Cultura

Monica Silva, al MAC di Milano apre “Sacro Profano”. In mostra 40 fotografie dell’artista brasiliana

In esposizione scatti storici e ancora inediti, tratti dai lavori Banana Golden Pop Art, Flower Power, Lux Et Filum, Golden Sexy Fruit. La ritrattista: "Ho voluto sfidare e provocare l’occhio dei visitatori in un’epoca in cui sono sommersi da centinaia di immagini"

di F. Q.

Un’esposizione di 40 opere per ripercorrere la carriera di di Monica Silva, fotografa brasiliana di fama internazionale: il 17 settembre apre la mostra Sacro Profano, a cura di Andrea Dusio e presentata dalla Fondazione Maimeri allo spazio M.A.C. di Milano, dove sarà visitabile fino al 2o settembre.

Gli scatti più famosi della ritrattista insieme quelli più recenti, inediti, tratti dai suoi portraits a e dai lavoriBanana Golden Pop Art” (2014), “Flower Power(2018), Coca Cola Series” (2019) e “Golden Sexy Fruit(2019).

Fra i progetti in mostra c’è “Lux Et Filum – una visione contemporanea di Caravaggio”, lavoro che vanta il patrocinio culturale del governo brasiliano per essere “di rilevanza culturale e sociale” e perché contribuisce“in modo significativo alla diffusione della cultura”. Qui Monica Silva si misura con Caravaggio e lo reinterpreta, chiedendosi come sarebbero raffigurati, oggi, i suoi dipinti. L’artista dialoga anche con un altro grande autore del passato, di tutt’altra epoca: in “Coca Cola Series” offre un omaggio all’estetica di Andy Warhol.

Allestita anche la “Wunderkammer” (camera delle meraviglie) una stanza con alcuni degli oggetti di design utilizzati dalla fotografa negli scatti esposti per mostrare al visitatore ciò che ha ispirato l’autrice e cosa si nasconde dietro ai suoi progetti.

“La fotografia per me va ben oltre il semplice click e comprende una ricerca di mesi e talvolta anni prima di prendere forma in uno scatto – commenta Monica Silva – Il risultato sono immagini con una forte identità, colme di messaggi subliminali e racconti. In Sacro Profano gli scatti esposti sono pieni di indizi e di messaggi nascosti; in un’epoca nella quale gli utenti sono sommersi da centinaia di immagini, ho voluto sfidare e provocare l’occhio dei visitatori, invitandoli a soffermarsi e a riflettere sulle immagini esposte.”

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