Un cumulo di terra accuratamente sistemato davanti all’attività commerciale di Mario Congiusta, il “padre coraggio” morto il mese scorso a Siderno dopo 13 anni di battaglie contro le cosche che gli hanno ucciso il figlio e contro uno Stato che ha dimostrato la sua incapacità di fare giustizia.

Un messaggio che ha il sapore dell’intimidazione. Chiaro come la voglia dei clan che, con la morte di Congiusta, venga “seppellito” anche il suo ricordo. La ‘ndrangheta ha avuto paura di Mario quando era vivo. Ne ha ancora di più adesso che è morto. Si era già percepito il giorno del funerale, la mattina del 22 agosto, quando Siderno, la sua città, è rimasta fuori dalla chiesa e non ha avuto il coraggio nemmeno di dare l’ultimo saluto a una persona che il 24 maggio 2005 ha visto suo figlio, di 32 anni, ammazzato a colpi di lupara solo perché si era opposto alla mazzetta che il boss Tommaso Costa aveva chiesto al suo futuro suocero.

Cinque processi finiti con una sentenza di Cassazione che ha annullato, per la seconda volta e senza rinvio, la condanna inflitta al boss, già ergastolano e riconosciuto colpevole solo di associazione mafiosa. Il dispiacere per la mancata giustizia, la consapevolezza di aver lottato non solo contro la ‘ndrangheta ma anche contro un sistema che tutela la privacy dei mafiosi prima ancora che il dolore delle vittime, e un male incurabile, che da anni lo tormentava, hanno spento Mario che poche settimane prima aveva deciso di lasciare Siderno.

Nessun politico. Nessun sindaco di Siderno (appena sciolta per mafia). Nessuna istituzione a rendere omaggio all’ultimo viaggio di Mario. Solo i familiari, i suoi amici che lo hanno sempre sostenuto, quelli di Libera e qualche carabiniere in alta uniforme fuori dalla cattedrale a fare compagnia all’immancabile Maggiolone giallo, con il volto di suo figlio Gianluca, parcheggiato dietro il carro funebre.

Siderno non c’era. Né dentro la chiesa, dove gran parte delle persone non erano della Locride, né fuori, dove la gente è rimasta ad attendere il pullman alla fermata di fronte alla chiesa e dove i negozi non hanno abbassato nemmeno le saracinesche al passaggio del feretro.

Nemmeno un mese dalla sua scomparsa e qualcuno ha voluto lanciare un messaggio alla famiglia di Congiusta. Non il primo e forse nemmeno l’ultimo che la moglie e le figlie di Mario hanno denunciato.

Quel cumulo di terra lasciato pochi giorni fa davanti all’ingresso dell’attività di famiglia, secondo gli inquirenti, potrebbe essere una minaccia o un avvertimento. Di sicuro, però, chi lo ha sistemato in quel posto ha agito in un momento in cui a Siderno erano in corso i festeggiamenti della Madonna di Portosalvo.

Difficile che non sia stato visto da nessuno dato che l’esercizio commerciale si trova al centro della cittadina della Locride. Impossibile che ci sia qualcuno disposto a raccontarlo. In una città che ha già dimostrato di non avere coraggio.

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Siderno, seconda intimidazione ai danni della famiglia Congiusta. Croce di sigarette davanti all’abitazione

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