile accada, è la convinzione, mentre in queste ore si ragiona sul raggiungimento del quorum necessario per affossare quello che l'opposizione ha ribattezzato come lo 'Spacca Italia'.
Il ragionamento che prevale, riportano fonti di maggioranza all'Adnkronos, "è che il Nord, favorevole all'Autonomia, diserterà le urne; mentre il Meridione, che non vede di buon occhio la riforma, è storicamente astensionista, ed è difficile pensare ci sia una mobilitazione tale da centrare il 51% dei sì, che, parametrato su base nazionale, vorrebbe dire che l'80% del Sud Italia dovrebbe andare a votare. Il Pd, la sinistra, mobiliteranno i loro, ma certo non basterà. Pensare che possano spuntarla, considerando la variabile del Nord favorevole e del Sud astensionista da sempre, è come credere che l'acqua vada controcorrente...".
Premessa la convinzione del quorum mancato, o per lo più visto come una 'mission impossible', fonti vicine alla premier Giorgia Meloni tengono a ribadire che il destino delle riforme non è legato a quello del governo. Vale per il premierato difeso a spada tratta dalla presidente del Consiglio, ma vale anche per l'autonomia. "Meloni andrà avanti fino a fine legislatura a prescindere, nessuno ha mai detto che sarebbe andata a casa se le riforme istituzionali dovessero subire una battuta d'arresto. Non si farà disarcionare da giochi di palazzo, andrà a casa solo se saranno gli italiani a chiederlo, con il voto, ma non certo con quello che passa dal referendum: quello serve solo a lasciar decidere gli italiani se vogliono o meno una riforma. E noi li ascolteremo, ma tenendo la barra dritta sul governo del Paese".
- 20:43 - Furto banche dati: manager interrogato, 'io estraneo, società a Londra mera ipotesi'
Milano, 12 dic. (Adnkronos) - Antonio Rossi, manager coinvolto nell'inchiesta milanese sul presunto dossieraggio illecito che vede al centro la società Equalize, ha chiarito la sua posizione nell'interrogatorio davanti al pm Francesco De Tommasi e ha ribadito la sua "totale estraneità rispetto alle condotte illecite connesse al funzionamento della piattaforma Beyond e al presunto progetto criminale da perseguire oltre i confini nazionali" spiega il difensore, l'avvocato Andrea Puccio.
"Ha fornito informazioni chiare e dettagliate in merito alla progettata costituzione a Londra della società Equalize Ltd e all’incarico di managing director che - in ragione delle proprie consolidate competenze in ambito di corporate intelligence e fraud investigation - avrebbe assunto in tale contesto". Progetto che non si è mai concretizzato e che si è fermato a livello di "mera ipotesi".
Rossi "non ha mai intrattenuto alcun rapporto di natura professionale con la società Equalize e con i soggetti indagati, né in Italia, né all'estero. Ribadiamo, pertanto, la piena legittimità del suo operato, certi dell'impossibilità di riconoscere alcun profilo di responsabilità, in relazione alle ipotesi accusatorie. Rinnovando la nostra piena fiducia nell'autorità giudiziaria, auspichiamo, quindi, - conclude il legale - una celere e positiva definizione del procedimento a carico del nostro assistito".
- 20:09 - **Migranti: bimba superstite naufragio lascia Lampedusa, arrivata in comunità Trapani**
Palermo, 12 dic. (Adnkronos) - Ha lasciato questa sera l'hotspot di Lampedusa per raggiungere in aereo Palermo la piccola Jacinta, he si fa chiamare Yasmine, la bambina di 11 anni della Sierra Leone, unica superstite del naufragio avvenuto al largo di Lampedusa e salvata dalla ong tedesca CompassCollective. La piccola come conferma all'Adnkronos la Procuratrice dei minori di Palermo Claudia Caramanna, è stata portata in auto in una comunità protetta del trapanese dove trascorrerà i prossimi giorni. La bimba è accompagnata da una équipe della Croce rossa. Già domani la Procuratrice dovrebbe incontrare la bambina.
- 20:02 - Siracusa: Isab, 'avvio indagine nel 2020, depositata relazione tecnica di esperti'
Palermo, 12 dic. (Adnkronos) - Isab precisa, in una nota, "che l’avvio dell’indagine in questione risale al 2020 e che è in corso un incidente probatorio nell’ambito del quale è stata già depositata una relazione tecnica redatta da collegio peritale di esperti particolarmente autorevoli, designato dal giudice competente, che ha concluso nel senso di escludere la compromissione dell’acqua di mare in prossimità dell’immissione del canale Alpina, recettore dello scarico del Tas di Isab, dei relativi sedimenti nonché dell’aria del comprensorio di Priolo Gargallo". "Isab è confidente che, anche ad esito dell’ulteriore supplemento di indagine disposto limitatamente all’ambiente marino nell’ambito dello stesso incidente probatorio, vengano confermate le conclusioni della perizia citata", conclude la società.