Le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi, ucciso la sera del 23 ottobre a Roma, non si fermano. La prossima settimana, nell’ambito della attività istruttoria, si procederà con una seria di esami tecnici irripetibili. In particolare tra lunedì e martedì si analizzeranno i telefoni cellulari sequestrati alla fidanzata della vittima, Anastasia, e Giovanni Princi, Giovanni Princi, amico di Sacchi e finito in carcere con l’accusa di aver tentato di acquistare droga. Si tratta in totale di quattro smartphone.

Sempre la settimana prossima verifiche sullo zainetto che aveva con la giovane baby sitter, sottoposta all’obbligo di firma dal giudice per le indagini preliminari, la sua auto, il portafogli. Intanto i difensori degli indagati presenteranno istanza tribunale del Riesame. I legali di Valerio Del Grosso, autore materiale dello sparo, così come la difesa di Princi, depositeranno a breve il provvedimento per chiedere l’attenuazione della misure cautelare. Stessa scelta di chi difende Anastasia. Non escludono il ricorso al tribunale di della Libertà anche difensori di Marcello De Propris, in carcere per concorso in omicidio.

Due giorni sono stati tutti interrogati. Lei ha respinto in primo luogo le accuse scaricando eventuali responsabilità su Princi, che avrebbe gestito la trattativa con i pusher di San Basilio per l’acquisto di 15 chilogrammi di droga. “Non sapevo che in quello zaino c’erano 70 mila euro”, ha raccontato di getto la ragazza. Per lei quella sera era nata come tante trascorse in compagnia del fidanzato. “Siamo andati lì come spesso facevamo io e lui, come sarà capitato altre mille volte”. E ancora: “In questa vicenda di droga io e Luca non c’entriamo nulla“. L’atto istruttorio è durato circa trenta minuti, il pm Nadia Plastina ha preferito non porre domande all’indagata.

Secondo l’accusa, però, Anastasia e Princi hanno avuto un “ruolo centrale” nella trattativa con gli spacciatori ai quali hanno mostrato il denaro ottenuto da un “finanziatore” che resta ancora da identificare. In base all’impianto accusatorio per la 25enne è “recente il suo inserimento nel mondo dei traffici criminosi come corriere”. Un ruolo, in base a quanto scrivono i pm nella richiesta di arresto, affidatole da Princi in quanto “è notorio che donne passano più inosservate e vengono utilizzate frequentemente come corrieri”. Gli altri indagati avevano deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Sia Marcello De Propris e Princi, che gli autori materiali della drammatica aggressione Del Grosso e Paolo Pirino, questi ultimi a Regina Coeli dal 25 ottobre, hanno deciso di restare in silenzio.

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