Tra le mille sfaccettature della Brexit ce n’è una che segna la storia delle istituzioni europee. Per la prima volta il Parlamento Ue “perde” dei deputati e per la prima volta alcuni europarlamentari eletti si potranno insediare solamente dopo otto mesi dal voto. Il nuovo emiciclo avrà infatti 705 posti con 46 scranni lasciati liberi. A perdere pezzi sono soprattutto i partiti che a maggio si resero protagonisti dell’exploit: i liberali di Renew Europe e i Verdi. Gli unici a beneficiare dell’addio del Brexit Party di Nigel Farage, dei LiberalDemocratici e delle altre forze politiche britanniche sono soprattutto i Popolari (che otterranno 5 parlamentari) e i sovranisti di Identità e Democrazia (il gruppo della Lega) con tre deputati. E proprio dal centrodestra provengono i tre parlamentari “fantasma” che voleranno dall’Italia a Bruxelles il primo di febbraio. Stiamo parlando di Salvatore De Meo (Forza Italia), di Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) e di Vincenzo Sofo (Lega).

La Lega primo partito anche in Europa
A beneficiare della Brexit saranno soprattutto le forze di centrodestra. Il Partito Popolare Europeo rafforza la sua posizione di maggioranza relativa aggiungendo cinque deputati ai suoi 182 eletti. I sovranisti di Identità e Democrazia guadagnano 3 seggi e la Lega di Matteo Salvini affianca la Cdu-Csu di Angela Merkel come partito più rappresentato nell’emiciclo. La maggioranza che ha eletto la presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, sperimenta però un calo complessivo di 6 deputati per i Socialisti e di 11 parlamentari per i liberali di Renew Europe. Ma il conteggio complessivo permetterebbe alle tre forze più numerose di fare a meno – franchi tiratori permettendo – dei voti di Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orban. Partito che a marzo 2019 è stato sospeso dai Popolari per le preoccupazioni sul mancato rispetto dello stato di diritto e sulla propaganda contro Bruxelles (e contro l’ex presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker). Fidesz non conosce ancora il suo destino e negli ultimi giorni le tensioni interne al Ppe sono tornate ad acuirsi dopo il voto di condanna con cui la plenaria ha sottolineato il deterioramento della situazione sullo stato di diritto in Polonia e Ungheria. Voto a cui hanno contribuito anche la maggior parte dei partiti che compongono il gruppo dei Popolari, con le eccezioni Italia, Francia e Spagna: “Non siamo usciti ieri dal Ppe solo perché italiani, francesi e spagnoli hanno votato per noi – ha dichiarato Orban -, ma la situazione non deve
rimanere così”. Proprio questo sarà uno degli scogli che dovrà affrontare nei prossimi giorni il nuovo leader dei cristiano-democratici europei, Donald Tusk, eletto anche considerando la sua nazionalità polacca (uno dei paesi di Visegrad).

I nuovi europarlamentari italiani
Tornando al centrodestra europeo, esso potrà contare su tre nuovi parlamentari che giungeranno a Bruxelles dall’Italia. Salvatore De Meo, forzista eletto nella circoscrizione dell’Italia Centrale e attuale sindaco di Fondi (Latina), Sergio Berlato, consigliere regionale in Veneto e coinvolto a Natale in una polemica per una vignetta offensiva da lui postata e dedicata alle “signorine animaliste e vegane”, e Vincenzo Sofo, di cui si è parlato molto nella scorsa primavera perché si era fidanzato con Marion Marèchal, figlia della sorella di Marine Le Pen.

Sofo ha anche fondato il blog Il Talebano: come si fa una destra in cui, curiosamente, al 24 di gennaio campeggia in home page l’articolo Elogio di un terrorista che difende la figura di Qassem Soleimani e attacca “l’ipocrisia dei sovranisti, per cui evidentemente la nostra sovranità finisce dove decidono gli Usa e noi non possiamo fare a meno che accodarci e subire le decisioni di Washington”. L’articolo – non firmato da Sofo – è comunque molto più vicino alle idee di Giorgia Meloni che alle posizioni filoamericane assunte da Matteo Salvini subito dopo l’uccisione del generale iraniano.

Spostandosi in Francia, un altro italiano è pronto a raggiungere il Parlamento Europeo. Si tratta di Sandro Gozi, ex sottosegretario agli Affari europei dei governi Renzi e Gentiloni ed ex consigliere (poi dimessosi) per l’Europa del primo ministro francese Edouard Philippe.

L’addio di Nigel Farage dopo 20 anni
L’aula della plenaria di Strasburgo apparirà dal primo febbraio ancora più blu: saranno infatti 46 i seggi che rimarranno vuoti. L’obiettivo è quello di riempirli attraverso un futuro allargamento dell’Unione Europea ai Paesi dei Balcani occidentali, per i quali il processo d’integrazione effettivo dovrebbe iniziare nel 2025, oppure ancora per la creazione di una circoscrizione elettorale internazionale. Gli europarlamentari “fantasma” provengono da 14 paesi dell’Unione europea per “riequilibrare l’attuale imperfetta attuazione del principio di proporzionalità” tra la popolazione e il numero dei suoi rappresentanti. A Bruxelles giungeranno cinque francesi, cinque spagnoli, tre italiani, tre olandesi, due irlandesi e un deputato ciascuno da altri nove paesi. Ad andarsene sono invece 73 europarlamentari inglesi, tra cui spicca il nome di Nigel Farage. Il leader del Brexit Party che ha trionfato alle elezioni del 23 maggio dovrebbe lasciare l’emiciclo con circa 172mila euro lordi, giustificati dalla sua ventennale carriera da deputato. Compenso cui l’ex leader dello Ukip ha però annunciato di voler rinunciare.

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