Il provvedimento della Questura di Roma resta in vigore. La famiglia mostra il suo disappunto e annuncia che non sarà presente al funerale, chiedendo “a tutti quelli che volevano bene a Fabrizio” di non partecipare”. Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta della famiglia di Fabrizio Piscitelli, di ottenere i funerali del proprio congiunto non in forma privata, dopo il divieto della Questura per motivi di ordine pubblico. L’ex capo ultrà degli Irriducibili della Lazio, soprannominato “Diabolik”, è stato ucciso la settimana scorsa in un parco alla periferia di Roma. Sull’omicidio del 53enne, pluipregiudicato, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta con aggravante del metodo mafioso.

La decisione è stata assunta dal questore Carmine Esposito per evitare l’assembramento nella Capitale di esponenti ultras provenienti da tutta Europa. In città è già presente un nutrito gruppo di hooligans del West Ham, squadra londinese gemellata con la Lazio. Prevista anche la presenza di delegazioni di tifoserie amiche, come quelle di Inter, Verona, Triestina, Espanyol, Levsky Sofia e Real Madrid. Ma è dai tempi della morte di Gabriele Sandri, nel 2007, che la parte più estrema del tifo laziale ottiene solidarietà anche da alcune frange della curva romanista. E non solo quelle legate all’estrema destra. “Nel cielo biancazzurro brilla un’altra stella. Ciao Fabrì”, hanno scritto i Fedayn, gruppo della Sud che si professa di sinistra e che muove i suoi passi dal Quadraro, quartiere d’origine dello stesso Piscitelli.

Una situazione non facile da gestire. La Digos teme che la vicenda possa proseguire anche con l’inizio del campionato e c’è il timore che la tensione possa sfociare in scontri fra gli ultras e le forze dell’ordine. Il 1 settembre, alle 18, è in calendario allo stadio Olimpico il derby Roma-Lazio. E il giorno dell’uccisione di Sandri, gli agenti hanno ancora in mente l’assalto congiunto di biancocelesti e giallorossi alla sede del commissariato Prati, propedeutico a una notte di scontri quando gli ultras misero a ferro e fuoco la città.

“Il mio intendimento non è certo quello di interferire con la funzione religiosa, né tantomeno quello di negare questo momento ai suoi familiari. L’obiettivo della mia ordinanza è quello di evitare che si verifichino dei delicati problemi di ordine pubblico”, ha detto all’Adnkronos il Questore di Roma, Carmine Esposito, in seguito alle dichiarazioni della famiglia di Piscitelli. Ha risposto, indirettamente, Ginevra Piscitelli, figlia di Fabrizio, su Facebook: “Il nostro obiettivo non era nessun funerale di Stato, bensì un funerale normale dove potevamo dare un saluto a mio padre alla luce del sole, sostenuto da tutti i suoi amici e parenti”.

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