Da tradizione in sordina ad appuntamento semi istituzionale. Ritratti del duce alle pareti, camicie nere e soprattutto la torta con l’effige di un fascista col fez e la scritta Salò 1919-2019, 100 anni di giovinezza. Salò 28 ottobre 2019, ritorno al futuro. Quasi 400 adesioni di nostalgici e camerati. Hanno fatto le cose in grande quest’anno quelli del Movimento Salodiano Indipendente: Gianluigi Pezzali, storico esponente della destra locale e per tanti anni consigliere comunale al Garda Post ha assicurato di aver fatto tutto alla luce del sole: “È una cena che organizziamo ogni anno, dal lontano 1947. A quella prima cena parteciparono 12 persone, con un menù di pane, salame, cipolle e minestra di fagioli. Quest’anno eravamo invece in 368 e mi ha sorpreso la presenza di tanti giovani. Abbiamo ricordato i 100 anni dalla nascita del fascismo e i 97 dalla marcia su Roma. Storia, non apologia“.

Non ha taciuto il presidente dell’Anpi Medio Garda, Antonio Bontempi, che ha inviato una lettera al prefetto di Brescia, al questore e alle autorità competenti non solo locali. Nel testo oltre a collocare la “semplice cena commemorativa” all’interno di un preoccupante quadro di episodi provinciali da non sottovalutare, denuncia anche il fatto che alla cena avrebbero partecipato anche esponenti istituzionali. “In qualità di presidente della sezione Anpi Garda Valsabbia esprimo la nostra profonda preoccupazione di fronte alla rottura di un argine: l’argine che rilegava i fenomeni culturali e politici di stampo neofascista nel campo della sconvenienza e della riprovazione collettiva. In primis dei rappresentanti delle Istituzioni democratiche”. Proseguendo Bontempi chiede “interventi forti perché l’apologia del fascismo è ancora un reato. Non sottovalutiamo quello che sta accadendo nel nostro paese: le sceneggiate non sono mai fine a se stesse. È in corso un preciso rilancio di politiche reazionarie, antidemocratiche e portatrici di idee degenerate e degeneranti di ampio respiro, che non si fermano a questi camerati in camicia nera”.

In ambito provinciale poi il rappresentante Anpi riporta l’attenzione sull’episodio della bomba carta destinata al primo cittadino di Collebeato. “Fin tanto alcuni nostalgici che amano giocare con le divise e ricordare quanto fossero ‘divertenti’ il manganello e l’olio di ricino si ritrovano per cene private si può far finta di nulla -conclude Bontempi -. Ma non si può stare zitti ed inermi quando queste cene diventano per numero di partecipanti e per esibizione di simboli una manifestazione politica, anche se in un ristorante”.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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