Abitanti in strada, un grosso cartello con su scritto “Casa ai terremotati, agli invalidi o agli italiani” e un presidio allestito dai militanti di Casapound. Continua la protesta dei cittadini a Casal Bruciato in via Cipriani Facchinetti contro l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia rom. Dopo le proteste anti-nomadi della scorsa settimana a Torre Maura, il malcontento si sposta in un’altra periferia di Roma. “Noi gli zingari qui non li vogliamo, quella casa deve andare a un italiano“, è lo slogan. Questa mattina una mamma con il figlio ha occupato l’appartamento, per poi liberarlo e fermarsi in una tenda allestita nel cortile della casa. Intanto la famiglia di 8 persone “che aveva i requisiti ed era in graduatoria è stata costretta ad andarsene scortata dai carabinieri“, ha raccontato la presidente del Municipio IV, Roberta della Casa. La protesta però non si è placata, con sfottò anche a Simone, il ragazzo di 15 anni che mercoledì a Torre Maura aveva tenuto testa agli esponenti di Casapound. Questa volta a criticare il presidio è una pensionata di 85 anni: “Siete dei fascistoni, mi fate schifo”, ha detto ai residenti.

Infine è intervenuta la sindaca Virginia Raggi: “Casapound ha puntato il dito contro un uomo, una donna e i loro sei bambini. E, se è vero quanto affermato dalla stessa famiglia nella denuncia, avrebbe minacciato di bruciarli vivi“, ha scritto su Facebook. “Hanno creato un clima di odio e terrore al punto che i nostri uffici, per garantire l’incolumità e la vita di questi sei bambini, sono costretti ad assegnare un altro appartamento alla famiglia”. “È paradossale che ad impedire l’ingresso in un appartamento siano gli stessi che occupano abusivamente un intero stabile in centro città”, ha aggiunto Raggi, unendosi così alla polemica di Luigi Di Maio sullo stabile in via Napoleone terzo occupato da 15 anni dal partito di estrema destra. “Casapound non ci fa paura. La legge va rispettata, sempre! Non abbiamo alcuna intenzione di cedere alla loro prepotenza. Roma resta una città aperta e dei diritti. Non sarà mai la città dell’odio“, conclude il post della sindaca.

La protesta di Casal Bruciato è cominciata domenica sera quando circa 70 residenti hanno spostato i cassonetti al centro della strada in via Cipriano Facchinetti facendo una sorta di barricata. Questa mattina il presidio è proseguito, fino a quando Noemi ha occupato l’appartamento che doveva andare alla famiglia rom. “Ho un bambino di sei mesi, abitavo con mia nonna e altre sette persone in una casa piccolissima”, ha raccontato all’AdnKronos la giovane. “Mi fermerò in questa tenda che hanno allestito nel cortile fino a quando non verrà risolta questa situazione e daranno un’abitazione a noi italiani che ne abbiamo bisogno”, ha aggiunto.

I residenti sono con lei: “Meglio un’italiana che i rom, ci deve stare lei – dice Nunzia – I rom non devono tornare o blocchiamo tutto“. “L’hanno minacciata di toglierle il bambino – dice un altro abitante – li levassero ai nomadi i bambini. E’ una vergogna”. Proteste e insulti che potrebbero portare la famiglia nomade a rinunciare alla casa a cui avrebbe diritto. “Dopo essere stati accolti in questo modo immagino non siano propensi a rientrare – ha detto la presidente del Municipio IV – Ora vediamo. Valutiamo se c’è un’alternativa”. “Non andremo via da qui fino a che non vediamo la revoca dell’assegnazione. Se li portassero a casa loro“, dicono ancora gli abitanti.

In mezzo alla protesta sono ancora una volta protagonisti i militanti di Casapound. Al megafono parla Davide Di Stefano, responsabile di Cp Roma:”Siamo qui a dare sostegno alle fasce più deboli – ha aggiunto – Siamo venuti a difendere gli italiani. Prima gli italiani!“. Poi tocca a Mauro Antonini, responsabile per il Lazio: “Chiediamo a Virginia Raggi di lasciare questo incarico e tornare a elezioni perché ancora succedono queste cose ai romani”. Con Casapound compare anche il ‘campeggio’ per Noemi e gli striscioni come “Sfrattano i romani per dare casa ai rom: a Simone de Torre Maura questo ‘je sta bene‘”, con riferimento al ragazzo che ha replicato a un esponente di Casapound.

Questa volta a rispondere ai militanti di estrema destra arriva una pensionata di 85 anni che abita a pochi metri di distanza da via Facchinetti. Dopo aver sentito in televisione della protesta, è uscita di casa con il cane e ha raggiunto la folla. “Siete dei fascistoni, mi fate schifo”, ha urlato. A quel punto una di loro ha risposto: “A signò se li porti a casa sua i rom”. Poi Antonietta ha spiegato: “Siamo diventati cattivi, non c’è più niente: non c’è più sentimento, non c’è rispetto. Io il fascismo l’ho vissuto. Non bisogna aver paura di dire le proprie idee, bisogna lottare”.

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