La pensione di cittadinanza potrà essere riscossa anche in contanti o con accredito su conto corrente, invece che sulla card. Anche chi ha un lavoro, se poco pagato, sarà considerato disoccupato e quindi verrà chiamato dai centri per l’impiego e potenzialmente potrà ricevere un’offerta migliore. Le famiglie con disabili riceveranno un beneficio aggiuntivo di 50 euro rispetto al reddito di cittadinanza previsto per gli altri nuclei. Sono i contenuti di alcuni degli emendamenti del governo e dei relatori al decretone, presentati in commissione Lavoro e Affari sociali alla Camera. Dopo il primo via libera del Senato arrivato il 27 febbraio scorso, il testo che contiene reddito di cittadinanza e quota 100 è atteso per lunedì prossimo, il 18 marzo, all’esame dell’Aula di Montecitorio. Dopo l’esame degli oltre 800 emendamenti presentati, 65 dei quali firmati da M5s e Lega, ora tocca per le commissioni riunite quello delle proposte del governo.

Cinque le proposte di modifica dell’esecutivo, dalla revisione delle misure a favore delle famiglie con disabili alle assunzioni nella pubblica amministrazione, nella sanità e nei beni culturali. C’è poi una proroga per la nomina del direttore generale dell’Anpal. Le proposte dei relatori recepiscono tra l’altro l’accordo tra governo e Regioni sulla riduzione a 3mila dei navigator e prevedono che le risorse destinate all’Anpal, pari a 500 milioni, siano divise con gli enti locali, che la pensione di cittadinanza possa essere erogata non solo su card ma anche in contanti o tramite accredito su conto corrente. Un altro emendamento dispone che anche i cosiddetti ‘working poor‘, cioè chi ha un lavoro poco pagato, sia considerato disoccupato e quindi venga chiamato dai centri per l’impiego e potenzialmente possa ricevere un’offerta migliore. Arriva poi una nuova stretta contro i furbetti dell’Isee per evitare l’accesso al reddito di cittadinanza di ‘finti’ genitori single: in presenza di figli minori va presentato un Isee che tiene conto della situazione di entrambi i genitori anche quando non siano né sposati né conviventi. Questo obbligo salta se uno dei due si è sposato o ha avuto figli con altri o se c’è un assegno di mantenimento stabilito dal giudice.

50 euro in più ai disabili – L’emendamento presentato dal governo al decretone per “favorire l’accesso e incrementare il beneficio di nuclei in cui siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti”, prevede risorse aggiuntive per 12,8 milioni nel 2019 e 16,9 nel 2020. Gli oneri aumentano a 17 nel 2021, per scendere poi a 16,9 nel 2022 e nel 2023. Nella proposto di modifica al decretone si prevede per il 2019 e il 2020 un taglio equivalente ai fondi per la riforma dei centri per l’impiego. Dal terzo anno le risorse provengono dal Fondo generale che finanzia il reddito di cittadinanza.

Si alza inoltre da 5mila a 7.500 euro l’incremento della soglia del patrimonio mobiliare per ogni componente con disabilità e in famiglia. L’emendamento propone poi di modificare il parametro della scala di equivalenza: consentirà ai nuclei che hanno a carico familiari disabili di avere 50 euro in più di beneficio. Il reddito può dunque arrivare al massimo di 1.380 euro. Infine, “la pensione di cittadinanza può essere concessa anche nel caso in cui il componente o i componenti del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni, adeguata agli incrementi della speranza di vita, convivano esclusivamente con una o più persone in condizione di disabilità grave o non autosufficienza”.

Tre mesi in più per vertici Anpal – Un’altra proposta di modifica dell’esecutivo prevede di ampliare da 30 a 120 giorni il termine previsto per la nomina di presidente e direttore generale dell’Anpal. Viene inoltre elevato da 60 a 180 giorni il termine per l’adozione degli statuti dell’Anpal e Anpal Servizi. La disposizione, si legge nella proposta, “non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Significa che ci sarà tempo fino a tutto aprile per nominare il direttore generale dell’Anpal. Un nuovo presidente infatti c’è già, Mimmo Parisi, mentre il direttore generale è ancora Salvatore Pirrone, che è stato nominato nel 2016.

I 500 milioni destinati all’agenzia andranno divisi con le regioni – Un emendamento presentato dalle relatrici prevede che le risorse destinate all’Anpal, pari a 500 milioni, andranno divise con le regioni. Il provvedimento attualmente stabilisce che all’Agenzia nazionale politiche attive lavoro vadano 500 milioni di euro nel triennio 2019-2021 (200 milioni nel 2019, 250 nel 2020 e 50 nel 2021). Dopo le proteste sollevate dagli enti territoriali le risorse destinate all’Anpal vengono così rimodulate: 90 milioni nel 2019; 130 milioni nel 2020 e 50 nel 2021 per un totale di 270 milioni. Le risorse residue, pari a 110 milioni nel 2019 e 120 nel 2020, per un totale di 230 milioni, andranno alle regioni.

Assunzioni nella sanità – “In considerazione degli effetti derivanti dall’applicazione dell’articolo 14 delle necessità di garantire livelli essenziali delle prestazioni, gli enti e le aziende del servizio sanitario Nazionale possono procedere all’assunzione delle professionalità correnti, anche tenendo conto delle cessazioni di personale che intervengono in corso d’anno purché in linea con la programmazione regionale”, si legge in un’altra modifica presentata dal governo. L’emendamento “è a carattere ordinamentale e non determinano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Infatti, interviene esclusivamente sulla programmazione delle assunzioni e sull’organizzazione dei concorsi“, continua il testo depositato oggi.

Mibac: ok a 551 assunzioni – Più assunzioni per il personale del Ministero per i beni e le attività culturali per bilanciare l’effetto di quota 100. Questa la ratio di un’altra proposta di modifica del governo: “Al fine di far fronte alle gravi scoperture di organico ed evitare un effetto così incidente (scopertura di quasi 11mila unità) sull’organizzazione degli uffici, è necessario necessario procedere tempestivamente all’espletamento di concorsi per più profili”, si legge. Il Ministero è così autorizzato, dal 15 luglio 2019, “ad effettuare assunzioni di personale non dirigenziale a tempo indeterminato fino a 551 unità“.

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