Giuseppe Graviano ha incontrato Silvio Berlusconi. Di più: il boss di Brancaccio avrebbe addirittura notato un orologio al polso dell’ex premier del valore di 500 milioni. Lo sostiene il collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca, accreditando il racconto a Matteo Messina Denaro, durante un interrogatorio reso il 16 ottobre scorso davanti al procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, e all’aggiunto Marzia Sabella.

“Graviano vede B.?” “Sì” – È l’estate del 1995 e quattro capimafia – tra cui lo stesso Brusca – sono riuniti in provincia di Trapani. Parlano dell’ipotesi di rapire il figlio di Pietro Grasso, allora procuratore aggiundo della Direzione nazionale antimafia, quando il discorso cade sulla “vita bella, il vestiario” e in particolare sugli orologi. Il pentito fa mettere a verbale che il superlatitante Matteo Messina Denaro disse: Giuseppe Graviano “ne ha visto uno al polso di Berlusconi, che valeva 500 milioni”. Io – dice Brusca – chiesi: “Ma perché, si vedono?“. ““, rispose l’ultima primula rossa di Cosa nostra.

“Mi sembrava una cosa secondaria” – A raccontare la vicenda è il quotidiano La Stampa in un box, ricordando che Brusca ha raccontato l’episodio ventidue anni dopo l’inizio della collaborazione.”Mi sembrava una cosa secondaria“, la giustificazione del pentito. Il verbale è stato trasmesso alla Procura generale di Palermo, che rappresenterà l’accusa del processo d’Appello sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. Il procedimento in primo grado ha portato a pesanti condanne, anche per Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi. Nelle motivazioni i giudici sostengono che il leader di Forza Italia era conoscenza dei contatti tra l’ex senatore azzurro e Cosa nostra. E soprattutto che somme di denaro sono arrivate dall’ex presidente del consiglio ai boss mafiosi fino al dicembre del 1994, quando Berlusconi sedeva già a Palazzo Chigi. Il racconto di Brusca, invece, risale a un periodo in cui il primo governo Berlusconi era già caduto, mentre Graviano era detenuto, essendo stato arrestato nel gennaio del 1994. Non è chiaro dal racconto di Brusca se per Messina Denaro il boss di Brancaccio incontrava l’ex premier da carcerato o nel periodo precedente, quando trascorreva la sua latitanza a Milano, dove fu arrestato.

“Lo sanno tutti che frequentavo Berlusconi” – Graviano è attualmente indagato dalla procura di Palermo nel procedimento stralcio della Trattativa. Recentemente ha incontrato in carcere Fiammetta Borsellino, la figlia del magistrato assassinato in via d’Amelio, alla quale ha detto: “Lo dicono tutti che frequentavo Berlusconi” . Per poi aggiuingere : “Più che io era mio cugino che lo frequentava’. Il boss di Brancaccio in 24 anni di reclusione non ha mai parlato nei processi di questi argomenti. Intercettato in carcere dalla procura di Palermo ha però più volte fatto riferimento ai suoi presunti rapporti con Berlusconi. “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia: per questo c’è stata l’urgenza. Lui voleva scendere… però in quel periodo c’erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe unabella cosa“, dice a un certo punto il boss di Brancaccio: per i pm allude all’intenzione di Berlusconi di entrare in politica già nel  1992. In un altro passaggio Graviano rivendica di aver addirittura incontrato l’ex premier_ “Venticinque anni mi sono seduto con te, giusto? – dice in un altro passaggio delle intercettazioni – Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi, per che cosa? Per i soldi, perché tu ti rimangono i soldi. Dice: non lo faccio uscire più, perché sa che io non parlo, perché sa il mio carattere. Perché tu lo sai che io mi sto facendo, mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta e senza soldi: alle buttane  glieli dà i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso perché ho 54 anni, i giorni passano, gli anni passano, io sto invecchiando e tu mi stai facendo morire in galera“. Quindi il mafioso stragista continua:  “Al Signor Crasto (cornuto, ndr) gli faccio fare la mala vecchiaia. Pezzo di crasto che non sei altro, ma vagli a dire com’è che sei al governo, che hai fatto cose vergognose, ingiuste“. Per la fredda cronaca, invece, è noto che Berlusconi porta al polso – oltre a un orologio regalato da suo padre – un Vacheron Constantin Overseas in oro costatogli circa 400mila euro.

La replica di Ghedini – “Ancora una volta Il Fatto Quotidiano su di una notizia irrilevante e palesemente infondata costruisce addirittura la prima pagina e vari articoli, tutti chiaramente diffamatori, senza dar conto che tutte le numerosissime risultanze processuali e le plurime archiviazioni a favore del Presidente Berlusconi hanno dato evidenza della assoluta inconsistenza di qualsiasi ipotesi consimile”. È quello che scrive in una nota l’avvocato di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini. “Ovviamente – aggiunge –  saranno esperite tutte le azioni giudiziarie più opportune”.

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