Un altro caso Diciotti. Per la seconda volta, il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona. Si tratta della vicenda della nave Gregoretti: nel luglio scorso 131 migranti soccorsi nel Mediterraneo erano stati trattenuti per diversi giorni a bordo della nave militare, poi arrivata al porto Augusta. Il Viminale però aveva autorizzato lo sbarco solo quando era arrivata la disponibilità da parte di altri paesi alla redistribuzione. Il procuratore Carmelo Zuccaro aveva avanzato il 21 settembre scorso richiesta motivata di archiviazione per l’ex ministro dell’Interno: il tribunale dei ministri di Catania ha deciso invece di contestare il reato al leader della Lega.

La cui reazione non si è fatta attendere: “È una vergogna. Vorrei sapere quanto queste indagini costano al popolo italiano. Quanto costano gli uomini ed il tempo sottratti alle indagini vere su criminali veri” ha detto Salvini, secondo cui “il fatto che io rischi anni di carcere per aver difeso i confini del mio paese mi fa dire che in Italia c’è un problema”. “Io ringrazio la maggioranza della magistratura che è obiettiva, corretta ed indipendente – ha aggiunto – Ma c’è una parte che fa politica. Fa ridere che un ministro dell’Interno venga indagato e processato per aver fatto il proprio dovere. Per me non sarebbe neanche un problema andare in tribunale, guardare in faccia un giudice che tra il ministro e chi trasporta illegalmente gli immigrati irregolari simpatizza per i secondi”.

Un attacco duro quello di Salvini, che ospite della trasmissione Fuori dal coro su Rete4 è stato il primo a dare la notizia, mostrando la lettera con la quale gli è stata notificata la richiesta dell’autorizzazione a procedere: “A firma del presidente del tribunale dei ministri La Mantia, iscritto a Magistratura democratica, viene trasmesso al presidente del Senato che Salvini sarebbe colpevole di reato di sequestro di persona aggravato abusando dei suoi poteri. Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l’interesse del suo Paese”, ha detto il leader della Lega. Che poi ha aggiunto: “Mi spiace che tribunali italiani, oggi intasati, debbano perdere tempo per indagare un ministro che ha fatto quello che gli italiani gli hanno chiesto di fare”.

Salvini però sa che affinché finisca veramente a processo, serve prima il via libera del Senato. Questa volta, però, ci sono novità rispetto al passato per quanto riguarda la richiesta che sarà analizzata dalla giunta delle autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama. Per il caso Diciotti i colleghi senatori avevano sottratto il leader della Lega al giudizio della magistratura, dopo che il voto online sulla piattaforma Rousseau aveva sancito il no a procedere anche da parte del Movimento 5 stelle. Oggi però, con il Carroccio all’opposizione, gli equilibri potrebbero essere cambiati. Mentre resta ancora al vaglio del tribunale dei ministri di Palermo un altro caso: un’inchiesta simile, sempre con accusa di sequestro, per i naufraghi lasciati a bordo della Open Arms nell’agosto scorso.

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