Un nuovo caso di rivolta anti-rom a Roma dopo gli eventi di Torre Maura, che ha avuto come risultato quello di far andare via una famiglia che era appena entrata nella casa popolare di cui era assegnatari. Domenica sera è arrivata, in via Franchetti 90, in una delle case popolari di Casal Bruciato (zona Tiburtina) una coppia con due bambini.  Nuovamente si è svolta una protesta con l’appoggio di Casa Pound contro l’insediamento della famiglia, che alla fine ha lasciato l’appartamento.

Lunedì mattina la casa è stata occupata da Noemi Fasciano, una ragazza di 20 anni con un figlio di 6 mesi, poi convinta dalla polizia a lasciare l’appartamento. Casa Pound ha posizionato un gazebo all’ingresso del palazzo e piantato una tenda dove, afferma, di voler dormire insieme a Noemi.

“Vivo in una casa piccolissima con mia nonna mia mamma e mio figlio di sei mesi – racconta Noemi– e ho bisogno di un tetto. Quando ho sentito che i rom se ne erano andati sono venuta ad occupare. Domanda per la casa popolare? Non l’ho fatta perché mia madre, con tre figli, l’ha fatta 25 anni fa e ancora nulla”.  Anche il consigliere comunale della neonata formazione Patria e Costituzione, Stefano Fassina, è venuto a parlare con Noemi e a confrontarsi con i cittadini. “Il problema non sono i rom – ha detto – sono le 12mila famiglie in attesa di casa”.  Nel pomeriggio di ieri però altri cittadini di Casal Bruciato sono venuti a far sentire il loro dissenso sulla cacciata della famiglia rom, che ha portato a discussioni più o meno accesse tra residenti. “Se erano in graduatoria vuol dire che avevano diritto – dice una signora – non è che la legalità ci può andare bene solo quando siamo d’accordo”

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