I responsabili del collaudo delle scale mobili di Atac? Avranno un aumento, nel 2019, di 3.200 euro per pagarsi l’assicurazione contro eventuali responsabilità civili, dopo che avevano già ricevuto 1.500 euro “una tantum” nelle prime settimane dell’anno. Su stupendi medi netti che aggirano intorno ai 1.800 euro al mese. Lo hanno deciso i vertici della municipalizzata capitolina dei trasporti, al termine di un incontro con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Tutto ciò mentre restano chiuse “fino a data da destinarsi” le tre stazioni centrali della linea A della metropolitana, Repubblica, Barberini e Spagna – le uniche all’interno del centro storico – situazione che in questi giorni sta gettando la città di Roma nel caos a livello di trasporti e viabilità.

Questa mattina, proprio in piazza della Repubblica, si è svolta una manifestazione dei comitati dei commercianti “per l’immediata riapertura delle stazioni”, con gli esercenti che temono gravi perdite per le prossime settimane, mentre qualcuno già minaccia risarcimenti. Fra l’altro, a quanto apprende IlFattoQuotidiano.it, ultimato il lavoro dei periti la Procura di Roma ha da poche ore rimosso gli ultimi sigilli alla scala mobile teatro dell’incidente del 27 ottobre (in cui restarono feriti diversi tifosi russi del Cska Mosca). Dunque, da oggi in poi, la ripresa delle attività alla fermata dipenderà da Atac e dalla sua capacità di approvvigionare i pezzi di ricambio per gli impianti di traslazione nel più breve tempo possibile.

L’ACCORDO SINDACALE E LE SPESE ASSICURATIVE – Nell’accordo sindacale datato 26 marzo si legge che “a fronte delle funzioni tecniche attribuite al personale che ricopre l’incarico di Responsabile di Esercizio Impianti di Traslazione […] le parti condividono, a far data dal 1 aprile 2019, di riconoscere un’indennità economica annuale ‘una tantum’, strettamente correlata allo specifico ruolo esercitato, del valore di 3.200 euro. In caso di dimissioni volontarie dal ruolo, l’indennità sarà riproporzionata sulla base dei mesi effettivi di nomina nell’anno 2019”. Gli 8 responsabili si erano dimessi all’indomani della decisione della Procura di Roma di sequestrare la scala mobile “incriminata” di Barberini che ha portato alla chiusura dell’intera stazione – la fermata non è dotata di scale normali né di ascensori – ma a quanto si apprende da fonti sindacali i dipendenti Atac continuano a rifiutare di tornare al proprio ruolo, evidentemente spaventati dalle eventuali ripercussioni legali. Di poche ore fa una disposizione interna firmata dal direttore del Personale Cristiano Ceresatto, con la quale si cercano candidature per “un bacino di 20 responsabili degli impianti di traslazione”, a dimostrazione che mai come oggi il ruolo in azienda è poco ambito.Critico Claudio De Francesco, segretario generale Faisa Sicel: “Visto che la responsabilità si paga sempre – ironizza il sindacalista – allora quanto vogliamo dare agli autisti, ai macchinisti, ai verificatori e agli operai? Dato che sono loro che mandano avanti l’azienda?”.

GLI ESERCENTI DEL CENTRO: “ORA BASTA” – Come detto, nelle ultime ore la Procura di Roma ha dissequestrato definitivamente la fermata Repubblica della linea A, la prima ad essere stata chiusa ormai 5 mesi fa. Ma da Atac, anche senza spiegarne i motivi, sostengono che difficilmente la stazione potrà essere riaperta prima della metà di maggio. Proprio per questo motivo, questa mattina alcuni comitati degli esercenti del centro storico hanno protestato nell’ex piazza Esedra, chiedendo la riapertura della stazione “entro Pasqua”. “La nostra richiesta – ha spiegato la portavoce del comitato, Cristina Barletta – è di riaprire al più presto, per cercare di arginare le difficoltà dei residenti e degli esercenti, che hanno subito dei danni fino a un -30% del fatturato, con punte di -70% su via Nazionale”.

I responsabili del comitato chiedono al Comune di mostrare i documenti che accerterebbero, “che la causa della chiusura sia la mancanza di pezzi di ricambio”. “Perché qui nessuno ci crede più”, hanno aggiunto. “Il comitato di ‘Repubblica’ ha ragione – ha aggiunto Francesco Carpano del neonato comitato ‘Roma Domani‘, alla sua prima uscita – La metro va riaperta in modo spedito e la responsabilità della chiusura è tutta del Comune visto che Atac è una controllata al 100% del Campidoglio”.

SCALE MOBILI: E’ CRISI OVUNQUE – Il tema delle scale mobili sta facendo impazzire la linea A un po’ ovunque. Ad essere sotto stretta osservazione, gli impianti di traslazione forniti dalla multinazionale Otis – la quale, interpellata da IlFattoQuotidiano.it, respinge al mittente qualsiasi responsabilità. Attualmente, come noto, sono chiuse le fermate di Repubblica, Barberini e Spagna, ma al momento solo a Barberini c’è un fattivo coinvolgimento dell’autorità giudiziaria. Ma le scale mobili sono ferme anche alla fermata di Flaminio, che resta in funzione solo perché dotata di scale tradizionali. Fuori uso gli impianti di traslazione anche a Cipro (zona Vaticano), sulla linea B a Laurentina e Piramide e sulla linea C a Centocelle, Pantano e Grotte Celoni. “Attivi 89.9 per cento impianti montascale, ascensori e scale mobili sui totali”, scrive Atac sul suo sito.

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