Il liscio nel calcio è materiale diffusissimo: la Gialappa’s ha dedicato al genere una bellissima rubrica, con papere e gesti goffi del massimo campionato. Ma infilarne quattro o cinque nella stessa azione è pura magia: una magia che solo il calcio dilettantistico può regalare. In questo caso magia che arriva da Maratea, seconda categoria della Basilicata. Da Maratea alla Sardegna: mari splendidi, spiagge di sabbia…e sabbia che sui campi diventa un’arma, quando non lo sono mani e piedi. Poi una chicca relativa ai metodi casarecci che si escogitano sui campi di provincia per stare più comodi e infine una bellissima storia che arriva dall’Eccellenza emiliana.

L’AZIONE PEGGIORE DEL MONDO E IL CONTEGNO DEL TELECRONISTA – Probabilmente rimarrà nella storia come l’azione di gioco più brutta e goffa di sempre. Se nel gioco dei paradossi qualcuno si è mai chiesto se possa esistere un’azione fatta completamente e solo di errori, dall’inizio alla fine, la risposta ora è sì e arriva dalla Basilicata. Durante Maratea-Latronico di Seconda Categoria la squadra di casa perde palla e sul contropiede degli avversari il primo difensore liscia poi tocca al secondo che liscia ugualmente, poi il portiere ultimo baluardo fa peggio, tirandola sull’attaccante avversario, che si invola solo verso la porta completamente vuota. L’attaccante, Nije, non contento di tanta grazia non appoggia comodamente in rete, no, decide di tirare forte. La palla va impazzita sulla traversa di quella porta incustodita, ma il fato deve voler bene a Nije: il pallone gli ritorna lento e comodo per il tap in ma ancora una volta solo, di testa, la butta alta. Un’azione talmente incredibile e incredibilmente zeppa di errori che il telecronista Francesco Fontana di Maratea Web Radio non riesce a frenarsi e dopo aver descritto incredulo e con gran pathos il doppio e triplo buco dei difensori non ce la fa e scoppia a ridere quando l’attaccante la butta definitivamente e inesorabilmente fuori. Il suo “Attenzione al tap in, ah ah alto, ahahahalto, ahahahah non ci credo” diventerà una pietra miliare del web.

“MI MUOVO COME ANGUILLA NELLA SABBIA: CHE RABBIA” – Le migliori prodezze di questa settimana arrivano dalla Sardegna: isola meravigliosa con splendide spiagge di sabbia, ideali per famiglie con bimbi. E si sa che anche il calcio fa ritornare un po’ bambini: originale è infatti la protesta di Federico Fiori dell’Ittiri Sprint, seconda categoria sarda, che a un certo punto ha ben pensato di “tirare della sabbia contro il direttore di gara, colpendolo in varie parti del corpo compreso il volto”. Sulla spiaggia di solito questa prodezza costava il bagno o il gelato all’autore: a Federico Fiori cinque giornate di squalifica.

LA CAPOEIRA – La sabbia è anche terreno ideale per la capoeira, un’arte marziale di origine brasiliana. Avrà voluto provarla Stefano Pala della Gsa Laerru, seconda categoria sarda, che secondo l’arbitro “dopo un normale contatto di gioco scaraventava, immobilizzava a terra e colpiva un calciatore avversario con una serie di pugni al volto e allo zigomo”. Cinque giornate di squalifica anche in questo caso.

MA CHE BELL’OMBRELLO, ASSOMIGLIA A UNO SGABELLO – Abbiamo già avuto modo di notare negli appuntamenti precedenti di questa rubrica che sui campetti di provincia ci si industria come si può per vedere le partite: un mezzo pesante come un trattore può diventare una tribunetta, se il campo si allaga basta collegare una pompa a un mezzo pesante e tirar via l’acqua, se scatta la fame ci si mette a grigliare arrosticini. E se piove? Si prende l’ombrello. Già, e se non c’è? Basta una sedia di plastica in testa, come mostra la pagina “Calcio, nebbia e tavernello” in una foto che arriva dalla seconda categoria veneta.

IL PORTIERE SI RIBELLA AI RAZZISTI: ESPULSO, MA VANNO VIA ANCHE I COMPAGNI – Una bella storia arriva dall’Eccellenza dell’Emilia. Durante Bagnolese-Agazzanese alcuni tifosi iniziano a insultare il portiere della squadra ospite, Omar Daffe, di origine africana, per il colore della sua pelle. Lui non ci sta ed esce dal campo: a quel punto l’arbitro lo caccia, mostrandogli il cartellino rosso, applicando in maniera pedissequa il regolamento. I compagni però sono con lui e di fronte allo zelo cieco dell’arbitro decidono di abbandonare il campo. Purtroppo l’epilogo è di nuovo una zelantissima applicazione del regolamento: l’Agazzanese ha avuto partita persa e anche un punto di penalizzazione in classifica…per essersi ribellata ai cori razzisti.

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