L’ennesima serata di tensione nel centro di Roma alla vigilia di una partita di coppa. E ora, dopo i disordini di cui si sono resi protagonisti i tifosi tedeschi dell’Eintracht Francoforte, l’indice è puntato contro la macchina della sicurezza capitolina messa in campo dalla Prefettura e dalla Questura di Roma. Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, si tende a sottovalutare gli allarmi che arrivano dalle intelligence rispetto agli ultras stranieri. Il precedente più rilevante è quello del 19 febbraio 2015, quando alcune centinaia di olandesi al seguito del Feyenoord – di cui 44 finiti poi a processo – danneggiarono gravemente la Barcaccia del Bernini in piazza di Spagna, prima della gara di Europa League allo Stadio Olimpico contro la Roma. Episodio che quasi scatenò un incidente diplomatico fra l’Italia e i Paesi Bassi, con il governo olandese che si rifiutò pure di pagare i danni. Ma da allora, ad ogni partita di coppa in casa, Roma si blinda, incrocia le dita e prova a limitare i danni.

GLI ALLARMI INASCOLTATI – Eppure, le intelligence avevano consegnato a Questura e Prefettura ampi report sulla pericolosità dei tifosi dell’Eintracht. Già nella partita d’andata in Germania, infatti, c’erano state tensioni fra gli ultras tedeschi e quelli laziali. I tifosi teutonici sono gemellati con quelli dell’Atalanta, acerrimi nemici dei biancocelesti, e fonti della Digos hanno anche individuato diversi esponenti degli ultras nerazzurri nella Curva sud dello Stadio Olimpico. Non solo. I biancorossoneri vivono un momento particolarmente positivo rispetto alla loro storia sportiva recente e da tifoseria particolarmente “benestante” sono piuttosto incentivati a seguire la loro squadra in giro per l’Europa. Motivo che ha spinto quasi 10mila persone a venire dalla Germania per una gara sostanzialmente inutile ai fini del girone di Europa League, trattenendosi in città per diversi giorni. Nonostante questo, le autorità hanno acconsentito che l’Eintracht Francoforte potesse destinare ai propri tifosi ben 8.500 biglietti, 3.500 in più rispetto ai 5.000 di cui si compone il settore ospiti. Una “concessione” che ha spinto i tedeschi ad assiepare la Curva Sud, disertata dai tifosi biancocelesti.

IL MEETING POINT CHE NON FUNZIONA – C’e’ da dire che il piano sicurezza per le partite, da diversi anni, è più o meno sempre lo stesso. Solo in occasione della recente semifinale di Champions League fra Roma e Liverpool il contingente schierato è stato rinforzato (e infatti non vi sono stati incidenti). Per il resto, al centro delle misure c’è sempre il “meeting point” di piazza delle Canestre, nel cuore di Villa Borghese, quello che anche stavolta il questore Guido Marino ha “fortemente consigliato” ai tifosi dell’Eintracht in una brochure bilingue. Un punto centrale, questo, perché da qui partono le navette scortate in direzione Olimpico. Solo che per raggiungere questo “meeting point” i tifosi organizzati – che si muovono sempre in gruppo, per non restare vittime di imboscate avversarie – attraverso tutto il centro della Capitale. Marciando per via del Corso con fumogeni e candelotti accesi, come hanno fatto stavolta i tedeschi, o riversandosi nella Metro A come avrebbero voluto fare gli sfortunati tifosi russi del Cska Mosca lo scorso 23 ottobre. Comunque vada, creando tensione. Anche da ubriachi, visto che le ordinanze anti alcool vengono eluse sistematicamente. Non solo. Fino al 2013, infatti, i gruppi organizzati venivano sempre scortati sin dall’arrivo a Roma in aeroporto, per poi essere accompagnati a Villa Borghese. In questo modo – come accaduto in occasione di Roma-Liverpool – le frange più pericolose non potevano proprio passare al centro. Ma da un po’ di tempo, anche a causa di polemiche sindacali e politiche, questo avviene solo in casi eccezionali. Ed ecco che il Tridente Mediceo diventa passerella per i “barbari”.

(ALMENO) TRE ANNI DI TENSIONI – L’impressione è che da Roma-Feyenoord, la Capitale non abbia ancora imparato la tensione. Eppure, sono almeno 3 anni che ogni due settimane nel centro cittadino si trema. Solo per citare i casi più eclatanti. Piazza del Popolo, ad esempio, fu messa a ferro e fuoco il 26 febbraio 2016 in occasione di Lazio-Galatasaray e il 2 novembre 2017 prima di Lazio-Nizza. Il 23 ottobre 2018, poi, non c’è stato solo l’incidente della metro Repubblica, ma anche gli accoltellamenti fuori dallo Stadio Olimpico al termine di Roma-Cska Mosca, con le successive cariche e gli scontri sviluppatisi fino a piazzale Flaminio.

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