12 gennaio 2018 – Proroga delle indagini per tutti
Altri sei mesi per effettuare indagini e nuova attività istruttoria. I pm della Procura di Roma che indagano sul caso Consip, hanno inviato il 19 dicembre scorso al gip Gaspare Sturzo una richiesta di proroga per 12 indagati nella maxinchiesta su Consip.

17 gennaio 2018 – Archiviati Woodcock e la Sciarelli
Nessuna rivelazione del segreto di ufficio, nessun falso. Il gip di Roma Alessandra Boffi ha archiviato, così come sollecitato dalla Procura nell’ottobre scorso, le posizioni del pm di Napoli, Henry John Woodcock e della giornalista di Rai Tre, Federica Sciarelli. I due erano finiti nel registro degli indagati in uno dei filoni della maxinchiesta sul caso Consip.

29 marzo 2018 – Marroni ribadisce le accuse a Lotti
L’ex ad di Consip, Luigi Marroni, ha ribadito le sue accuse al ministro dello Sport, Luca Lotti, nel corso del confronto davanti ai pm di Roma che indagano sulla fuga di notizie nell’ambito dell’inchiesta che riguarda Consip. In sostanza ha ribadito ciò che disse davanti ai carabinieri del Noe e ai pm di Napoli: ovvero che fu proprio Lotti – oltre che il presidente di Publiacqua Firenze, Filippo Vannoni e il generale Emanuele Saltalamacchia – ad avergli rivelato la presenza di cimici nel suo ufficio. Il faccia a faccia arriva il giorno dopo il confronto tra lo stesso Marroni e l’ex comandante della Legione Toscana dell’Arma, Emanuele Saltalamacchia.

29 ottobre 2018 – Chiesta l’archiviazione per Tiziano Renzi, che però “non è credibile”
Rischio processo per l’ex ministro Luca Lotti, per l’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e per altre cinque persone. E ancora: richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi, per l’ex parlamentare Italo Bocchino e per l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. I pm della Procura di Roma hanno chiuso la maxi inchiesta sul caso Consip. In riferimento alla posizione di Tiziano Renzi, i magistrati di piazzale Clodio, nella richiesta di archiviazione, scrivono che nel corso dell’interrogatorio del 7 marzo del 2017 Tiziano Renzi fece “affermazioni non credibili”, fornendo una “inverosimile ricostruzione dei fatti”. Tuttavia, “non è dato rinvenire alcun elemento” – hanno sottolineato – che faccia supporre un accordo illecito con Russo. In particolare, gli inquirenti sostengono che Tiziano Renzi nel corso del confronto con i pm ha “sì dichiarato di conoscere Russo da prima del 2012, di avere condiviso con lui sia esperienze lavorative che esperienze personali come viaggi a Medjugorie, sì di avere instaurato un rapporto tale da avere fatto il padrino di battesimo del figlio, ma esclude di avere ‘parlato mai con lui di Consip‘, né di avere mai ‘spinto con lui su Consip‘”. Queste ultime affermazioni per i pm “non appaiono credibili” confrontate con quanto dichiarato dal testimone e grande accusatore, l’ex ad di Consip, Luigi Marroni, in modo dettagliato, con alcuni puntuali riscontri su luoghi e tempi degli incontri avvenuti con Renzi. Nel provvedimento, aggiungono i pubblici ministeri, Marroni ha riferito che “in due occasioni, nel settembre 2015 e nella primavera 2016, Tiziano Renzi lo avrebbe pregato di ricevere Russo per ‘dargli una mano’. Si sarebbe trattato, secondo quanto riferito da Marroni, di una generica raccomandazione che non avrebbe avuto alcun esito”.

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