“Ci ritroveremo al Baretto in tutte le occasioni in cui l’Atalanta dovesse infestare il nostro stadio con la propria presenza per le partite di Champions“. Firmato: gli ultras dell’Inter. Eppure l’idea aveva suscitato l’entusiasmo del mondo sportivo – e non solo – italiano. Lo stadio “Giuseppe Meazza” di Milano, la “Scala del calcio“, a disposizione della “cenerentola” bergamasca per le prime cene di gala della sua storia nell’Europa che conta. Una favola che può diventare realtà, cui hanno già dato il loro benestare il Comune di Milano, proprietario dello stadio di San Siro, e uno dei due club co-gestori, l’Inter del giovane patron Steven Zhang. Manca ancora il sì Milan, la cui esclusione dalle coppe europee aveva aperto alla proposta della famiglia Percassi, proprietaria dell’Atalanta. “Stiamo valutando, non vogliamo fare un torto ai nostri tifosi”, avrebbe riferito Paolo Scaroni, secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, prendendo tempo. Secondo la Rosea, il sì rossonero potrebbe arrivare entro la giornata di venerdì.

A complicare le cose, però, ora ci si mettono gli ultras. La cui posizione potrebbe influenzare le considerazioni finali in capo al prefetto di Milano, Renato Saccone. Gli ultrà atalantini sono rivali storici di quelli interisti – risale proprio a un Inter-Atalanta lo storico episodio del motorino lanciato dal secondo anello verde, il 17 maggio 2001 – ma anche con quelli milanisti non c’è mai stato un gran feeling. Anzi. “Verrebbe da sorridere, per non inorridire, davanti al fatto che per il comune di Milano una festa ai giardini pubblici fosse un problema di ordine pubblico ma far giocare a San Siro una squadra la cui tifoseria è storica rivale di entrambe le curve milanesi non lo sia”, hanno scritto i capi ultrà della Beneamata sulla pagina Facebook “L’Urlo della Nord“. “Ancora una volta – si legge nel comunicato – ci vediamo costretti a manifestare civilmente il nostro disappunto”. Per questa ragione “invitiamo fin da ora tutti i frequentatori della Nord a ritrovarsi davanti al Baretto in tutte le occasioni in cui veramente l’Atalanta dovesse infestare il nostro stadio“. L’alternativa per l’Atalanta ancora non c’è, perché vi sono dubbi che lo stadio di Reggio Emilia possa essere omologato per la Champions.

Intervistato da MilanNews.it, lo storico capo ultra, Giancarlo Capelli, detto “Il Barone“, ha confermato come la Curva del Milan abbia “la stessa posizione. Da tifosi milanisti e interisti siamo gelosi del nostro stadio. Non sono i sindaci di Milano e Bergamo che devono prendere queste decisioni, i tifosi vanno ascoltati“.

Come detto, il comunicato della curva interista rischia di rimettere tutto in discussione. L’Atalanta dovrà giocare almeno tre gare casalinghe in Champions League. E, al di là dell’annuncio di “proteste civili” da parte degli ultrà milanesi, i timori per l’ordine pubblico potrebbero essere forti. Specie perché i bergamaschi, in quarta fascia, potrebbero ritrovarsi a ospitare tifoserie non proprio semplici da gestire, come quelle di Real Madrid e Liverpool. Già nella scorsa stagione, le frange estreme delle tifoserie di Inter e Atalanta sono state coinvolte in casi di violenza fuori dallo stadio. Il più grave il 27 dicembre scorso, quando Daniele Belardinelli fu investito e ucciso da un Suv mentre fuori dallo stadio impazzavano gli scontri fra interisti e napoletani. Gruppetti di bergamaschi, invece, sono stati intercettati a Roma in occasione della gara di Europa League fra Lazio e Eintracht Francoforte, quando i tifosi tedeschi devastarono il centro della Capitale. Proprio nelle ore successive alla gara Lazio-Atalanta di campionato, una bomba carta ha semi-distrutto la sede degli Irriducibili laziali (gemellati con gli interisti) nel quartiere Appio Latino di Roma.

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