A lavorare la domenica nel settore del commercio “sono soprattutto le donne“, che rappresentano il 61,1% dei lavoratori domenicali rispetto a una quota media sul totale degli occupati del 47,8%. E’ quello che è emerso dall’audizione dell’Istat alla commissione Attività Produttive della Camera sulla disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. I lavoratori domenicali sono relativamente più giovani (il 42,9% ha meno di 35 anni) e, rispetto alla media del settore, sono più spesso precari. Il ricorso a contratti a tempo indeterminato (78,4%) e a tempo pieno (64,4%) resta prevalente, ma i tempi determinati sono il 21,6% rispetto al 16,2% nella media del commercio e quelli part-time il 35,6% rispetto al 27,9% medio.

L’istituto di statistica ha anche rilevato che nel decennio 2003-2014 la domenica risulta l’unico giorno in cui aumentano gli acquirenti, ma la crescita è contenuta (poco meno di due punti percentuali) e concentrata quasi esclusivamente nel periodo 2003-2009. In generale circa un quarto delle persone di 15 anni e più (24,2%) ha effettuato acquisti di beni e servizi nella giornata della domenica, quota più bassa rispetto agli altri giorni della settimana. Il sabato è il giorno con la più alta incidenza di acquirenti (51,9%), percentuale che scende al 43% nei giorni feriali. Complessivamente il 27% delle persone occupate, con una leggera prevalenza degli uomini (28,4%), effettua acquisti la domenica rispetto a circa il 51% del sabato, giornata preferita, invece, dalle donne (58,9%).

La lettura territoriale degli acquisti domenicali mostra che i residenti del Centro Italia, con il 25,6%, si collocano sopra la media nazionale, mentre la quota scende al 23,1% per gli abitanti del Mezzogiorno. Osservando, invece, le aree urbane emerge che sono soprattutto i residenti nel centro delle aree metropolitane (25,6%) a effettuare acquisti domenicali. Tra coloro che vivono nei comuni fino a 2.000 abitanti la quota scende al 21,6%.

Per quanto riguarda la concorrenza del web, il 32% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni ha fatto acquisti online nell’arco dell’anno precedente l’indagine. Nonostante la crescita di 17 punti percentuali registrato negli ultimi 3 anni, il divario con i principali partner europei resta ampio. In Germania negli ultimi 12 mesi ha fatto acquisti online il 75% della popolazione, in Francia il 67% e in Spagna il 50%. La diffusione dell’uso di Internet rappresenta la precondizione affinché gli individui possano accedere ai servizi online, fra cui l’e-commerce. L’Istat stima che nel 2017 gli utilizzatori regolari del web fossero il 69% del totale, 10 punti percentuali in più rispetto a tre anni fa. Nell’insieme dei 28 paesi Ue, invece, tra il 2014 e il 2017 gli utenti sono saliti dal 75% all’81%. Il confronto con i grandi paesi europei mostra quindi la persistenza di un gap notevole: nel 2017 gli internauti regolari erano l’87% della popolazione in Germania, l’83% in Francia e l’80% in Spagna.

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Ricercatori: giovani, appassionati e precari

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