“Dall’estero l’
Italia addolora, appare come una donna che non vede di essere bellissima ed è totalmente impegnata a risolvere problemi di circostanza, presa in ostaggio da spericolati localismi”.
Luigi Pucciano ha 40 anni, è di origini calabresi e dopo aver fatto l’architetto a
Dortmund, il postino a
Vienna e aver aperto uno studio associato ad
Amsterdam oggi gestisce una bottega nella capitale olandese che offre soppressata silana, suino nero calabrese, capocollo, ricotta salata e ‘nduja a pochi passi dal centro. “Ero giovane, curioso e mi son detto ‘andiamo a scoprire il mondo e poi torniamo a casa’ – racconta –. Poi ho capito che la realtà più interessante da scoprire era proprio quella da dove venivo. E ho unito le due cose”.
Luigi ha lasciato per la prima volta la sua
Calabria per trasferirsi a
Venezia, dove studiava
Conservazione dei beni architettonici e ambientali. “Nonostante tutti, incluso il rettore della facoltà, mi sconsigliassero di fare un’esperienza di studio all’estero – ricorda – ho deciso di fare l'
Erasmus”. Nel 1999 il primo volo per
Bruxelles, poi un treno per
Aquisgrana, in Germania. “Quando sono tornato è stato bello ritrovare i vecchi amici, ma allo stesso tempo mi rendevo conto che l’Italia mi stava stretta: non vedevo l’ora di ripartire, confrontarmi con
storie e culture diverse da cui derivava un’energia positiva”.
Nonostante tutti me lo sconsigliassero, ho deciso di fare l'Erasmus
Per tre anni così Luigi ha lavorato in uno studio di architettura a
Dortmund. Poi è arrivata la volta di
Vienna. E, infine, nel 2008 il trasferimento in
Olanda: “Qui mi sono sentito subito a casa”. Luigi ha quindi cercato un lavoro nel suo settore: “Avevo la faccia tosta di presentarmi di persona per lavorare a progetto in diversi
studi di architettura”. Dopo un anno ha aperto uno studio tutto suo insieme ad un
collega tedesco. “Eravamo
piccoli, flessibili,
competenti e siamo riusciti in pochi anni a crescere abbastanza, nonostante la crisi del 2008 si sia fatta sentire nel
settore edilizio”.
Nel frattempo per
Luigi il richiamo delle
radici è diventato sempre più insistente: “Tornavo di frequente in
Calabria, partecipavo a incontri sulle aree interne, visitavo
amici, produttori,
colleghi”. Da tre anni, così,
Luigi ha lasciato il suo mestiere di
architetto e ha creato
Terre Lente, con l’obiettivo di promuovere le piccole realtà produttive di eccellenza italiana.
Terre Lente è diventato una sorta di ponte tra due mondi, il
Nord Europa e il
Sud Italia: “Non c’è solo la
rivendita, ma tutto si trasforma in un momento di
incontro, approfondimento, promozione di un territorio ancora sconosciuto. Gli
olandesi ascoltano divertiti le storie eroiche e avventurose dei produttori italiani”, sorride Luigi. Fare impresa in
Olanda, spiega, “è semplice: l’
imprenditorialità viene fortemente agevolata. È un Paese storicamente legato al
commercio e al
terziario, e questo si riflette molto nelle
relazioni sociali”. Oltre a vantaggi dal punto di vista economico si riscontra una semplicità nella gestione dell’azienda: “I miei contatti con
banche, agenzia delle entrate,
commercialista sono quasi esclusivamente online".
Se andare via significa fare esperienza e vedere come va il mondo allora bisogna partire, rendersi conto che non siamo al centro di tutto
Le giornate sono dettate dal ritmo della bottega. “Passo le ore coi
clienti – sorride Luigi –, mi trasformo in velocità a volte sorprendenti in
oste, guida, cameriere,
barista, esperto di olio,
vino, viaggi, di
cucina, frutta secca,
allergeni e ricette regionali”. Almeno una volta a settimana, in più, c’è un’attività collaterale, dalla presentazione di un nuovo marchio all’incontro con un produttore.
Luigi ci tiene a precisare una cosa: “Se andare via significa fare esperienza, acquisire
conoscenze, imparare una
lingua, vedere come va il mondo allora bisogna partire, per rendersi conto che non siamo al centro di tutto”. Anzi, solo così “lasciare il proprio
Paese può avere ricadute positive sul territorio”. Per Luigi l’Italia dovrebbe “scrollarsi di dosso le
favole antieuropee e iniziare a lavorare insieme per rendere attrattive le sue
eccellenze, i piccoli
comuni, il vero
artigianato”. A differenza di tanti altri,
Luigi sogna di tornare, un giorno. “L’
Italia? È bella, forte, caparbia, ma si lascia schernire da tempo da personaggi di basso spessore morale”. Il futuro lo immagina a metà tra la lentezza e la bellezza della
Calabria e l’efficienza e il cielo profondo di
Amsterdam. “E vorrei continuare ad aiutare i
piccoli produttori italiani a crescere e a diventare sempre più competitivi e internazionali, aperti ad accogliere
clienti europei”. Dopo tanti anni
Amsterdam sta diventando la sua città. ”Ma laggiù – conclude – c’è una
valle silenziosa e paziente che mi aspetta”.
(foto di BalansLab, Amsterdam)