Cultura

Campiello, Andrea Tarabbia vince la 57° edizione del premio con il romanzo “Madrigale senza suono”

"Nel libro ho creato un mio alter-ego. Attraverso il personaggio di Gesualdo da Venosa racconto il rapporto tra il bene e il male"

di F. Q.

Andrea Tarabbia si è aggiudicato la 57* edizione del Premio Campiello con il romanzo Madrigale senza suono. Il libro, edito da Bollati Boringhieri, con 73 voti su 277 ha conquistato la giuria dei 300 lettori anonimi che lo ha preferito agli altri romanzi finalisti: al secondo posto Carnaio (Fandango Libri) di Giulio Cavalli, al terzo La vita dispari (Einaudi) di Paolo Colagrande, al quarto Il gioco di Santa Oca (La Nave di Teseo) di Laura Pariani e al quinto posto Lo stradone (Ponte alle Grazie) di Francesco Pecoraro.

“Sono estremamente emozionato e soddisfatto – ha commentato Tarabbia – dedico il premio a mio figlio, a mia moglie e alla bimba che stiamo aspettando. Per me il Campiello è stato poter entrare nella testa di persone che non conoscevo e condividere con loro un percorso”. E poi lo scrittore spiega così il suo testo: “Nel libro ho creato un mio alter ego, un servo deforme, cattivo, stupido e invadente. E’ stato catartico e divertente. Gesualdo da Venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento, è il centro attorno a cui ruota il congegno ipnotico del romanzo. Attraverso il personaggio racconto il rapporto tra il bene e il male, tra il bianco e il nero. Come può il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito musicale?”.

Tra gli invitati alla serata anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Esprimo rinnovata stima agli industriali veneti che quasi 60 anni fa capirono, con una straordinaria intuizione, che la cultura doveva essere parte integrante del percorso di benessere e sviluppo sul quale l’Italia si era avviata. Come pionieri scelsero di investire su di essa dando vita al Premio Campiello. Oggi possiamo dire che quella scommessa è stata ampiamente vinta”. Nel corso della cerimonia è stato anche assegnato il premio “Il Campiello per San Patrignano” a Kidane Grianti con la motivazione letta dalla co-fondatrice della Fondazione San Patrignano Letizia Moratti: “Attraverso una scrittura fluida, efficace e una notevole abilità nel giocare con le immagini, è narrata una struggente vicenda di forzata separazione. una madre che, ritrovando se stessa, può tornare di nuovo a stringere la parte più importante di sé”. Si tratta di un’iniziativa che ha coinvolto i ragazzi della Comunità di San Patrignano nella scrittura di un racconto a tema libero che è stato valutato dalla Giuria del Campiello Giovani.

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