Quota 100. Il cavallo di battaglia della Lega, tirato fuori a ogni comizio, dura tre anni e costa allo Stato, in totale, circa 20 miliardi di euro. È una misura che, per come è stata strutturata, avvantaggia un numero ristretto di persone a discapito di intere, giovani generazioni (ma anche di chi è vicino alla pensione ma non rientra nel triennio). In più, è recessiva. A dirlo, nel primo caso, è l’Inps, che ha calcolato un aumento del debito implicito pensionistico (il debito che ha lo Stato nei confronti dei pensionati futuri) pari a circa 38 miliardi di euro fino al 2021. E, nel secondo, sia l’Ocse sia Confindustria, secondo cui il numero complessivo dei beneficiari non verrà sostituito da nuovi lavoratori (il Centro studi itinerari previdenziali parla, addirittura, di un misero 10% per il settore privato).

Decreto Sicurezza. È l’altro cavallo di battaglia il cui oggetto, l’immigrazione, occupa il 50% della retorica politica leghista e salviniana. La legge voluta dal ministro dell’Interno restringe le maglie dell’accoglienza, cancellando i permessi di soggiorno umanitari. Questo punto, che viene accompagnato al depotenziamento del sistema virtuoso degli Sprar, porta all’aumento del numero degli irregolari. Secondo l’Ispi, da quando il provvedimento è entrato in vigore e sino al marzo scorso, ci sono stati 11mila irregolari in più. Da qui alla fine del 2020 si stima che la quota toccherà 70mila unità.

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