Dalle indagini della guardia di finanza sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel Torinese, che hanno portato all’arresto per voto di scambio anche dell’assessore regionale Roberto Rosso, è emersa “la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori”. Lo ha reso noto la Guardia di finanza, impegnata dall’alba di questa mattina con 150 militari nell’esecuzione delle otto misure cautelari in carcere nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo piemontese. “Secondo le risultanze delle indagini Roberto Rosso è sceso a patti con i mafiosi. E l’accordo ha avuto successo” ha detto Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte, a proposito dell’operazione Fenice della guardia di finanza sulla ‘ndrangheta nel Torinese. Gli investigatori hanno documentato – anche con immagini – diversi incontri tra Rosso e alcuni presunti boss, tra cui Onofrio Garcea, esponente del clan Bonavota in Liguria, anche in piazza San Carlo a Torino

Articolo Precedente

Giancarlo Pittelli, l’ex senatore Fi ‘passepartout’ delle cosche. “Cerniera tra due mondi, massone che metteva in contatto ‘ndrine e istituzioni”

next
Articolo Successivo

‘Ndrangheta, l’intercettazione: “Dell’Utri contattò Piromalli per la formazione di Forza Italia”. Nel ’94 il boss disse: “Votiamo Berlusconi”

next