Il prossimo 26 maggio si apriranno i seggi per le Europee. Per più di 500mila italiani sarà il primo appuntamento con schede, cabine, urne. Sono i ragazzi e le ragazze nati nel 2000. A loro nei giorni scorsi ha scritto una lettera aperta il pedagogista Daniele Novara. Condivido punto per punto il testo della missiva che riporto qui sotto. Sono troppi i giovani che sceglieranno di non votare ma oggi non è il momento di astenersi. Anzi. Questa è l’occasione per conoscere meglio l’Europa. Chi è cresciuto in questi anni forse non si è sentito europeo. La scuola ha il dovere di mettere nelle condizioni i nostri ragazzi di conoscere l’Europa. Ecco perché da mesi sto girando le classi per raccontare ai bambini di dieci anni com’è nato il progetto dell’Europa, chi sono Robert Schuman, Jean Monnet, Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli; quanto l’Europa e le sue regole sono entrati a far parte della nostra vita quotidiana. Il futuro dell’Europa è in mano anche a questi giovani. A quelli cui si rivolge Daniele Novara.

Non fatevi fregare! Non mancate l’appuntamento, esercitate questo diritto perché chi vi vuole tenere lontano dalla politica vi sta fregando. Lo fa esclusivamente per un suo tornaconto, per mantenere i suoi privilegi, coltivare il suo orticello. Lo fa perché non è interessato al futuro né, quindi, ad affrontare insieme agli altri Paesi problemi come i cambiamenti climatici, l’invadenza digitale, la messa ai margini della vostra generazione da tutti i processi produttivi ed economici. Parlo di problemi che stanno ricadendo e ricadranno sempre più sulle vostre spalle. E, allora, non fidatevi dei vecchi e dei disillusi, di quelli che considerano inutile questo appuntamento: l’Europa siete voi, dovete dire la vostra perché potete cambiare le cose e, soprattutto, farlo all’interno di una compagine ampia, composita e interessante come quella dell’Unione europea. Difendete il vostro futuro. Perché dobbiamo difendere l’Unione europea? Perché è l’alternativa alla guerra permanente. Non per niente nel 2012 l’Europa ha meritato il Nobel per la Pace. E poi Unione europea vuol dire essere dentro a un progetto ampio, che dà un respiro più grande alla politica, che ci libera dalle fragilità dal particolarismo, dal settarismo. Voi siete abituati a viaggiare, parlate altre lingue, siete più aperti e cosmopoliti di qualsiasi altra generazione che vi ha preceduto, e il vostro voto ci porta dritti nel cuore del futuro, lontano dai meandri della nostalgia in cui si muovono i movimenti antieuropeisti, nutriti di idee che vanno nella stessa pericolosa direzione: abbattere uno dei più grandi progetti politici positivi della storia quale è l’Europa. Non votate contro. Pensate bene a chi darete il vostro voto: oggi voi potete tracciare una linea di confine tra l’Europa e la politica della paura, della divisione e della distruzione. È contraddittorio e pericoloso appoggiare i sovranisti, partiti e movimenti che sono contro l’Europa: sarebbe come se, alle elezioni italiane, si votasse per il Regno delle due Sicilie o per il Granducato di Toscana, un assurdo anacronismo! Chi è contro l’Europa vuole riportare indietro le lancette della storia e non si rende conto che non esiste un “piano b”, non è possibile uscire dall’Unione e ritagliarsi un futuro da “isoletta felice” restando da soli (pensate a cosa sta succedendo in Inghilterra, che si è già pentita della Brexit). L’interesse degli italiani è l’Europa. E allora ditelo anche a quel 40% tra i neomaggiorenni che, secondo i sondaggi, non andrà a votare: per affrontare le sfide del nostro tempo occorre la partecipazione di tutti, nessuno escluso.

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