Alla 13ma edizione del Festival del giornalismo a Perugia, il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in un incontro tenutosi al teatro Morlacchi, snocciola tutte le balle che hanno cadenzato l’ultimo anno.

Tra le bubbole, Travaglio menziona “la quinta balla, ovvero l’apocalisse”, cioè i titoli catastrofici dei giornali mainstream sull’attuale esecutivo. E premette: “La nostra situazione economica è abbastanza tragica, da almeno 10 anni. Improvvisamente si è cominciato a raccontare una storia in base alla quale da un lungo regno di Saturno e da un’età dell’oro praticamente infinita, che si è bruscamente interrotta il 1 giugno 2018. Abbiamo iniziato a leggere titoli meravigliosi. Titoli talmente catastrofici che, finché la fine del mondo non si verifica veramente, la gente dice: “Anche oggi è andata. Non c’è stata ancora l’apocalisse”. Sono, cioè, articoli che finiscono col riabilitare il governo. Quindi, è un modo di fare polemica anche suicida e assurdo, perché dà l’idea non tanto di un giudizio universale, ma di pregiudizio universale, che non tiene conto delle ragioni di partenza e di quello che succede adesso. Io non penso che chi oggi ci governa sia particolarmente competente – continua – anzi vedo dei picchi di incompetenza veramente notevoli. Potremmo fare tanti esempi, tante gaffes, tanti errori, tante cazzate, delle porcate. Ma io non posso dimenticarmi che nel precedente governo era ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli con una laurea falsa, non posso dimenticarmi che Marianna Madia era ministro della Pubblica Amministrazione e che Maria Elena Boschi era ministro delle Pari Opportunità, dei Rapporti col Parlamento e delle Riforme Costituzionali. C’erano anche ministri validi. Io tante volte mi sono beccato del ‘fascista’ per aver detto che Minniti era meglio di Alfano“.

Travaglio aggiunge: “Se abbiamo il debito pubblico più alto in Europa, non credo che sia colpa dei populisti, perché lo abbiamo accumulato prima. Lo hanno accumulato i competenti. Forse non erano competenti neanche loro. Quindi, mi sono convinto che certi titoli di giornale siano la migliore assicurazione su questo governo stravagante e scombiccherato“.

Il direttore del Fatto elenca alcuni titoli: ‘Arrivano le forche’, ‘Cancelliamo le elezioni del 4 marzo’ (Giuliano Ferrara, Il Foglio), ‘Eversione e disperazione’ (La Repubblica), ‘Di Maio e Salvini sono due dittatori? Sì’ (Eugenio Scalfari, La Repubblica), ‘Roma apre le porte ai barbari’ (Financial Times), ‘Governo: per l’Italia c’è un futuro venezuelano’, ‘Arriva Robespierre'(Corriere della Sera), ‘Il contratto c’è: Putin e Casapound sperano’ (Repubblica).

Travaglio cita l’ex parlamentare di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, ora editorialista di Libero: “Ha scritto: ‘Sono preoccupato per le sorti della nostra democrazia e della nostra Italia’. Ma per favore, stavi nella P2. E’ preoccupato per la democrazia col grembiulino e il cappuccio”.
Altro esilarante titolo citato è quello di Libero: ‘Un cosacco come presidente: Fico fa il pugno chiuso’.

Travaglio chiosa: “Con queste premesse, fare peggio delle aspettative suscitate e raccontate dai giornali sarà difficile. Questa è la ragione per cui, oltre a una mancanza di alternativa, questo governo, secondo me, in maniera assolutamente inspiegabile, gode di una popolarità assolutamente infondata. Questi poi, secondo alcuni giornali, sono cosacchi e nazisti allo stesso tempo. Lo stesso Salvini è partito come uomo di Putin, che ci avrebbe portato ad abbandonare la Nato per schierarci con Mosca. E adesso è culo e camicia con Trump. Giorgetti infatti è andato da Trump a prendere ordini e Salvini si è schierato col golpista venezuelano Guaidò. Che è quello messo dagli americani”

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