Le motivazioni della Cassazione

È quanto scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate martedì e relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina calabrese diventata un simbolo per l’accoglienza dei migranti. La misura cautelare nei confronti di Lucano era stata disposta dal Tribunale di Reggio Calabria lo scorso 16 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della procura di Locri che ha chiesto il rinvio a giudizio di Lucano, indagato insieme ad altre 29 persone.

Giovedì ci sarà la seconda udienza davanti al gup che, dopo gli interventi del pubblico ministero e delle difese, dovrà decidere se Mimmo Lucano deve sostenere un processo per associazione a delinquere, concussione e abuso d’ufficio. Secondo la Procura avrebbe orientato “l’esercizio della funzione pubblica degli uffici del Ministero dell’Interno e della Prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei progetti da esplicare nell’ambito del Comune di Riace”.

Per questi reati, però, già il gip ha escluso la misura cautelare sostenendo che Lucano non ha toccato un euro di tutti i fondi assegnati a Riace per l’accoglienza dei migranti. Nei confronti del sindaco “sospeso”, quindi, il 2 ottobre erano stati disposti gli arresti domiciliari solo per alcune irregolarità nell’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti, a due cooperative locali, e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Quindici giorni dopo, i domiciliari sono stati revocati dal Tribunale del Riesame e sostituiti con il divieto di dimora. La Cassazione, a fine febbraio, ha quindi annullato anche questa misura rinviato a un nuovo Riesame che, adesso, dovrà tenere in considerazione quanto stabilito dalla Suprema Corte.

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Riace, Cassazione annulla il divieto di dimora per Lucano: “No indizi di azioni fraudolente” – Ecco le motivazioni

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