Alla fine il braccio di ferro non ha retto almeno sui minori. In serata hanno cominciato a scendere dalla Diciotti, la nave della Guardia Costiera bloccata nel porto di Catania. Sono 27 in tutto i bambini e ragazzi non accompagnati. I primi a scendere sono stati due ragazzini. Dopo l’ispezione effettuata a bordo dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, e i numerosi appelli, tra cui quello della Procura per i minori del Tribunale di Catania che aveva inviato una richiesta ufficiale, Matteo Salvini ha dato il via libera allo sbarco. I migranti saranno accompagnati in strutture di accoglienza.

Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un’indagine per sequestro di persona e arresto illegale sul trattenimento a bordo della nave Diciotti dei 177 migranti. L’inchiesta, al momento, è a carico di ignoti. Lo stop allo sbarco è la linea dettata da Matteo Salvini  – fino a quando non si troverà un accordo sulla loro ripartizione fra i vari paesi dell’Unione.

Nel pomeriggio il pm è salito sulla nave: “La situazione a bordo è critica. Ci sono diversi casi di scabbia“, ha detto il magistrato. Sul molo è stata issata bandiera gialla per rischio epidemia. Il pm alla fine della sua ispezione si è espresso anche sulla questione dei minori a bordo del natante e ha spiegato che “in base alle convenzioni internazionali e alla legge italiana, i minori non accompagnati hanno il diritto di sbarcare“. “La politica ha tutta la legittimità di prendere delle decisioni – ha spiegato il procuratore – ma queste decisioni non possono cozzare, contrastare con quanto previsto dalla Costituzione Italiana e dal codice penale. L’ipotesi di trattenimento illecito di persone a bordo è la conferma. E’ in piedi”.

“Adesso attendiamo una risposta forte e chiara da parte delle Istituzioni europee e una risposta adeguata dagli altri Paesi europei”, ha affermato Giuseppe Conte in un post su Facebook. “A queste risposte dovranno però seguire i fatti – ha proseguito il premier – la gara di solidarietà che si era sviluppata a seguito del precedente sbarco di Pozzallo ha avuto un seguito modestissimo. Solo la Francia ha onorato l’impegno” mentre mancano all’appello Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda e Malta. Nel pomeriggio a Catania è arrivato il segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina.

In mattinata a prendere una netta posizione politica sullo stallo della nave Ubaldo Diciotti, da due giorni attraccata al porto di Catania con i migranti a bordo senza autorizzazione a poter scendere, era stato il presidente della Camera Roberto Fico, secondo il quale “le 177 persone devono poter sbarcare” La terza carica dello Stato, in un tweet manda un messaggio chiaro: le persone, – tra cui alcuni minori non accompagnati – “non possono essere più trattenute a bordo”, devono scendere e “poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue“.

In serata Matteo Salvini è tornato a farsi sentire su Facebook: “Ho detto basta col traffico di esseri umani perché per questo mi avete scelto e per questo mi pagate lo stipendio”, ha premesso il ministro dell’Interno. “Se ci sono dei bambini possono scendere adesso – ha proseguito – degli altri con il mio permesso non sbarca nessuno. Se vogliono intervenire il presidente della Repubblica o il presidente del Consiglio lo facciano, ma non con il mio consenso”. “Leggevo che la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona. Sono qua, non sono ignoto“, ha proseguito in favore del suo pubblico sul social network. Quindi l’affondo a Roberto Fico: “Tu fai il presidente dalla Camera e io faccio il ministro, con un programma e un contratto di governo ben preciso”. “Bertinotti, Fini, Boldrini, Fico…mi viene il dubbio che non sia una carica fortunata“, ha ironizzato il capo del Viminale.

La risposta di Fico è arrivata su Twitter: “Per me far il presidente della Camera significa fare sì che lo Stato non rinneghi mai principi fondamentali e dignità umana. Sono stato eletto per questo, rinunciando allo stipendio da presidente”.

 

La Commissione Ue, si apprende da fonti a Bruxelles, ha convocato una riunione, venerdì 24 agosto a Bruxelles, per concordare possibili soluzioni sulla questione dei porti di sbarco, per i migranti soccorsi. Alla riunione, organizzata dalla direzione generale Affari interni, sono invitati i consiglieri per gli Affari europei dei leader di Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Olanda, Belgio, Malta e Grecia, e Irlanda.

Patronaggio: “Minori non accompagnati devono scendere” – “Ci sono diversi casi di scabbia” e la “situazione è critica”. Sono state le prime parole pronunciate alla fine della visita sulla Diciotti, dal procuratore di Agrigento Patronaggio. Il quale ha sottolineato anche che “in base alle convenzioni internazionali e alla legge italiana, i 29 minori non accompagnati hanno il diritto di sbarcare”. A seguito dell’indagine aperta dal suo ufficio sul trattenimento illegale dei 177 profughi, Patronaggio ha emesso un decreto di ispezione che ha eseguito personalmente insieme alla Guardia Costiera a cui ha delegato l’indagine.

L’inchiesta, al momento, è ancora a carico di ignoti: qualora fossero individuate responsabilità da parte di esponenti del Governo la palla passerebbe al tribunale dei ministri. Sulla vicenda sta facendo accertamenti anche la procura di Catania che ha aperto un fascicolo di atti relativi finalizzato a comprendere se ci siano ipotesi di reato. Il caso, di per sé già complesso, pone intricate questioni di competenza tra le varie Procure interessate dagli spostamenti della Diciotti di questi giorni.

La nave, infatti, prima di arrivare a Catania ha sostato per giorni alla rada a Lampedusa – da qui l’interesse dei pm di Agrigento coordinati da Patronaggio – per far sbarcare 13 migranti in cattive condizioni di salute. Anche la Dda di Palermo ha avviato un’indagine per associazione a delinquere finalizzata al traffico di essere umani. Al centro degli accertamenti dei pm del capoluogo siciliano le testimonianze proprio dei migranti che erano sulla Diciotti prima che la nave facesse rotta verso le coste siciliane.

Procura dei minori: “Vanni fatti sbarcare” – Nelle ultime era stata la Procura per i minorenni di Catania ad agire. In una lettera inviata ai ministri dell’Interno e delle Infrastruttura, al Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione e al Prefetto, i magistrati hanno chiesto che “i 29 minorenni non accompagnati siano fatti sbarcare”. L’iniziativa è partita da una segnalazione del team Unicef-Intersos presente a bordo.

Nella missiva, la Procura “evidenzia che sono stati elusi i diritti” dei 29 minori soli, tra cui “il divieto di respingimento, essere accolti in strutture idonee, avere un tutore, presentare domanda di protezione internazionale e di essere ricongiunti ad eventuali parenti regolarmente soggiornanti in altri Stati europei”. La Procura “attende riscontro per poter avviare il procedimento a tutela dei minorenni presso il Tribunale per i minorenni cosi come previsto dalle normative vigenti”.

La protesta del Pd: “Rischio sanitario, ispezione negata” – Finora “non è stata avviata alcuna indagine epidemiologica sulla nave militare”, così il senatore del Partito Democratico Davide Faraone ha tentato di salire a bordo della nave da giorni isolata, prima in mare, adesso nel porto di Catania per un’ispezione. Ma l’accesso – scrive il parlamentare sul sito dei senatori dem –  gli è stato negato. “Ci siamo rivolti alla Capitaneria di Porto e al Prefetto di Catania – riporta il capogruppo della Commissione Sanità – la risposta che ho ricevuto è che non si può salire sulla nave e nessuno può scendere fino a quando non verranno verificate dalle autorità competenti le condizioni sanitarie dei migranti”. Ma, denuncia Faraone, “nessuno ha dato alcuna autorizzazione in questo senso, per cui tutte le persone a bordo sono a rischio sanitario“.

Ue: “Soluzione è imperativo umanitario” – Per l’Europa quello del caso delle nave Diciotti “è prima di tutto un imperativo umanitario”. Tove Ernst, portavoce della Commissione europea per la migrazione ribadisce quanto già affermato nei giorni scorsi: “Siamo stati contattati dall’Italia domenica”, e da allora sono in rapporto “con gli Stati membri per trovare una soluzione rapida”. Ma i “contatti sono ancora in corso. Continuiamo a lavorare, in modo tale che le persone a bordo possano essere sbarcate il prima possibile. Per la Commissione europea questa è prima di tutto un imperativo umanitario”, ha fatto sapere Ernst in mattinata, pur non indicando soluzioni precise a riguardo.

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