Inquinamento, disastri legati ai cambiamenti climatici, conflitti, smaltimento di rifiuti tossici, ma anche il continuo sfruttamento delle risorse del pianeta sono fenomeni che rappresentano una emergenza. Anzi, più emergenze spesso legate tra loro. Eppure alla resa dei conti non ci comportiamo come se fossimo in emergenza. E tuttora è poco chiaro che la questione ambientale non si riduce all’ecologia, come la conosciamo noi, ossia a una lettura riduttiva ‘materialmente’ naturalistica. Nel libro Le tre ecologie, lo psicanalista francese Felìx Guattari proponeva di affrontare la questione attraverso tre registri: ambientale, sociale e mentale. Altrimenti si rischia di non comprenderne la portata. Il testo è riproposto da Edizioni Sonda in una nuova edizione, curata dall’antropologo Franco La Cecla. Che aggiunge ai tre registri con i quali Guattari supera la visione antropologica del mondo, una quarta dimensione, la ‘pornoecologia’ che porta a scambiare una realtà con una sua rappresentazione, che realtà non è. Ma la natura si ribella: è “l’inafferrabile che umilia la nostra mania di previsione”. Resta il rischio legato ai media e, ancora di più, ai social media che possono alimentare il ‘mito della partecipazione’, l’illusione di essere sensibilizzati come mai prima.

L’EMERGENZA – Secondo l’autore così non è. E basta guardare ai fatti. Se l’ambiente fosse davvero una priorità, i Paesi si porrebbero obiettivi più ambiziosi. Troppo facile dare la colpa solo a Trump perché la verità, come dice il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è che finora per una decisiva risposta multilaterale sono mancate una leadership, un vero impegno e proprio un senso di urgenza”. Anche l’Europa ha le sue colpe. Un esempio su tutti: l’Ue ha approvato un pacchetto di misure per l’energia con l’obiettivo di raggiungere il 32% di energia da fonti rinnovabili al 2030. Target che però, ha denunciato tra gli altri Greenpeace, è troppo poco ambizioso. Eppure in emergenza siamo. Ce lo dice il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) che nel rapporto presentato a ottobre ha spiegato cosa accadrà se il riscaldamento globale dovesse superare l’1,5 °Celsius, soglia che – se si dovesse continuare a emettere la stessa quantità di CO2 che viene rilasciata nell’aria oggi – potrebbe già essere superata nel 2030 (ossia tra appena 11 anni).

I TRE REGISTRI PER SALVARCI – Per Felix Guattari la salvezza è nel passaggio dall’ecologia all’ecosofia, un nuovo approccio etico-politico che ci consentirebbe di superare la miopia con la quale guardiamo il mondo attraverso tre registri: l’ecologia ambientale, quella sociale e quella mentale. Un processo che vedrebbe gli individui diventare contemporaneamente solidali e sempre più differenti tra loro, tesi al dissenso più che al consenso. Senza articolazione fra tre registri, secondo l’autore, si va incontro a fenomeni come razzismo, fanatismo religioso e scismi nazionali.

LA PORNOECOLOGIA E IL RUOLO DEI MEDIA – La Cecla, a questo proposito, affronta un tema fondamentale, ossia quello del ruolo dei media. Che, secondo l’antropologo, rifiutano di guardare in faccia la degradazione ambientale, sociale e mentale. I pericoli più grandi sono due: “Che non ci si accorga del guaio in cui ci siamo cacciati” e che “non ci si accorga del peso che i media giocano in questa degradazione”, con una gestione generale dell’opinione pubblica che conduce alla perdita di responsabilità e di esperienza diretta dei singoli nei confronti dell’ambiente.

IL POTERE COMUNICATIVO DI GRETA – Proprio a questo proposito sono significative le parole pronunciate dalla 16enne svedese Greta Thunberg che a gennaio, a Davos, ha detto ai leader mondiali riguardo ai cambiamenti climatici: “La nostra casa è in fiamme. Non voglio che speriate, vi voglio vedere nel panico”. E li ha accusati: “Dite di amare i vostri figli, ma state rubando il loro futuro davanti ai loro occhi”. Invitandoli dunque alla consapevolezza e alla responsabilità. I #FridayForFuture, lo sciopero mondiale per il futuro e la mobilitazione partita dalla ragazzina svedese portano a una riflessione. Perché tutto ciò fa parte di una comunicazione, di un messaggio che i media contribuiscono a diffondere. Ma si tratta davvero di valori, convinzioni e atti concreti di cui ciascuno fa esperienza direttamente oppure basta mettere un like sui social alla foto di Greta per illudersi di dare il proprio supporto? Secondo l’autore, inoltre, c’è anche un altro rischio legato ai media, ossia quello che allarmismo e catastrofi annunciate, possano vaccinare il pubblico e renderlo indifferente. La Cecla si chiede, dunque, se i media non facciano solo male alla natura.

I PARADOSSI DELLA POLITICA – Il contributo dell’antropologo approfondisce anche il tema del ruolo della politica. Già in passato (il libro ripercorre la storia dei Verdi) l’ecologia “è stata ‘infilata’ in politica”, diventando “da disciplina dell’opposizione a disciplina della classe dominante” e, scrive l’antropologo, “svuotandosi di ciò che di più ricco aveva”, ossia “l’alienità dalla politica”. Oggi la politica si trova davanti a un paradosso: da un lato continua ad alimentare il problema dell’ambientale (mentre la natura viene utilizzata come miniera e come discarica) dall’altro deve essa stessa a trovare delle soluzioni per evitare il disastro. ‘Le tre ecologie’ sarà presentato a Milano, il 17 marzo, nell’ambito di Book Pride 2019, la quinta edizione della fiera degli editori indipendenti.

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