Lo aveva annunciato e ha cominciato, puntualmente, a metterlo in pratica. Il neo governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (nella foto con Matteo Salvini), fin dai primi giorni dopo l’insediamento si era schierato contro l’accoglienza diffusa dei profughi, sostenendo che va incentivato il rientro volontario a casa degli extracomunitari. Così la giunta regionale ha sfornato una delibera che taglia di oltre un milione di euro la spesa sul fronte dell’accoglienza, e destina una somma di 50mila euro per il rientro assistito in patria.

Si tratta del primo provvedimento della giunta Fedriga su questa materia, che va in senso contrario rispetto alla linea del suo predecessore, Debora Serracchiani, in merito al programma dell’immigrazione. È stato l’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, a proporre la cancellazione di una serie di interventi destinati a servizi territoriali, accoglienza, inserimento abitativo, istruzione, educazione, intercultura e formazione professionale. In totale la somma è di un milione 153mila euro. La spiegazione è stata data da Roberti, che ha voluto marcare il cambio di rotta: “Abbiamo ritoccato un piano immigrazione che ci siamo ritrovati e che prevedeva lo stanziamento di risorse per oltre 8 milioni di euro. Riteniamo che, in linea con quanto espresso dal governatore nelle dichiarazioni programmatiche, bisogna cominciare a tagliare queste spese per ridistribuire opportunamente risorse ai cittadini“.

A parafrasare Luca Zaia, governatore del Veneto e collega di Fedriga, verrebbe da dire “Prima i friulani”. Infatti, Roberti ha annunciato che si tratta solo di un primo taglio. “Risparmieremo oltre un milione di euro in due anni, 600mila già nel 2018. È solo il primo passo della rivisitazione che intendiamo apportare a un sistema di accoglienza diffusa che noi vediamo in maniera completamente diversa”. Infatti, il secondo provvedimento è eloquente: “L’unico capitolo in aumento è quello sul rientro volontario assistito che abbiamo trovato a zero. Questi fondi sono destinati ai Comuni a favore delle persone che vogliono rientrare nei rispettivi Paesi di provenienza, ma non hanno le risorse per farlo”.

L’opposizione sta già scaldando i motori della contestazione. “La giunta leghista è confusa. Riesce a dichiarare che toglie risorse dall’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo, quando nel Piano annuale queste risorse non ci sono. Dimostrano – commenta la consigliera regionale del Pd Chiara Da Giau – la totale non conoscenza dei fatti e delle competenze della Regione”. Secondo l’esponente del Pd, in attesa di conoscere il testo della delibera, “la giunta vende fumo, anche i cittadini, perché l’accoglienza diffusa è attività gestita e finanziata dal Governo attraverso le Prefetture”. Inoltre il Piano annuale dell’immigrazione, che aveva parere favorevole trasversale in Commissione consiliare alla fine della precedente legislatura, comprende iniziative per “gli stranieri che hanno già ottenuto protezione e hanno permesso di soggiorno: le convenzioni per poter far lavorare queste persone, la loro formazione professionale e impedire che finiscano nei giri di sfruttamento e delinquenza”. Conclusione della consigliera Pd: “È triste che la stessa competenza regionale sull’immigrazione sia passata sotto la delega alla Sicurezza, togliendola da quellasolidarietà che restituiva molto di più l’immagine di una Regione avanzata dal punto di vista umano, culturale e sociale”.

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