Fa un certo effetto vedere il simbolo fascista dell’aquila che stringe un fascio littorio accompagnato alla carta intestata della presidenza di un consiglio comunale, massima espressione territoriale di democrazia. Eppure è accaduto a Treviso dove il sindaco è il leghista Mario Conte e alla presidenza dell’assemblea è stato eletto Giancarlo Iannicelli, quale rappresentante della lista civica che porta il nome di Conte. Che cosa è accaduto? Da Ca’ Farsetti, municipio di Treviso, è partito per tutti i consiglieri un invito a partecipare alla commemorazione per i Martiri delle Foibe che è prevista il 10 febbraio in piazza Pola, occasione per deporre una corona di fiori sul monumento dedicato agli infoibati.

L’invito originario porta la firma di Loris Zamperoni, presidente di Rncr-Rsi Continuità Ideale Federazione di Treviso, un’associazione che – per l’appunto – ha come simbolo aquila e littorio. Proprio Zamperoni, alla fine di gennaio e alla vigilia della Giornata della Memoria che ricorda l’Olocausto, aveva invitato a Treviso a Edda Negri Mussolini, nipote del Duce, che aveva presentato in un albergo cittadino il libro “Donna Rachele mia nonna. La moglie di Benito Mussolini”. Anche in quel caso era stata polemica, perché la scelta della data suonava da provocazione e da ostentazione di fede ideologica. Ed è sempre Zamperoni che ha animato un raduno, due anni fa, al Bus de la Lum, una grotta molto profonda sull’altipiano del Consiglio, dove, secondo gli storici di destra, durante la guerra di Liberazione sarebbero stati gettati vivi centinaia di italiani collaborazionisti dei tedeschi.

Nonostante la collocazione di Rncr-Rsi Continuità Ideale, dalla presidenza del consiglio comunale è partito l’invito per la manifestazione, suscitando le reazioni delle opposizioni. Innanzitutto degli esponenti del centrosinistra che denunciano l’opportunità di un copia-incolla di documenti che, alla fine, s’è trasformato in un invito istituzionale in una città che è insignita della medaglia d’oro per la Resistenza.

Iannicelli, generale dell’Aeronautica in pensione, si giustifica: “Noi non abbiamo aderito a questa manifestazione, che infatti non ha il patrocinio del Comune. Sul mio tavolo arriva una marea di documenti. Per dovere d’ufficio ho inoltrato la lettera a tutti i consiglieri, come accade per tanti altri inviti”. Ma ha visto il mittente? “Certo, anche a me il contenuto di quell’invito dava fastidio, ma se non l’avessi spedito mi avrebbero accusato di essere di parte. Invece l’inoltro è avvenuto con due righe accompagnatorie: ‘Trasmettiamo quanto ricevuto’. Da militari si è soliti scrivere: ‘Per dovere d’ufficio’. È la stessa cosa”.

(foto d’archivio)

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