Un terzo di Kangaroo Island, il “santuario” australiano dove vivono specie protette, sta andando in fumo: le immagini satellitari della Nasa mostrano la devastazione dell’isola, 155mila ettari già bruciati, o ancora a fuoco. L’isola, che si trova a Sud ovest di Adelaide, viene paragonata alle Galapagos per la sua ricchezza di biodiversità e ospita diverse specie protette, inclusi i koala: gli esperti stimano che la popolazione dei koala si sia dimezzata a causa degli incendi, che dalla fine di dicembre, hanno provocato la morte di due persone e la distruzione di 56 case. Le zone di Parndana e Vivonne Bay, direttamente minacciate dalle fiamme, sono state evacuate.

Circa un terzo dell’isola è costituito da riserve naturali che ospitano una grande varietà di specie selvatiche: leoni marini, uccelli rari come i cacatua e soprattutto i koala, introdotti sull’isola nel 1920 per salvare la specie, minacciata dal commercio di pelliccia e dalle malattie. Sull’isola erano stati portati esemplari liberi dalla clamidia, perciò incoraggiati a riprodursi. Gli ecologisti stimano che potrebbero essere morti 25mila esemplari, circa la metà dell’intera popolazione sull’isola. Kangaroo Island ospita anche una specie protetta come il dunnart, un piccolo marsupiale che si trova solo in questo fazzoletto di terra. Secondo il Wwf il dunnart potrebbe essere la prima specie estinta a causa degli incendi, ma l’ipotesi potrà essere verificata solo una volta domati i roghi. Il che rende gli incendi “una tragedia ecologica“.

Gli scatti satellitari della Nasa sono stati ottenuti il 7 gennaio grazie allo strumento del Modis (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) che permette di evidenziare con i colori le aree interessate dal fuoco: sul sito dell’Agenzia spaziale si può confrontare il “prima” e il “dopo”. Tra i due scatti passano meno di tre settimane, ma il paesaggio è irriconoscibile. Il 2019 è stato l’anno più caldo e secco mai registrato sul continente australiano: lo ha annunciato il Bureau of Meteorology, secondo cui le temperature lo scorso anno sono state più alte della media di 1,52 gradi, mentre le precipitazioni sono scese a soli 277 mm. “Gennaio 2019 è stato il mese più caldo che l’Australia abbia mai registrato – spiega Karl Braganza, responsabile del monitoraggio del clima – mentre solo poche settimane fa a dicembre è stato superato per più giorni di seguito il record di temperatura media massima giornaliera. Allo stesso tempo, la carenza di precipitazioni è aumentata, aggravando purtroppo sia le condizioni di siccità che gli attuali incendi boschivi”.

Tanti vip e celebrità si sono mobilitati, tra appelli e donazioni. Con una raccolta fondi da record su Facebook, la comica australiana Celeste Barber ha messo insieme circa 30 milioni di euro destinati alla lotta agli incendi. La cifra, che continua a crescere, è la più alta mai raggiunta su Facebook, ha confermato il social network di casa Zukerberg a Cbs News. Un appello alla salvaguardia degli animali è arrivato anche dalla Lav, Lega antivivisezione, che hanno chiesto all’Ambasciatore australiano in Italia Gregory Alan French, di fermare la caccia ai canguri per cercare di contenere il già gravissimo impatto di mesi di incendi che stanno devastando l’ecosistema. L’Italia, sostiene la Lav, è il primo paese in Europa a importare pelli di canguro, usatee per la produzione di scarpe da calcio e tute motociclistiche, ma in parte usate anche in fascia alta del mercato per scarpe e accessori di lusso. Tra le tante mobilitazioni di solidarietà nei confronti dell’Australia, questa mattina è arrivata anche la preghiera del Papa, che in omelia ha rivolto un pensiero alle popolazioni colpite dagli incendi.

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