Fondi russi a Lega? Non si possono derubricare queste cose solo perché si è al governo insieme. In altri tempi avremmo messo sottosopra il Parlamento per una cosa simile“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dalla senatrice M5s Elena Fattori, che aggiunge: “Su questa vicenda bisogna indagare, è inutile richiamare vicende precedenti come i soldi russi al Pci, come ho visto su Rai Due. La presidente del Senato ha detto che sono pettegolezzi giornalistici. Io credo invece che su una questione del genere l’atteggiamento giusto sia quello di fare chiarezza. Questa storia marca una differenza col M5s? Mah, dipende da quale sia il M5s di cui parliamo, perché ormai parlare di un solo M5s non ha più senso“.

La parlamentare M5s spiega: “Ci sono tanti Movimenti 5 Stelle. Io faccio parte di quello antico. Come disse Alessandro Di Battista, la coerenza è un valore, l’intransigenza anche. Quando uno aderisce a un gruppo, ne adotta i principi. Poi vederseli cambiare per convenienza non è semplice. Quello di cui stiamo parlando è il M5s di Luigi Di Maio al governo, cioè parliamo di una sottocategoria del Movimento che non rappresenta tutti. La polemica tra Di Battista e Di Maio? Alessandro è un libero cittadino che ha scelto di non candidarsi, una decisione importante di cui capiremo il motivo profondo solo col passare del tempo. Io ho la mia idea, ma non la dico. Di Maio mica è l’imperatore dell’Italia, ma rappresenta una fetta cittadini, anche ridotta rispetto alle scorse elezioni- continua – e quindi non ha nessun diritto di giudicare chi fa qualcosa a nome proprio. Bisogna un po’ che Di Maio scenda dallo scranno del ‘comando io’, perché l’Italia è una democrazia dove ognuno dice quello che vuole. Le critiche di Di Battista? Credo sia un valore aggiunto ricevere delle critiche costruttive. Forse Di Maio dovrebbe attivare l’ascolto nei confronti di chi gli dice che c’è qualcosa che non va“.

E sottolinea: “Questa esperienza di governo è andata male, perché non si sono fatti valere i numeri in Parlamento. Quando hai il 34%, il tuo alleato o contrattista (le cose sembrano più belle se cambi il loro nome) deve seguire le indicazioni del gruppo parlamentare più abbondante. Quello che è avvenuto è esattamente il contrario. C’è stato un centralismo governativo per cui il Parlamento è stato imbavagliato e incaprettato. E all’interno del governo ha comandato di più la Lega, c’è poco da fare. Benché si siano ottenute molte cose grazie al M5s, se tu non utilizzi il tuo gruppo parlamentare, che è forte, preparato e numeroso – prosegue – è chiaro che soccombi in un qualunque Consiglio dei ministri e ti riduci molto spesso a seguire le modalità comunicative della Lega. Ma è chiaro che si sceglie sempre l’originale. Sono stati commessi degli errori enormi dall’inizio di questo governo. Alcuni di noi lo avevano capito e detto, ma sono stati espulsi oppure sospesi. Se ci sono critiche o istanze, invece, sarebbe bene ascoltarle anziché far finta che non esistano. Così non è andata, ma, secondo me, c’è la possibilità di correggere la rotta”.

Fattori, infine, si esprime sullo scontro Lega-M5s in merito all’autonomia e alla scuola: “Se fino ad ora si è stati zerbini di Salvini, non scordiamoci che i nostri voti sono soprattutto al Sud, quindi cedere sulle scuole al Sud vorrebbe dire suicidio completo. Quella di Di Maio deve essere una resistenza vera su questo tema, me lo auguro davvero. La scuola non va toccata perché è la categoria di lavoratori che più si sa imporre. Quando si fa una riforma della scuola bisogna ascoltare tutti. Se si sbaglia lì, si è morti politicamente. Spero ci sia la voglia di essere davvero 5 Stelle su questo tema e di non fare scuole di Serie A e di Serie B. Non c’è trattativa su una cosa del genere, la scuola deve essere nazionale. Impariamo da quello che è accaduto con la sanità”.

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