16 settembre 2017 – Woodcock indagato anche per falso
Dopo la violazione del segreto istruttorio, il falso. Nuova accusa da parte della procura di Roma nei confronti del pm di Napoli, Henry John Woodcock. La contestazione è avvenuta durante l’interrogatorio dello scorso 7 luglio, quando era stato invitato a comparire per rispondere della prima imputazione. La nuova accusa a Woodcock ruota attorno al famigerato capitolo 17 della maxiinformativa sull’inchiesta, quello che dava conto del coinvolgimento di uomini dei servizi segreti, in seguito rivelatosi infondato, con incongruenze e manipolazioni. A scriverlo era stato l’allora capitano (nel frattempo promosso maggiore) Gianpiero Scafarto, che per quel motivo era stato già indagato per falso. Scafarto – nell’interrogatorio dello scorso 11 maggio – spiegò ai magistrati di piazzale Clodio che era stato proprio il pm napoletano a suggerirgli di fare un capitolo specifico sugli 007. Woodcock ha confermato la circostanza ed è quindi finito indagato anche per falso.

2 ottobre 2017 – Chiesta archiviazione per Woodcock
Il pm di Napoli, Henry John Woodcock, non è l’autore delle fughe di notizie sull’inchiesta Consip e non ha alcuna responsabilità sul falso contenuto in una informativa redatta dall’allora capitano del Noe, Gian Paolo Scafarto. È la conclusione a cui sono giunti i pm della Procura di Roma che hanno chiesto l’archiviazione per il magistrato napoletano così come per la giornalista di Rai Tre, Federica Sciarelli, indagata per concorso in rilevazione del segreto d’ufficio.

12 dicembre 2017 – Sospesi Scafarto e Sessa, accusati anche di depistaggio
La procura di Roma ha contestato a Scafarto e Sessa una nuova ipotesi di accusa, il depistaggio, che, unita alle precedenti già configurate dagli inquirenti, ha portato all’emissione di un’ordinanza che sospende entrambi dal lavoro per un anno (poi annullata due giorni dopo per un vizio di forma, ossia il mancato interrogatorio dei due alti ufficiali dell’Arma). La nuova accusa si riferisce all’eliminazione delle comunicazioni intercorse tra i due, tramite whatsapp, al fine di sviare le indagini della procura sulla fuga di notizie che consentì ai vertici di Consip di apprendere dell’esistenza di un’inchiesta dal parte della magistratura napoletana.

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