Televisione

Avanti un altro, parla “lo Iettattore”: “A Rieti ero considerato una persona da non frequentare. Forse per il mio aspetto. Ora però tutto è cambiato”

Una storia che nessuno potrebbe mai immaginare, quella che si nasconde dietro la faccia del popolare personaggio del quiz di Paolo Bonolis

di Francesco Oggiano

A Rieti ero considerato una persona da non frequentare. Una ragazza venne picchiata dai genitori, solo perché era stata vista in giro con me”. In fondo, il personaggio dello Iettatore di Avanti un altro è nato da un atto di orgoglio: ostentare il passato per farsene beffa ed esorcizzarlo. Perché ben prima di esserlo davanti a milioni di italiani che apparecchiano la tavola ogni benedetta sera, Franco Pistoni è stato “lo Iettatore” in un contesto molto più importante: il suo paese. “Ero alto, magro, con l’orecchino e di sinistra estrema: una persona da tenere a distanza”. Era quello che non veniva invitato ai compleanni, Franco. Oggi, a 63 anni, viene fermato per elargire benedizioni a persone e case. In mezzo, ha girato il mondo per 10 anni ed è morto un sacco di volte.

Figlio di impiegato postale e maestra elementare, fa l’incontro della vita ad appena 15 anni, quando si imbatte nella compagnia sperimentale del Living Theatre. Studia due anni da mimo, poi fa teatro danza e parte per 10 anni con una compagnia teatrale d’avanguardia. “Esclusa l’Africa, andammo ovunque, dall’Australia all’America. Parlavamo coi gesti, e ci capivano tutti”. Ha pure “il periodo poetico”, Franco: “Ho pubblicato 5 o 6 libri di versi, abbastanza ermetici tanto da non venderne una copia”.

L’uomo però deve “pagare le bollette” e finisce per “prostituirsi” al cinema. Nel 1986 compare addirittura ne Il Nome della Rosa, accanto a Sean Connery. “Quando tornai in paese, ero diventato quello che ha recitato con James Bond. Gli stessi che mi avevano tenuto a distanza adesso mi salutavano. Non ci feci caso”. Neanche al cinema, ci fa caso: “L’ho fatto per guadagnare soldi, ma non mi è mai piaciuto. Forse perché sono sempre stato usato come caratterista negli stessi ruoli”. Ancora una volta, Franco si sente considerato solo per il suo aspetto esteriore. “Feci una quarantina di film, di cui ne salvo solo un paio. Ero sempre quello alto, magro e piuttosto cupo. Forse perché ho un tipo di fisico associato a qualche tipo di malanno, anche psicologico. Ho ucciso e sono morto un sacco. In tutte le maniere: impiccato, suicidato, accoltellato”.

È il destino di chi ha quel corpo e quella faccia lì. Una faccia che nel 2011 viene richiesta da un’agenzia. La produzione dello show pre-serale di Paolo Bonolis Avanti un altro, in onda su Canale 5, cerca qualcuno che interpreti lo Iettatore, un personaggio ispirato a quello di Totò nel film La Patente. La prima volta Franco rifiuta: “Non volevo apparire. La tv non mi ha mai appassionato. Non ce l’ho mai avuta neanche a casa”.

L’anno dopo, però, ci ripensa. Per tre motivi. “Primo, volevo sperimentare. Secondo, mi faceva comodo un’entrata per pagare gli studi di mia figlia all’Università di Roma. Terzo e più importante, con quel personaggio avrei avuto la mia ‘rivincita’. Volevo riuscire a trasformare una figura temuta e negativa nel suo esatto contrario. Volevo prendere un personaggio cupo, che mi era stato attribuito in passato, e trasformarlo in una figura piacevole, un piccolo cialtrone che piace anche ai bambini. Voi mi avete visto così? E io vi faccio vedere come posso piacere a tutti”. Eccola, la sfida di Franco: esorcizzare il suo passato ostentandolo e rendendolo gradevole al pubblico più generico che ci sia.

La sfida è vinta. Nel giro di pochi mesi lo Iettatore diventa una presenza quotidiana nelle case di milioni di italiani, con i suoi abiti scuri, gli occhiali neri, i capelli lunghi e il portamento cerimonioso. Racchiude in sé tutte le superstizioni dell’umanità, e lo fa talmente seriosamente da farci affezionare a lui. Per Franco il primo anno è uno choc. “Molti sconosciuti iniziarono a fermarmi per strada e a chiedermi i numero del Lotto. Altri si toccavano le palle e basta… Una signora cercò di trascinarmi a casa sua: voleva che gliela benedicessi”. Poi la gente si abituò allo Iettatore, come ci si abitua a tutto. E adesso Franco è con suo stupore “amatissimo, anche dai bambini”. Una persona da frequentare.

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