Per l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) il Coronavirus è “un’emergenza globale”: centosettanta morti dall’inizio dell’epidemia e oltre 1700 nuovi casi di contagio nelle ultime 24 ore che portano a oltre 7.700 persone colpite, mille e passa delle quali in gravi condizioni. Il governo italiano ha annunciato che il rientro dei 60 connazionali bloccati a Wuhan avverrà nelle prossime 72 ore. I cittadini saranno poi trasferiti nella città militare della “Cecchignola”, nella periferia sud di Roma, per i 14 giorni, il periodo dell’eventuale incubazione del virus. Intanto, nuovo caso sospetto in Calabria.

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che “la Cina ha preso straordinarie misure per far fronte all’emergenza del virus 2019-nCoV, ha isolato il virus, lo ha sequenziato e ha condiviso i dati con tutti. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato ininterrottamente per tutto questo tempo”. Per l’Oms, però, non è possibile immaginare quanto grande sarà questa emergenza e quindi bisogna essere preparati ad affrontarla. Da qui la decisione di dichiarare l’emergenza internazionale che, precisa Ghebreyesus, “comporta raccomandazioni che non sono vincolanti ma che sono praticamente e politicamente significative”.

Il direttore ha poi ricordato la necessità di limitare il più possibile la diffusione del virus al di fuori della Cina: “Benché i casi fuori dalla Cina siano ancora relativamente pochi – ha continuato – dobbiamo agire insieme per limitare un’ulteriore diffusione. Non sappiamo quali danni questo tipo di virus potrebbe causare in Paesi con una debole sanità pubblica. Dobbiamo aiutarli. Questa dichiarazione non è in nessun caso un voto di sfiducia per la Cina”. Nonostante ciò, l’Oms “non raccomanda di limitare i viaggi e il commercio“. Le autorità federali degli Usa fanno sapere che nell’Illinois si è verificato il primo caso di contagio da persona a persona negli Stati Uniti.

L’esperto: “Il picco tra 7-10 giorni” – Intanto i 38 morti registrati nella giornata di mercoledì segnano il più alto aumento di decessi giornalieri dall’inizio dell’epidemia e arrivano mentre è in corso un massiccio sforzo di contenimento che sta tenendo bloccate decine di milioni di persone in quarantena preventiva. Nel tentativo di contenere il contagio infatti, Lufthansa, Klm, Air France, American Airlines, Finnair, El Al e British Airways hanno annullato tutti i voli da e per la Cina, mentre Starbucks, Google, McDonald e Ikea hanno chiuso i loro negozi in diverse città per un tempo indefinito. Stop anche ai cinema in Cina: il governo di Pechino ha chiuso decine di migliaia di sale, uno stop che rischia di pesare in modo sensibile sugli incassi complessivi del box office mondiale. Nel frattempo, a sentire Zhong Nanshan, a capo del team nazionale di esperti istituito dal governo di Pechino per il controllo del nuovo coronavirus, “è molto difficile stimare con precisione quando l’epidemia raggiungerà il suo picco. Ma penso che tra una settimana o al massimo 10 giorni, raggiungerà il climax e poi non ci saranno più incrementi di contagi su larga scala. L’epidemia di Sars è durata circa sei mesi – ha concluso – ma non credo che il nuovo focolaio di coronavirus si protrarrà così a lungo”.

Speranza: “Trattato come peste e colera” – Tornando all’Italia, il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere che “assicuro che il ministero della Salute italiano, con il supporto delle istituzioni nazionali e internazionali, segue costantemente gli sviluppi e monitora con la massima attenzione possibile” la situazione, anche relativamente a “possibili casi sospetti” di infezione. L’emergenza da coronavirus “pur essendo classificata come di pericolosità di tipo B, come nel caso della Sars, viene gestita come virus di tipo A, equivalente a colera e peste”, ha fatto sapere il ministro nell’informativa urgente alla Camera.

Il rimpatrio dei nostri connazionali – Diversamente da quanto ipotizzato nelle scorse ore non partirà oggi il volo organizzato dall’Unità di Crisi per rimpatriare, su base volontaria, i cittadini italiani bloccati a Wuhan. La Farnesina aveva già fatto sapere che ci sarebbero potuti essere “alcuni ritardi” nelle operazioni “come avvenuto anche per la Francia”. I connazionali nella regione sono circa 70, ma non tutti vogliono rientrare: specialmente chi è sposato con un cittadino cinese o ha figli non vuole separarsene e preferisce restare nella città focolaio. “Nella giornata di oggi non è previsto nessun rientro di italiani da Wuhan – ha confermato il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri – I rimpatri degli italiani sono previsti nell’arco delle prossime 72 ore e avverranno verosimilmente a bordo di un aereo civile con personale del Ministero della Difesa. I controlli verranno fatti prima di partire, una volta a bordo, e al rientro in Italia”. A rientrare, ha aggiunto Sileri, saranno “una quarantina” di connazionali. Al loro arrivo “verranno accolti con una quarantena la cui durata presumibilmente sarà di 14 giorni, ovvero quanto il periodo di incubazione massimo previsto”.

Coppia di turisti cinesi ricoverata a Roma – Due turisti cinesi sono stati soccorsi da un’ambulanza nel pomeriggio di mercoledì dopo essersi sentiti male in un albergo di via Cavour, nel centro di Roma, dove soggiornavano. Gli esami allo Spallanzani hanno confermato che si tratta dei primi due casi di contagio confermati in Italia. Secondo quanto si è appreso, erano arrivati nella Capitale dalla Cina da un paio di giorni. Subito sono scattate tutte le procedure disposte per il coronavirus. Il personale dell’ambulanza, con mascherine e tute bianche, ha soccorso l’uomo che aveva febbre e lo ha trasportato all’ospedale.

Un pullman con a bordo turisti cinesi si è diretto, scortato dalla polizia, all’ospedale Spallanzani per i controlli sul coronavirus. Secondo quanto si è appreso, i turisti hanno lo stesso tour operator del cittadino cinese soccorso in un albergo del centro della città. La stanza dove negli ultimi giorni aveva soggiornato la coppia di cinesi ora ricoverata all’ospedale Spallanzani per sospetto coronavirus è stata sigillata.

Nuovo caso sospetto in Calabria – C’é un caso sospetto di coronavirus in Calabria e riguarda una donna di 36 anni che era tornata ieri dalla Cina facendo tappa a Vienna e rientrando poi in aereo in Italia, con tappa a Roma e trasferimento successivo a Lamezia. La donna, che vive a Roma insieme a due fratelli, si è sentita male mentre era a casa insieme ai familiari, a Taurianova, nel reggino, manifestando i primi sintomi del sospetto virus con febbre e tosse. Attualmente è ricoverata nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.

I familiari della donna hanno contattato il medico di famiglia che ha attivato la procedura prevista dal protocollo, chiamando il 118 che l’ha trasferita nell’ospedale di Reggio Calabria, dove è stata ricoverata nel reparto di malattie infettive. La paziente è stata posta subito in quarantena in attesa dell’esito degli esami ai quali è stata sottoposta per la conferma o meno dell’eventuale patologia. In caso positivo, la donna sarà trasferita nell’istituto Spallanzani di Roma.

Il caso della cittadina cinese in Puglia – Anche il secondo sospetto di coronavirus in Puglia si è rivelato infondato. Si tratta di una cittadina cinese, residente in Salento, che due giorni fa è andata al pronto soccorso dell’ ospedale Vito Fazzi di Lecce con febbre alta e difficoltà respiratorie, riferendo di aver avuto contatti a Roma con alcuni suoi connazionali provenienti dalla zona di Whuan , focolaio dell’influenza. Come da protocollo, sono scattate le misure previste: la donna è stata messa in isolamento e sono stati fatti i prelievi, che sono stati inviati all’Istituto nazionale per le Malattie infettive Spallanzani di Roma. La paziente, poi, da Lecce è stata trasferita al Policlinico di Bari, centro di riferimento regionale per i casi sospetti da coronavirus. Dalle analisi però, è emerso che la donna è positiva ad un’altra infezione. Una situazione che ridurrebbe la probabilità che sia stata infettata dal virus cinese. Si aspettano comunque gli esisti di ulteriori esami che saranno realizzati allo Spallanzani.

Fuori dalla Cina registrati 68 casi – È arrivata la notizia del primo caso di contagio accertato nelle Filippine, in Cambogia e in India. Altri quattro casi sono stati invece confermati negli Emirati Arabi Uniti, i primi contagi in tutta l’area mediorientale. Il ministero della Salute di Abu Dhabi ha precisato che si tratta di un’intera famiglia proveniente da Wuhan, epicentro dell’epidemia. Diventano tre, invece, i casi in Brasile e aumentano a quattro quelli in Germania, con altri tre contagi in Baviera, come reso noto da un portavoce del ministero della Sanità di Monaco. I tre nuovi pazienti sono sempre impiegati della Webasto, un grande fornitore di componenti automobilistici con sede a Stockdorf, nel distretto di Starnberg. Il primo paziente, un impiegato di 33 anni, aveva partecipato a un evento di formazione con colleghi provenienti dalla Cina: si tratta del primo caso di contagio in Europa senza che il paziente si sia recato nel Paese asiatico. “Fuori dalla Cina abbiamo avuto finora solo 68 casi – ha precisato il direttore dell’Oms Tedros, di ritorno da Pechino – pari all’1% del totale, e nessuno morto”. Questo, ha aggiunto, “è merito degli sforzi straordinari fatti dal governo cinese per fermare la diffusione del virus”. Dei 50 casi esaminati in Svizzera, invece, nessuno è positivo, ma la situazione – dicono le autorità elvetiche – è in continua evoluzione. Tre dei 206 giapponesi evacuati mercoledì da Wuhan sono risultati invece positivi al coronavirus, come ha fatto sapere il primo ministro Shinzo Abe durante una sessione parlamentare. Due di loro non hanno mostrato i sintomi della malattia. La Russia, invece, ha deciso di chiudere i confini con la Cina: il premier Mikhail Mishustin ha firmato un ordine per chiudere la frontiera in estremo oriente per evitare il propagarsi del nuovo coronavirus, come riportano la Tass e Russia Today. Mosca ha anche sospeso temporaneamente il rilascio dei visti elettronici ai cittadini cinesi.

Borse in picchiata – La Borsa di Taiwan crolla al ritorno agli scambi dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, scontando i timori del coronavirus di Wuhan: l’indice Taiex brucia 696,97 punti (-5,75%), attestandosi a quota 11.421,74. Male anche la Borsa di Hong Kong che risente dei timori del coronavirus di Wuhan: in aggiunta al -2,82% perso ieri al ritorno agli scambi dopo la lunga pausa del Capodanno lunare, l’indice Hang Seng perde il 2,62%, scivolando a 26.449,13 punti. Male anche Piazza Affari e gli altri listini europei. Milano ha chiuso in rosso dell’1,59% a 23.781,1 punti, a Madrid l’indice Ibex termina gli scambi in calo dello 0,72% a 9.477,9 punti, a Londra il Ftse100 scivola dell’1,36% a 7.381,96 punti, a Parigi il Cac40 cede l’1,4% a 5.871,77 punti e a Francoforte il Dax perde l’1,41% a 13.157,12 punti. I due casi sospetti a bordo della Costa Smeralda attraccata a Civitavecchia hanno invece provocato il crollo del titolo di Carnival, armatrice della nave, quotato a Londra: dalla riapertura dei mercati ha fatto segnare il -10 per cento.
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