Il suo partito, Focolare ebraico, aveva detto chiaro e tondo che se il ministero della Difesa non fosse andato a lui, la crisi sarebbe stata inevitabile. Invece Naftali Bennett non si dimette e il governo Netanyahu per ora resta in piedi. Con un annuncio a sorpresa, questa mattina il ministro dell’Istruzione israeliano ha annunciato che non lascerà la coalizione guidata dal premier del Likud, che domenica ha assunto la guida del ministero della Difesa dopo le dimissioni di Avigdor Lieberman. In una conferenza stampa con la ministra della Giustizia Ayelet Shaked, il leader di Focolare Ebraico ha spiegato che, nonostante le sue aspre critiche sulle politiche di difesa del governo, sosterrà il premier nel tentativo di migliorare la “profonda crisi di sicurezza” di Israele.

“La situazione di oggi non è più pericolosa di quanto non fosse pochi mesi fa. Non è giusto fare politica con problemi di sicurezza”, ha detto il Bennett all’inizio del il suo discorso. Tuttavia “Hamas e Hezbollah stanno diventando più attivi perché capiscono che abbiamo paura di affrontarli”, ha continuato. “Da molti anni Israele ha smesso di vincere. L’ho visto da comandante nella guerra in Libano (2006). Ho visto l’incertezza e la confusione, l’assenza di determinazione, la mancanza di uno spirito di combattimento”, e sono anche queste, ha aggiunto, le ragioni che nei giorni scorsi lo avevano indotto a chiedere per sé l’incarico di ministro della difesa in sostituzione di Lieberman. “Abbiamo imposto briglie ai nostri militari, sia di carattere legale, sia concettuali. Temono più il capo della magistratura militare che non Yihia Sinwar”, il leader di Hamas, ha aggiunto Bennett.

“La nostra politica di sicurezza ha preso negli ultimi dieci anni una brutta rotta – ha ribadito Bennet – Si è creata la convinzione che non ci sia soluzione ai missili e al terrorismo. Invece c’è. Quando Israele vorrà vincere, tornerà a farlo”. Se da ministro della difesa Netanyahu procederà in quella direzione, ha concluso Bennett, potrà contare sul suo sostegno.

Domenica Netanyahu – dopo un incontro con il ministro delle finanze, il centrista Moshè Kahlon, pencolante verso il voto anticipato – ha rilanciato la sfida decidendo di non sciogliere il governo e ammonendo i suoi alleati di maggioranza che in un momento “così complesso per la sicurezza di Israele” non si può restare senza un esecutivo. Per dar più forza alle sue parole il premier ha annunciato di aver assunto la responsabilità del ministero della Difesa lasciato da Lieberman in pieno dissenso sulla tregua con Hamas a Gaza. In un appassionato, e allarmante, discorso in tv alla nazione, Netanyahu ha denunciato che in un simile frangente dove è in discussione la sicurezza del paese “non si abbattono i governi e non si gioca alla politica” in base a considerazioni personali.

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