Hanno entrambi 21 anni e sono romani, originari di San Basilio. Sono sospettati dell’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso nella notte di mercoledì mentre era in compagnia della sua fidanzata Anastasia in seguito a una tentata rapina nel quartiere Appio Latino, a Roma. Prelevati nella notte tra giovedì e venerdì, intorno alle 2.45 e sottoposti a un interrogatorio durato ore in Questura, in via di San Vitale, i due giovani sono in stato di fermo nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di omicidio volontario e tentata rapina. Polizia e Carabinieri, che lavorano congiuntamente sul caso, sono al lavoro per ricostruire l’esatto movente della rapina, che viene giudicata dagli inquirenti “anomala“. Tra le piste seguite anche quella secondo cui all’origine dell’omicidio ci sarebbe una “questione di droga”.

I due, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, sono già noti entrambi alle forze dell’ordine: uno ha precedenti per droga, l’altro per percosse. Sono stati rintracciati nella notte, uno in un residence, l’altro in una casa in zona San Basilio. Erano soli ma, come spiegato dal dirigente della Squadra Mobile Luigi Silipo, “hanno usufruito di legami familiari e conoscenti”. Mentre si cerca la pistola che ha fatto fuoco contro la vittima, forse una calibro 38, è stata sequestrata la Smart FourFour bianca usata per la fuga, appartenente alla madre di uno dei due, e nei pressi dell’uscita del Grande raccordo anulare per Casal monastero è stata ritrovata la mazza usata per colpire la ragazza. Sequestrato anche lo zainetto rubato alla fidanzata di Luca.

Le forze dell’ordine, coordinate dal procuratore reggente Michele Prestipino, dall’aggiunta Nunzia D’Elia e dal pm Nadia Plastina, erano sulla tracce dei due sospettati, entrambi con precedenti – uno per droga, l’altro per percosse – grazie allo studio dei video delle telecamere installate nella zona che hanno ripreso l’auto sulla quale viaggiavano. In nottata poi, riportano fonti investigative, la madre del ragazzo sospettato di avere aperto il fuoco si sarebbe presentata in commissariato accompagnata dall’altro figlio per comunicare i suoi sospetti: “Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell’omicidio di Luca Sacchi”, avrebbe detto la donna. Successivamente polizia e carabinieri del Nucleo Investigativo hanno sviluppato l’informazione arrivando ai due sospettati, uno dei quali è stato fermato a casa della fidanzata. Decisivo anche il riconoscimento da parte dei testimoni presenti fuori dal pub “John Cabot”, in via Teodoro Mommsen, dove si è consumato l’accaduto.

I due “non si sono assolutamente costituiti” come emerso in mattinata, hanno detto gli investigatori: su Del Grosso e Pirino “sono stati raccolti elementi e poi sono stati catturati fuori dal domicilio, in luoghi dove si nascondevano. Uno dei due è stato rintracciato in un residence e nessuno dei due “ha opposto resistenza”. Il colonnello Mario Conio, comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Roma ha sottolineato: “Si è subito lavorato in piena coordinazione e sinergia tra Questura e comando provinciale dei carabinieri di Roma”.

I due sospettati al momento “non sono collaborativi“, riferiscono gli inquirenti. Secondo ipotesi d’indagine riferite a Ilfattoquotidiano.it, Sacchi, la fidanzata e un amico della coppia avevano chiesto ai due sospetti di acquistare della droga. Durante il primo contatto i due sospettati si sarebbero offerti di procurare lo stupefacente per poi ritornare armati di pistola. A quel punto uno di loro avrebbe cercato di rapinare la ragazza. Sacchi avrebbe reagito e colpito l’aggressore, mettendolo al tappeto. L’altro sospettato, accortosi che la situazione gli stava sfuggendo di mano, sarebbe sceso dall’auto con l’arma e avrebbe sparato in testa al ragazzo.

Del Grosso “è un ragazzo solare, perbene. Non sappiamo darci una spiegazione”, racconta la moglie del proprietario della pasticceria di Casal Monastero dove lavora il giovane. “Ieri mattina è venuto regolarmente a lavoro – ha aggiunto – poi verso ora di pranzo ci ha detto ‘mi sento male, vado a casa’. Stamattina è invece venuto il padre e ha detto che non sarebbe venuto, spiegando a mio marito cosa era successo”. “Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere ma intende chiarire, appena possibile, la sua posizione – afferma l’avvocato Alessandro Marcucci, difensore del giovane – E’ molto provato da una tragedia che colpisce più famiglie, in primis quella di Luca Sacchi. Non riusciamo ad immaginare il dolore che stanno provando”.

“Gli accertamenti, che l’autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno, non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati. – detto il capo della polizia Franco Gabrielli – Lo dico tenendo sempre ben presente, non vorrei essere equivocato su questo, che stiamo parlando della morte di un ragazzo di 24 anni”. “Parliamo – ha sottolineato Gabrielli, a margine della cerimonia per i 70 anni della rivista Poliziamoderna – di una vicenda gravissima. E’ morto un ragazzo di 24 anni. Questo dovrebbe imporre ad ognuno di noi un atteggiamento di grande riflessione e rispetto”.

“Questioni di droga? Noi eravamo lì per tenere d’occhio il fratellino che era al pub – ha commentato Anastasia Kylemnyk, la fidanzata della vittima – Luca non è quello che dicono, Luca è l’amore, è solo questo. Non ci sono altre parole per definirlo, ha dato tanto amore, l’ha ricevuto e lo riceverà in continuo, sarà sempre con noi”.

LA PRIMA RICOSTRUZIONE – Secondo una ricostruzione della vicenda circolata nelle primo ore, il giovane personal trainer camminava con la sua fidanzata in via Teodoro Mommsen, vicino al parco della Caffarella, quando due uomini si sono avvicinati e hanno colpito la fidanzata Anastasia, 24 anni, alla testa per strapparle lo zainetto, probabilmente. Luca ha reagito ed è stato ferito da un colpo di pistola alla testa. Il giovane, che avrebbe compiuto 25 anni a febbraio, è stato portato nell’ospedale San Giovanni in gravissime condizioni. Il personale medico è intervenuto, ma non è riuscito a salvarlo. I due aggressori, dopo l’assalto, sono scappati in auto.

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