Il numero di occupati torna a crescere. Dopo due cali consecutivi, nel primo trimestre del 2019 le persone con un lavoro tornano a crescere, seppure lievemente, in termini congiunturali, facendo registrare un aumento di 25mila (+0,1%). Rispetto ai primi tre mesi del 2018 si riscontra una crescita di 144mila occupati (+0,6% in un anno). I dati sono dell’Istat che stima il tasso di occupazione al 58,7% (+0,1 punti), sintesi dell’aumento per le donne (+0,3 punti) e della stabilità per gli uomini. Alla crescita del Nord (+0,4 punti) si contrappone la diminuzione nel Centro e nel Mezzogiorno (-0,1 punti in entrambi i casi).

Quanto alla tipologia dei contratti prosegue la tendenza degli ultimi mesi: l’aumento del numero di occupati nel primo trimestre è il risultato della crescita dei dipendenti permanenti (+47mila, +0,3%) e degli indipendenti (+7 mila, +0,1%) a fronte di una flessione dei dipendenti a termine (-29mila, -1,0%). Tra questi ultimi, se da un lato si riduce la permanenza nell’occupazione (-1,8 punti, 81%), dall’altro aumentano in maniera cospicua le transizioni verso il lavoro dipendente a tempo indeterminato (+5 punti, 21,6%).

Nel primo trimestre del 2019 il tasso di disoccupazione, dopo la crescita del trimestre precedente, diminuisce in termini congiunturali portandosi al 10,4% (-0,2 punti). Il tasso di inattività, rileva l’Istat, rimane stabile al 34,3% in tre mesi. Queste dinamiche congiunturali del mercato del lavoro riflettono il lieve aumento dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, in cui si registra una variazione positiva del Pil (+0,1%) dopo due trimestri di calo.

Nel confronto anno su anno si riscontra una crescita di 144mila occupati (+0,6% in un anno), dovuta sia ai dipendenti sia agli indipendenti (+92 mila e +52 mila, rispettivamente). Rispetto al primo trimestre del 2018 l’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti cresce comunque dello 0,3% e raggiunge il 16%. Prosegue l’incremento degli occupati a tempo pieno e, soprattutto, a tempo parziale: l’incidenza del part time involontario è stimata al 64,1% dei lavoratori a tempo parziale (-0,1 punti).

Alla crescita dell’occupazione soprattutto nel Nord e nel Centro (+1,4% e +0,3%, rispettivamente) si contrappone, per il secondo trimestre consecutivo, il calo nel Mezzogiorno (-0,6%). Nel confronto tendenziale, per l’ottavo trimestre consecutivo, si riduce il numero di disoccupati (-138 mila in un anno, -4,6%) che interessa entrambi i generi, le diverse aree territoriali e tutte le classi di età, a eccezione degli over50. Per il secondo trimestre consecutivo diminuiscono anche gli inattivi di 15-64 anni (-130 mila in un anno, – 1,0%).

Il tasso di disoccupazione diminuisce sia rispetto al trimestre precedente sia nel confronto sul 2018: tale andamento si associa alla stabilità congiunturale e al calo tendenziale del tasso di inattività delle persone con 15-64 anni. Analizzando i dati di flusso – a distanza di 12 mesi – si stima una diminuzione della permanenza nell’occupazione, soprattutto nelle regioni meridionali e in generale tra le persone di 55-64 anni che principalmente transitano verso l’inattività.

Dal lato delle imprese, prosegue la crescita della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,5% sul trimestre precedente e dell’1,7% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. L’aumento delle posizioni lavorative è associato a una crescita delle ore lavorate per dipendente pari allo 0,4% su base congiunturale e allo 0,5% su base annua. Il ricorso alla cassa integrazione registra una variazione ancora negativa ma di minore entità.

Il costo del lavoro cresce dell’1,2% rispetto al trimestre precedente e del 3,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sintesi di un aumento delle retribuzioni (+0,9% su base congiunturale e +2,3% su base annua) e degli oneri sociali (+2,2% su base congiunturale e +6,0% su base annua). Nel primo trimestre 2019 il tasso di posti vacanti (non destagionalizzato), si attesta all’1,7% nel totale delle imprese e all’1,3% nelle imprese con dieci o più dipendenti. L’Istat diffonde per la prima volta i risultati relativi a tutte le imprese e non soltanto alle imprese con dieci o più dipendenti.

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