A meno di tre mesi dal giorno zero della Brexit, il 29 marzo, il Regno Unito non sa ancora se e quanto sarà economicamente sanguinosa la sua uscita dall’Unione europea. Chi però, almeno inizialmente, dalla Brexit guadagnerà milioni di euro sono i 73 eurodeputati britannici pronti a salutare Bruxelles. Secondo quanto riporta Politico, nel documento di 22 pagine in loro possesso dal titolo “Fine mandato dei membri del Parlamento britannici” sarebbero indicate tutte le indennità che spettano ai politici d’oltremanica e che, in alcuni casi, si aggiungono a quelle già previste dallo Statuto dei parlamentari. Decine di migliaia di euro al mese che, moltiplicate per tutti i deputati uscenti, porterà nelle loro tasche milioni di euro.

Le cifre più consistenti sono rappresentate dall’indennità transitoria, prevista anche nello Statuto, ossia una sorta di stipendio mensile che dovrebbe servire a coprire il periodo di transizione tra la fine del mandato e la ricerca di un nuovo impiego. L’indennità consiste in 8.611,31 euro per tante mensilità quanti sono gli anni di servizio del deputato, per un massimo di 24 mesi. Il membro di Bruxelles perde l’indennità prima della scadenza in due casi: se, compiuti i 63 anni, vi rinuncia per beneficiare immediatamente della pensione, oppure se riesce a trovare un nuovo impiego pubblico. Se, ad esempio, un deputato entrato in carica nell’ultima legislatura, quindi nel 2014, dovesse usufruire di tutta l’indennità transitoria, in cinque mesi intascherebbe circa 43mila euro. Discorso diverso per i membri più anziani, come l’ex leader di Ukip, Nigel Farage, che siede sui banchi di Strasburgo da 20 anni e che, così, potrebbe usufruire di un’indennità transitoria di 172mila euro in meno di due anni.

Come da Statuto, agli eurodeputati britannici saranno garantiti anche la copertura di due terzi delle spese mediche per loro e per i propri familiari, della spedizione di massimo 15 box per traslocare dalle loro abitazioni, del viaggio di ritorno e di altri sei viaggi, fino al 29 marzo, verso il Paese dove è stato eletto.

Nel documento sulla fine del mandato si affronta anche la questione di un’altra indennità: la tanto criticata indennità per le spese generali che ammonta a 4.416 euro al mese con i quali i deputati possono coprire le spese di gestione del proprio ufficio, senza che però venga chiesto loro di rendere conto su come questa cifra venga impiegata. Il documento in possesso di Politico prevedrebbe lo stanziamento della metà dell’indennità per le spese generali, quindi 2.208 euro, per ognuno dei tre mesi successivi alla Brexit del 29 marzo. Soldi che, aggiunti agli altri benefici garantiti agli eurodeputati, potrebbe portare nelle tasche dei membri britannici milioni di euro del Parlamento europeo.

Twitter: @GianniRosini

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