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Il Codacons accusa Il FattoQuotidiano.it per la questione “Chiara Ferragni a Sanremo”. Ma sbaglia il direttore, il contenuto e pure la legge

Il Codacons coinvolge Marco Travaglio in una polemica dalla quale è ovviamente escluso. Il direttore del sito del Fatto Quotidiano è Peter Gomez, rispondere alla domanda che l'associazione dei consumatori si pone ("Il Fatto Quotidiano si schiera a favore della violazione della privacy e dell’uso improprio sul web delle immagini dei minori?") è piuttosto semplice. Sull'opportunità di esporre i propri figli sui social è in corso da tempo un dibattito che non può non tenere conto della libertà di scelta dei singoli genitori. Proprio Gomez a La Confessione, programma che conduce sul Nove, con Fedez, marito della Ferragni, ha parlato di questo

di F. Q.

Il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) si è schierato contro Chiara Ferragni, contestando la possibile scelta dell’influencer come coconduttrice al prossimo Festival di Sanremo (ipotesi che sembra essere sfumata). I motivi? La moglie di Fedez sarebbe un modello diseducativo e farebbe un uso improprio dell’immagine del figlio Leone violando la privacy del minore. L’associazione ha attaccato anche IlFattoQuotidiano.it, dopo aver letto un blog dal titolo “Chiara Ferragni a Sanremo? Il Codacons si mette di traverso e scorda le vallette precedenti“, pubblicato sulla nostra testata, sostenendo che avendo dato spazio al post, anche noi ci schieriamo “a favore della violazione della privacy e dell’uso improprio sul web delle immagini dei minori”. Un’accusa del tutto “fuori fuoco” e diretta al direttore sbagliato. Chiariamo la questione.

  1. I post pubblicati sul blog della testata sono opinioni personali espresse liberamente, che non rispecchiano necessariamente la linea editoriale del giornale.
  2. Secondo il Codacons, la Ferragni “è un modello diseducativo per i giovani (…) ed è stata infatti oggetto di numerose denunce alle autorità competenti per l’uso totalmente errato dei social network, con particolare riferimento all’utilizzo che la stessa fa su Instagram del proprio figlio, utilizzato a scopo commerciale per promuovere marchi e prodotti vari, in totale violazione delle norme vigenti che tutelano i minori e la loro privacy“. Stupisce che il Codacons non sia informato sulle normative vigenti. Ora, i genitori, di comune accordo, possono decidere di pubblicare su Facebook o Instagram o su qualsiasi altro social network le foto del figlio. Un atto del genere non potrebbe essere vietato poiché padre e madre esercitano la potestà genitoriale e sono quindi legalmente responsabili del proprio figlio. Chiara Ferragni è quindi, insieme al marito Fedez, responsabile della pubblicazione delle foto del figlio Leone e non c’è alcun uso improprio o violazione della privacy.
  3. Veniamo ora al “presunto scopo commerciale” che ci sarebbe dietro la pubblicazione delle foto del figlio di Fedez e Chiara Ferragni. Peter Gomez, direttore di questa testata, durante l’intervista fatta al rapper nel programma La Confessione, in onda sul Nove, ha posto esplicita domanda: “Vostro figlio è sempre presente sui social, non avete mai pensato che possa essere troppo sovraesposto?”. E il rapper ha risposto spiegando la scelta fatta insieme alla moglie: “Ci siamo interrogati tanto su questo tema. Siamo una famiglia atipica, i nostri ragionamenti, giusti o sbagliati che siano, non possono essere traslati su altre coppie. Non ‘esponiamo’ Leone, semplicemente non lo nascondiamo. Sembra che io e Chiara siamo ossessionati dai social, quando li usiamo come la maggioranza delle persone. Non è vero che usiamo Leone per fare pubblicità ai brand, semplicemente gli compro le magliette che mi piacciono. Non per forza devo avere un figlio no logo per far parte dell’intellighenzia. Tenerlo nascosto avrebbe significato avere ancora più paparazzi sotto casa.” Lo stesso Fedez, rispondendo a Gomez, ha quindi tolto dal campo anche l’eventuale ipotesi di sfruttamento del figlio per finalità commerciali. Se il Condacons dovesse avere prove o dovesse scoprire che invece i coniugi Lucia Ferragni percepiscono dei soldi per la pubblicazione delle immagini del figlio, procedano per le vie opportune.
  4. L’invito fatto dal Codacons a Marco Travaglio a pubblicare sulla prima pagine della foto diffuse dalla Ferragni “dove il suo bambino appare con abiti griffatissimi” è, prima di tutto, rivolto al direttore sbagliato. Come già detto è Peter Gomez a dirigere la testata online. E abbiamo visto come la responsabilità della pubblicazione delle foto del figlio Leone sia dei genitori, come non esista alcuna violazione della privacy e mancata tutela del minore e come non siano coinvolte finalità commerciali.
  5. Secondo l’associazione, poi, la Ferragni sarebbe stata coinvolta in “numerose polemiche – dai corsi di trucco a prezzi stellari allo pseudo-documentario infarcito di pubblicità, passando alle bacchettate che le ha rivolto l’Antitrust – rendono del tutto inopportuna una sua partecipazione a Sanremo.” A questo ha risposto a stretto giro la stessa influencer: “Sono molto colpita dal tempo e dall’aggressività che nelle ultime settimane il Codacons ha destinato alla mia persona e ai progetti che mi riguardano, con dichiarazioni infondate e dal contenuto diffamatorio, che screditano me e comunicano ai consumatori informazioni errate. Secondo il Codacons sarei stata oggetto di ‘numerose denunce alle autorità competenti per l’uso totalmente errato dei social’. Invito il Condacons a smentirmi con prove reali e non con illazioni. Altra accusa infondata riguarda – ha scritto Ferragni – le ‘bacchettate che le ha rivolto l’Antitrust’ circa fantomatiche denunce per pubblicità occulta. Aggiungo che per ora, per quanto mi è noto non è stato mai preso da parte dell’Antitrust alcun provvedimento nei miei confronti. Questa ennesima affermazione è stata manipolata per danneggiare la mia persona. Ricordo al Codacons che nel 2018 attraverso TBS Crew S.r.l. (di cui sono socia fondatrice ed amministratrice delegata) sono stata la prima personalità del mondo social ad associarmi allo IAP-Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, proprio per contribuire alla regolamentazione della pubblicità sui social”.
Infine, sul sondaggio che il Condacons ha messo in essere per votare “sì o no” sulla presenza di Chiara Ferragni a Sanremo (è necessario iscriversi attraverso un sms “dal costo onnicomprensivo di 2,03 euro” di cui una parte destinata ad attività benefiche) ci sentiamo di dire che informandosi meglio su questi punti 1. leggi in vigore in materia di tutela della privacy del minore sui social network, 2. differenza tra un post e un articolo, 3. interviste fatte dal direttore di questa testata al marito dell'”accusata” e, non ultimo, 4.probabili nomi per il Festival di Amadeus, avrebbero evitato una tale “mobilitazione”. Perché la Ferragni a Sanremo probabilmente, non ci sarà.
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