Dietro la svolta rosa per la presidenza della Repubblica di Grecia, che ha visto l’elezione del giudice Catherine Sakellaropoulou quasi all’unanimità (contrario l’ex ministro dell’economia Yanis Varoufakis), accanto ai molti applausi per la scelta di genere ci sono anche due ombre come la Lista Lagarde e il caso Vinnik, noto come “Mr Bitcoin”.

La prima riguarda l’elenco degli illustri evasori consegnata ad Atene dall’ex numero uno del Fmi e attuale presidente della Bce Christine Lagarde nel 2010, quando era ministro in Francia, ma su cui il governo ellenico non ha mai fatto davvero luce. Dietro quei denari custoditi presso la filiale svizzera della HSBC Bank, secondo le accuse dei finanzieri che indagarono ormai dieci anni fa, c’erano fondi neri, proventi delle tangenti per le Olimpiadi di Atene 2004, per l’acquisto di armi e per lo scandalo Ote. Su quel dossier si è avvitata la politica greca durante la crisi del 2012, tra costi per le Olimpiadi triplicati e acquisti surreali come quello di un sommergibile con timone rotto.

Nella lista anche alcune “defezioni eccellenti” come l’ex ministro Leonidas Tzanis, trovato in casa impiccato nell’ottobre 2012; l’ex ministro della Difesa e braccio destro di Andreas Papandreou, Akis Tsochatzopulos, arrestato nel maggio 2012 per una maxi frode da 100 milioni di euro ma libero dopo pochi anni per motivi di salute e il suo ex sodale di affari, Vlassis Karambouloglu, trovato morto a Jakarta in una stanza d’albergo.

Sakellaropoulou archiviò la posizione dell’ex ministro dell’economia greco Papacostantinou che non consegnò ai finanzieri la Lista Lagarde (sorella della Lista Falciani) con i nomi dei presunti evasori ellenici. Quando la lista venne inviata alle autorità greche nel 2010 dall’allora ministro delle Finanze francese, Lagarde, i nomi dei parenti dei politici e alti funzionari scomparvero. Tra loro anche un parente diretto di Papacostantinou, come il marito di una sua nipote, il noto commerciante di armi Roussios, “socio” di Akis Tsogatsopulos.

Lo stesso ministro socialista del Pasok fece restare senza parole i membri della commissione parlamentare che indagavano sull’elenco, quando disse loro di aver perso il cd con il file originale: “Purtroppo non so dove sia oggi”, affermò Papacostantinou. E aggiunse agli atti di non aver chiesto di essere informato sullo stato di avanzamento dell’indagine poiché aveva fiducia nelle capacità di SDOE, la polizia finanziaria ellenica.

Si tratta di complessivi due miliardi di dollari, il cui elenco nel 2010 fu consegnato dall’allora ministro francese Lagarde al governo greco attraverso canali diplomatici formali. Ogni file includeva i dati esatti di ciascuna delle 2.000 persone, tra cui una donna, Maria Panteli, che aveva un deposito record di 550 milioni di dollari e che qualcuno insinuò che fosse la prestanome di Margarita Papandreou, madre dell’ex premier socialista Giorgio (che ha sempre smentito) e sua volta figlio di Andreas storico fondatore del Pasok.

Il secondo caso verte Alexander Vinnik, specialista russo e uno dei proprietari di BTC-e accusato di riciclaggio di denaro tra i 4 e i 9 miliardi di dollari attraverso una piattaforma di trading, ricercato anche in Francia e nella sua nativa Russia. Il caso si è presto trasformato in contesa tra Europa e America, da un lato, e la Russia dall’altro con la Grecia visibilmente sotto pressione perché Vinnik è stato trattenuto per 29 mesi nelle carceri greche mentre la costituzione del paese ne prevede massimo 18 in assenza di condanna.

Il ministro della giustizia greco Konstantinos Tsiaras aveva firmato all’inizio di dicembre l’ordine di estradizione, ma la data del 24 marzo sotto la giurisdizione della quarta sezione del Consiglio di Stato (CoS) è stata annullata dal presidente del Cos, appunto Sakellaropoulou. Che ha anche sostenuto l’abolizione della 13ma e 14ma ai dipendenti statali, nell’ambito delle misure imposte alla Grecia dalla troika per ottenere i noti prestiti che impedissero la bancarotta.

twitter @FDepalo

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