Amanda Knox torna in Italia per la prima volta dopo la sua scarcerazione, quasi otto anni dopo essere stata assolta dalla Corte d’assise d’appello di Perugia dall’accusa di avere partecipato all’omicidio, compiuto sempre nel capoluogo umbro, di Meredith Kercher e scarcerata dopo avere passato poco meno di quattro anni in cella. Una decisione confermata poi anche dalla Cassazione, che la riconobbe definitivamente innocente. La ragazza sarà ospite del Festival della Giustizia penale che si terrà il 14 e 15 giugno a Modena e parteciperà a un dibattito sul “Processo mediatico al cospetto dell’errore giudiziario”. A dare l’annuncio è stata la stessa Knox in un tweet:”Sono stata onorata di avere accettato l’invito a parlare agli italiani in questo evento storico e di tornare in Italia per la prima volta”, ha scritto.

“Abbiamo pensato di invitarla perché riteniamo che sia un’icona del processo mass-mediatico” ha spiegato Guido Sola, presidente della Camera penale di Modena che ha organizzato il festival. “E lei – ha aggiunto – ha accettato il nostro invito. Il suo processo si è di fatto certamente svolto quasi più fuori dalle aule che dentro le aule giudiziarie ed è stato uno dei processi in cui le indagini preliminari hanno avuto più risalto rispetto al dibattimento”. Il rapporto con la giovane è stato tenuto da Italy Innocence Project, associazione no profit che si occupa di studiare le problematiche collegate agli errori giudiziari e alle ingiuste detenzioni in Italia, che partecipa all’organizzazione del convegno insieme alla Camera Penale di Modena. Martina Cagossi, membro dell’associazione, ha ricordato che “la conoscenza con Amanda è nata nel 2014, in America, durante le conferenze annuali dell’Innocence Network, che si occupa delle vicende giudiziarie di persone ingiustamente condannate e poi assolte in seguito a errori giudiziari”. Il senso della sua presenza, però, prescinde dalla vicenda giudiziaria: “Il suo caso è stato analizzato dai media in modo quasi patologico. Questo -ha spiegato- sarà al centro del dibattito scientifico, con l’obiettivo di ascoltarla sul tema di cosa sia arrivato all’opinione pubblica della sua immagine e come sia stata recepita”.

Amanda Knox aveva già più volte ipotizzato di poter tornare in Italia “per chiudere il cerchio”. La giovane è stata infatti al centro di una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi anni, cominciata la notte del primo novembre del 2007 quando Meredith Kercher venne uccisa con una coltellata al collo in un’abitazione di Perugia presa in affitto con l’americana (entrambe erano in Italia per studiare) e due italiane. Knox e il suo allora fidanzato Raffaele Sollecito, dopo pochi giorni vennero accusati di essere gli autori dell’omicidio per il quale non è mai stato individuato dagli inquirenti un movente preciso. Arrestati il 6 novembre del 2007 vennero entrambi condannati in primo grado nonostante si fossero sempre proclamati innocenti. L’attenzione mediatica si concentrò da subito sulla studentessa di Seattle. Durante i processi ogni suo atteggiamento, parola o anche l’abbigliamento avevano finito per destare particolare interesse.

Il 4 ottobre del 2011 la sentenza di primo grado venne ribaltata dai giudici di appello di Perugia che assolse Knox e Sollecito. Aprendo dopo poco meno di quattro anni le porte del carcere ai due giovani. Knox era quindi tornata il giorno dopo negli Usa con la sua famiglia mentre comunque in Italia la vicenda giudiziaria legata all’omicidio Kercher andava avanti.L’assoluzione di Perugia venne infatti annullata dalla Cassazione con un nuovo processo di secondo grado, a Firenze per questioni procedurali, terminato con una condanna di Knox e Sollecito. Ma il 27 marzo del 2015 la Cassazione mise definitivamente fine al procedimento assolvendo i due “per non avere commesso il fatto”. La vicenda è poi finita all’esame della Corte europea per i diritti umani. E secondo i giudici di Strasburgo l’Italia ha violato il diritto alla difesa di Amanda Knox nell’indagine sull’omicidio di Meredith Kercher.

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