Non basta la grande coalizione euroscettica The Movement, creata in vista delle prossime elezioni europee di maggio 2019. L’ondata populista e conservatrice con a capo l’ex stratega della Casa Bianca, Stephen Bannon, si allunga fino alla Chiesa Cattolica. L’ex braccio destro di Donald Trump ha cominciato una collaborazione con l’istituto romano Dignitatis Humanae per tenere dei corsi di leadership. L’istituto ha come obiettivo quello di “promuovere la dignità dell’essere umano attraverso il supporto dei Cristiani nella vita pubblica”. Tradotto: formare la nuova classe dirigente cattolica che riesca a imporsi nel panorama politico italiano e internazionale. Aprendo le porte a Bannon, che negli ultimi giorni ha manifestato i suoi dubbi per la mancanza di autorità della Chiesa (e del Pontefice) nei confronti dei casi di pedofilia, l’istituto dichiara una strategia precisa: creare una classe dirigente più legata all’ala tradizionalista e conservatrice della Chiesa, distante dalle posizioni di Papa Francesco.

A sollevare il polverone sull’operato di Bergoglio è stato, nelle ultime settimane, il cosiddetto dossier Viganò, un lunghissimo e duro atto d’accusa firmato da monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, e pubblicato su La Verità, in cui si arriva a chiedere le dimissioni del Pontefice: “In questo momento estremamente drammatico – si legge – la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, Papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a cardinali e vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro”. L’appello di Viganò si basa su presunti abusi di cui Bergoglio sarebbe stato a conoscenza da anni ma che, con il suo comportamento, avrebbe contribuito a coprire. Come il caso, continua l’ex nunzio apostolico allontanato da Benedetto XVI per volontà del cardinale Tarciso Bertone, che coinvolge l’arcivescovo emerito di Washington, Theodore McCarrick, a cui Papa Francesco ha di recente tolto la porpora. Viganò sostiene di aver riferito personalmente a Bergoglio, appena 3 mesi dopo la sua elezione al pontificato, ovvero nel giungo 2013, gli abusi sessuali su minori commessi dall’arcivescovo: “Nel caso di McCarrick – ha continuato – non solo (Francesco) non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare!”.

Questo scandalo, a cui si aggiungono le ultime rivelazioni su abusi sessuali lunghi 70 anni nelle Chiese tedesca e olandese, ha provocato altri attacchi al Pontefice, come quello del cardinale Raymond Burke che, insieme ad altri porporati, ha presentato una lettera al papa con i 4 Dubia sulla conformità di alcuni punti dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia, dove il Papa ha aperto alla possibilità della comunione ai divorziati risposati. Nel documento presentato da Burke, anche lui legato all’ala più conservatrice della Chiesa, si arriva a definire Francesco “eretico“. E proprio Burke è a capo del consiglio consultivo dell’istituto Dignitatis Humanae che oggi ha ingaggiato Bannon, spiegando che l’ideologo americano ricoprirà un ruolo guida nell’istituto di cui è già sostenitore.

L’ex stratega di Donald Trump, però, ha fino a oggi tenuto posizioni più moderate sull’operato del Papa, senza comunque risparmiare critiche: “Papa Francesco non dovrebbe assolutamente dimettersi – ha dichiarato in un’intervista a News Mediaset, trasmessa da Tgcom24, parlando del dossier Viganò – Lui è il vicario di Cristo sulla terra. Ma la gente deve capire la portata del danno inferto dalla e alla Chiesa cattolica. E’ per questo che invoco un Tribunale. Un Tribunale indipendente dalla Chiesa. Oggi la Chiesa cattolica a livello globale sta affrontando una minaccia esistenziale”. Poi conclude: “Voglio essere brutalmente franco. Una riunione dei presidenti delle Conferenze episcopali a febbraio è troppo tardi. Il Papa dovrebbe convocare tutti i vescovi adesso per essere lì domani. Leggetevi il rapporto dei giudici della Pennsylvania, è ripugnante. Solo leggendolo si può capire quali siano le implicazioni non solo morali ma anche finanziarie per la Chiesa cattolica nel mondo. E’ una crisi esistenziale che deve essere affrontata adesso”.

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