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Rifiuti, incendio in un piazzale della società di smaltimento di Lodi: a fuoco 30 mq di plastica. E’ il quarto rogo in due mesi nella zona

Ad andare in fiamme materiale della Lgh, a partecipazione pubblica dei principali Comuni di Cremona, Pavia e Lodi. Indaga la Procura
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Quarto incendio, in meno di due mesi, in un impianto di smaltimento rifiuti a Lodi. L’ultimo rogo venerdì, all’alba, in un piazzale esterno dello stabilimento di Fombio, di proprietà del gruppo a partecipazione pubblica Linea Group Holding (Lgh) formato dalle municipalizzate di Cremona, Pavia, Lodi, Rovato in provincia di Brescia, e Crema in provincia di Cremona. A bruciare sono stati 30 metri quadri di rifiuti indifferenziati, per lo più plastica. Sul posto sono intervenute quattro squadre di vigili del fuoco: al momento nessuno risulta ferito o intossicato. Sull’accaduto indaga il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro.

Il primo episodio di una serie che si sta allungando era stato durante la notte tra il 9 e il 10 agosto in un centro di trattamento rifiuti di carta e cartone a Marudo, già oggetto in passato di tre fatti analoghi, sui quali la Procura di Lodi aveva aperto le indagini. Due settimane dopo era stata la volta del capannone della GGM di Codogno e sue 20 tonnellate di rifiuti. Anche su questo episodio è stato aperto un fascicolo: l’incendio era divampato nei giorni in cui Arpa aveva contestato i quantitativi trattati. E ancora: l’8 settembre un rogo aveva interessato la piazzola ecologica comunale di Valera Fratta e per il quale era stato denunciato un uomo che, secondo i primi accertamenti, si era introdotto per cercare materiali da recuperare.

L’episodio più grave in zona resta però quello di gennaio a Corteolona, nel Pavese ma a pochi chilometri dai confini del Lodigiano. Qui un vecchio capannone, preso in affitto da una società di comodo, era stato riempito di immondizia e dato alle fiamme nel cuore della notte sprigionando una nube tossica che aveva costretto migliaia di abitanti dei paesi limitrofi a passare una giornata con le finestre chiuse. Sempre in provincia di Lodi, infine, a marzo la Direzione distrettuale antimafia di Milano aveva sequestrato l’equivalente di diversi camion di rifiuti all’interno di un capannone sfitto di Meleti ritenuti oggetto di un traffico illecito di rifiuti che aveva comportato anche l’incendio di un capannone nel Milanese.

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