Il fondo lo si tocca con l’igiene urbana, ovvero la gestione dei rifiuti e la pulizia delle strade. Il servizio idrico è quello che merita il voto più alto dopo le difficoltà delle estati passate, ma il’ultimo rapporto dell’Agenzia per il controllo e la qualità consegna all’amministrazione guidata da Virginia Raggi molti spunti di riflessione: nella percezione dei romani sono complessivamente in calo tutti i 18 servizi pubblici di Roma Capitale.

Il giudizio medio dei cittadini non raggiunge la sufficienza dal 2014 e quest’anno addirittura peggiora, scendendo dal 5,33 dello scorso anno a 5,3 del 2019: a pesare – si legge nella 12ª edizione dell’indagine presentata oggi – sono soprattutto i voti attribuiti al trasporto pubblico di superficie (4,1 per autobus e tram, mentre nel 2018 era 4,4) e alla raccolta rifiuti e pulizia delle strade, che incassano rispettivamente 2,7 e 2,8, quasi un punto in meno rispetto allo scorso anno (3,8 e 3,5). Il voto più basso in assoluto, 2,5, è stato attribuito dai residenti del I Municipio, zona centro nord, alla pulizia delle strade e da quelli del XIV alla raccolta dei rifiuti. Le principali criticità riguardano la qualità dei servizi per il 44,3% e l’accessibilità per il 15%, seguite da costo e sicurezza, mentre solo il 27% dichiara di non riscontrare alcun problema.

Nel complesso tutti i 18 servizi pubblici fanno registrare una flessione, tranne uno: il giudizio sull’acqua potabile è in ripresa con un voto di 7,8 rispetto a 7,5 del 2018, ed è il più alto di tutti. A registrare la sufficienza sono 9 servizi su 18: ci sono i servizi culturali, tutti al di sopra del 6 ma con un calo di valutazione di circa mezzo voto ciascuno, alcuni servizi sociali (tranne quelli municipali, per i quali i cittadini hanno espresso un voto di 5,5) e, nel campo della mobilità, i taxi, che risultano appena sufficienti (6,0). Tutto il comparto del trasporto pubblico locale è il calo ed è la metropolitana a subire il più marcato peggioramento: a causa dei continui disservizi alle strutture e della chiusura di alcune stazioni centrali della linea A, il voto dei cittadini scende a 5,0 da 5,8 del 2018. Persino l’illuminazione pubblica per la prima volta scende sotto la sufficienza con 5,8 (era 6,1 nel 2018).

Va meglio quando ai romani si domanda del loro quartiere: sale di 0,16 punti, infatti, il gradimento per la qualità della vita nella zona di residenza, che quest’anno sale a 5,46 rispetto al 5,3 del 2018. Le valutazioni migliori arrivano nel III Municipio e nella zona del litorale, il X Municipio, mentre il voto più basso è stato registrato al centro, nel I Municipio. Il quadrante est della città è il più penalizzato: qui si registrano, infatti, tutti i voti al di sotto della media come il 5,6 del V Municipio, ma va male anche nel XV dove il voto medio si ferma a 5,15. Secondo una lettura socio-anagrafica, infine, sono i giovani e gli studenti a risultare le categorie più soddisfatte mentre i più critici sono gli anziani e i pensionati, seguiti dalle donne e dalle casalinghe.

“L’indagine sulla qualità della vita rappresenta, come ogni anno, una preziosa occasione per raccogliere la percezione degli utenti e analizzare e sottoporre i dati all’attenzione della cittadinanza, affinché vi si riconosca, quindi della comunità scientifica e dei gestori dei servizi”, ha commentato il presidente dell’Agenzia Carlo Sgandurra. “Conoscere, analizzare e condividere questi risultati significa porre le basi per stimolare un confronto con gli amministratori e avviare un processo di miglioramento concreto ed efficace”.

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