Qualche giorno fa una cara amica, che da sempre crede nell’ambientalismo e nei valori della democrazia, mi ha scritto di avere votato e aver fatto votare Europa Verde alle ultime elezioni europee, ma di non avere intenzione di farlo in futuro, perché i Verdi italiani si sono espressi con nettezza contro l’ingresso del M5S nel gruppo dei Verdi al Parlamento europeo: per lei questa scelta sarebbe il segno della nostra chiusura e del non essere inclusivi.

Il tema è di grande attualità dato che in questi giorni il M5S sta intavolando trattative con alcuni gruppi del Parlamento Europeo (Alde, Verdi, ecc.) per trovare una collocazione.

Ecco di seguito la mia risposta.

Cara Amica,

vorrei spiegarti le ragioni di una decisione che, ti assicuro, non è stata né frettolosa e neppure azzardata, ma il risultato di un’analisi politica approfondita e condivisa da tutti i partiti Verdi degli Stati membri della Ue e dal Partito Verde Europeo. Sono appena tornata da Bruxelles per un incontro con tutti i leader dei partiti verdi europei: la nostra linea è stata approvata quasi all’unanimità.

Come sai, il gruppo EGP (European Green Party-EFA) accoglie i parlamentari Verdi eletti in Europa e rappresenta anche i partiti Verdi che non sono riusciti a eleggere dei deputati (noi italiani e, in generale, il sud dell’Europa e l’Est). Questo è l’unico gruppo parlamentare in Europa con un programma condiviso da tutti i partiti nei diversi Stati, senza differenza e senza deroghe. Per dire, su temi come lotta ai cambiamenti climatici, politiche d’incentivi all’economia circolare, stop al consumo di suolo, stop ad allevamenti e agricoltura intensivi, a ogm e fitofarmaci, a fonti fossili, no al Ceta, no all’impunità penale per chi inquina (vedi Ilva), sì alla tutela della biodiversità, sì a fonti rinnovabili, sì a sviluppo del trasporto su ferro ed elettrico, sì a piani strutturali contro il dissesto idrogeologico, a incentivi per chi converte le aziende a favore della tutela ambientale, all’accoglienza dei migranti (con le dovute regole), al diritto di manifestare dissenso, ai diritti delle donne e delle categorie deboli, a un piano di sviluppo economico che abbandoni le politiche di austerity, a una finanza etica, alla legalità e alla lotta a ogni forma di criminalità organizzata… Bene, su tutti questi temi c’è, tra i Verdi europei, totale intesa e allineamento. Un fatto unico e prodigioso.

Arrivo al dunque. Il M5s rappresenta, è bene dirlo subito, un modo di fare politica opposto al nostro. Eterodiretto da un capo assoluto (Casaleggio), non ha mai tenuto un congresso e affida le decisioni dei suoi seguaci a una piattaforma informatica gestita dal capo. Insomma, pochissima trasparenza, e pochissima democrazia.

Solo questo dovrebbe farci capire la distanza che separa noi e loro (noi che siamo una federazione e facciamo dei processi democratici la nostra bandiera). Ma non basta. Pur di conquistare e mantenere il potere, il M5S non ha esitato ad allearsi con la Lega di Matteo Salvini, a votare le peggiori leggi mai viste in Italia: il dl Genova, con la modifica dei limiti (già più alti rispetto alle normative europee) delle sostanze tossiche che è permesso sversare sotto forma di fanghi nei terreni agricoli; l’impunità penale per i proprietari dell’Ilva di Taranto; la proroga di 15 anni per le concessioni delle spiagge ai privati; il sì alla Tap; il rinnovo delle concessioni per le trivelle; il decreto sicurezza, il più grave atto legislativo contro i diritti umani mai legiferato in Italia.

Poi un bel giorno, dopo che Salvini ha mandato all’aria il governo, i 5S decidono che possono governare con il Pd. Con lo stesso Pd che, fino al giorno prima, aveva lanciato strali contro di loro e che un anno e mezzo prima aveva rifiutato l’ipotesi di formare un esecutivo con loro.

Cara Amica, noi Verdi siamo un piccolo partito fuori dal Parlamento (da troppi anni), fieri della nostra coerenza e della nostra onestà intellettuale, politica ed etica. Anche questa è ecologia, per noi. Alle Europee non abbiamo raggiunto il quorum, ma questo atteggiamento ci ha premiato, portando Europa Verde al 2,5%. Alle elezioni precedenti, per la cronaca, avevamo ottenuto lo 0,6%. Un successo politico straordinario e ottenuto con mezzi economici modesti (se messi a confronto con quelli di altri partiti: per l’intera campagna elettorale avevamo a disposizione solo 30 mila euro).

Come tutti quelli che credono nella democrazia, nella giustizia sociale e nei diritti, siamo felici che Salvini sia finito all’opposizione, ma non ci piace il trasformismo come pratica politica, e sai benissimo a chi mi riferisco. Vigileremo con attenzione e scrupolo. Denunceremo, da brave sentinelle, ogni azione contraddittoria di questo governo rispetto alle promesse, magniloquenti e ambiziose.

Per finire: oggi tutti si proclamano ambientalisti e s’intestano le battaglie ecologiste. Un fenomeno abbastanza recente, chiamato greenwashing. Tu lo sai meglio di me: l’ambientalismo è una cosa seria e se davvero vogliamo salvare il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti dobbiamo cambiare modello economico. Non bastano più sporadiche azioni virtuose e piccole isole felici. Sostenere i poteri forti, i costruttori che consumano suolo, le lobby finanziarie, non crea lavoro, sviluppo sostenibile, condizioni di vita sane. Non risolve quella crisi politica, economica e ambientale che devasta il sud del mondo e che noi abbiamo alimentato nei secoli dei secoli.

Permettimi ora di rivolgerti un paio di domande: credi che il Pd abbandonerà la sua idea di sviluppo vecchia di un secolo? Credi che il M5S riuscirà a cambiare questa traiettoria umana e politica?

Le migliaia di persone che si avvicinano a noi hanno già risposto: non vogliono più una politica che spende 19 miliardi all’anno di incentivi alle fonti fossili. Le decine di amministratori locali che nelle ultime settimane abbandonano il M5S e il Pd per entrare nei Verdi e in Europa Verde ci dicono che siamo sulla buona strada. Una strada difficile e in salita, che spero un giorno possa diventare la strada di tutti. Anche la tua.

Un grande abbraccio,
Elena

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