Il capo degli ultras laziali chiama in causa addirittura gli anni di piombo. Per chi indaga, invece, può essere un avvertimento in vista della finale di Coppa Italia tra Lazio e Atalanta in programma il prossimo 15 maggio allo stadio Olimpico. Comunque la si metta, la “bomba alla crema” che la scorsa notte ha divelto la serranda della sede degli Irriducibili Lazio nel quartiere Appio-Tuscolano di Roma non va sottovalutata. Anche perché lo storico capo-ultras della Curva Nord biancoceleste Fabrizio Piscitelli, più comunemente conosciuto come “Diabolik”, all’AdnKronos avverte: “Se vogliono tornare al terrorismo degli anni ’70, noi siamo pronti. Anzi, io non vedo l’ora“. Invocando, in un certo senso, il movente politico, dopo lo striscione su Mussolini esposto proprio dagli Irriducibili il 24 aprile scorso a Milano nelle ore precedenti al match tra Milan-Lazio. L’altra pista è appunto quella dell’avvertimento ad opera dei tifosi dell’Atalanta: gli ultras nerazzurri e biancocelesti se le promettono (e in parte se le danno) dall’inizio della stagione e i tifosi della Dea sono storicamente di estrema sinistra.

I FATTI – Partiamo dai fatti. Nella notte tra domenica e lunedì intorno alle 4 un boato ha svegliato il quartiere Appio-Tuscolano, fra la fermata metro di Colli Albani e la chiesa Santa Maria Ausiliatrice. Un ordigno rudimentale, artigianale, è esploso davanti alla serranda della sede degli Irriducibili Lazio in via Amulio, storicamente di estrema destra e in cui militano esponenti dei movimenti Forza Nuova e Casapound. Si tratta di un quadrante molto caro ai neo-fascisti romani: a pochi metri ci sono proprio la sede di Forza Nuova e l’ex sede del Fronte della Gioventù di Acca Larentia, dove il 7 gennaio 1978 estremisti di sinistra uccisero brutalmente due giovani militanti missini (un terzo morì nei successivi scontri con la polizia).

Nessuno è rimasto ferito, ma la sede del gruppo ultras è stata parzialmente danneggiata. Al momento non vi sono state rivendicazioni. Sul posto è arrivata la polizia scientifica e la Digos, si stanno analizzando le telecamere nel quartiere per capire se vi sono elementi chiari su chi possa essere l’autore del gesto. Gli Irriducibili sono da sempre il principale e sostanzialmente unico gruppo ultras della Lazio, anche se per qualche anno, a cavallo degli ultimi due decenni, la tifoseria organizzata aveva subito un ridimensionamento, sia per i guai giudiziari che hanno colpito i loro vertici, sia per la forte polemica con l’attuale presidente, Claudio Lotito, che li aveva portato a un lungo sciopero del tifo.

DIABOLIK: “RIVOGLIONO GLI ANNI 70: SIAMO PRONTI” – Dal suo “ritorno”, pur rivendicando una posizione di estrema destra, ufficialmente il gruppo non ha fatto politica attiva. Almeno fino alla vigilia del 25 aprile scorso, quando qualche ora prima della semifinale di ritorno di Coppa Italia, Milan-Lazio, alcuni tifosi in trasferta hanno esposto in corso Buenos Aires uno striscione con scritto “Onore a Benito Mussolini” e firmato appunto “Irr”. L’episodio ha scatenato molte polemiche e meno di due settimane dopo qualcuno ha posto un ordigno davanti alla sede degli Irriducibili. L’ipotesi che i due episodi siano in qualche modo collegati è rinvigorita dalle parole di “Diabolik“: “Se vogliono tornare al terrorismo degli anni ’70, a quel clima, noi siamo pronti. Di certo non ci tiriamo indietro” ha detto all’AdnKronos lo storico capo ultras.

“Siamo abituati a peggio – ha affermato Piscitelli – paura mai, per carità. È chi ha messo la bomba che ha dimostrato di aver paura. È un atto vigliacco, fatto di notte: avrebbero potuto ferire chi dorme nei paraggi, in strada. Sanno dove stiamo, sanno dove abito e sanno bene che al di là di quella saracinesca c’è una associazione che si occupa del sociale, dove non si fa politica. Noi andiamo allo stadio, fine. Poi, certo, siamo fascisti, gli ultimi fascisti di Roma, e non rinneghiamo nulla”, ha rivendicato “Diabolik”. C’è un movente politico, dunque, dietro l’ordigno rudimentale? “Se andiamo per logica – ha spiegato Piscitelli – quanto accaduto si può ricondurre a quella situazione (lo striscione su Mussolini esposto a corso Buenos Aires il 25 aprile scorso, ndr) ma a quel punto, ripeto, non ci tiriamo indietro”. Agli Irriducibili è arrivata anche la solidarietà da parte di Casapound Roma Sud: “Un attacco di questo tipo, di chiara matrice politica antifascista, è intollerabile alla luce delle vittime che poteva causare e soprattutto per il valore intimidatorio che rappresenta. La sezione degli Irriducibili è tuttora in attività e raccoglie la nostra piena solidarietà”.

TIMORI PER LA COPPA ITALIA – Ma al di là delle suggestioni, i veri timori sono per la finale di Coppa Italia, prevista nella Capitale per il prossimo 15 maggio. È bene precisare che per il momento sono aperte tutte le piste. Fra queste però, più che la matrice politica prenderebbe piede quella sportiva. Che non è meno inquietante. Domenica pomeriggio, infatti, a Roma si è giocato il match di Serie A fra Lazio e Atalanta,  antipasto della finale della prossima settimana. E le due tifoserie sono tutt’altro che amiche. Anzi. È dall’inizio dell’anno che se le promettono. In particolare, i rapporti si sono deteriorati nell’ottobre scorso, quando decine di tifosi bergamaschi si sono mescolati ai “gemellati” dell’Eintracht Francoforte, rendendosi responsabili di raid ai danni di quelli biancocelesti sia nel match di andata in Germania che in quello di ritorno nella Capitale il 13 dicembre. Cosa che non fa altro che accendere l’attesa per la finale di Coppa Italia che da quando si svolge a Roma in atto unico ha sempre creato problemi in termini di ordine pubblico (su tutti i fatti precedenti a Napoli-Fiorentina del 2014, quando l’ultras romanista Daniele De Santis uccise con un colpo di pistola Ciro Esposito).

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