“Spinta ai consumi? I ricchi risparmiano di più in proporzione al reddito” – “Peraltro con le due aliquote del 15% fino a 80mila euro di reddito e del 20% sopra, le famiglie in cui entrano meno di 40mila euro non avranno quasi alcun beneficio”, fa notare Dario Stevanato, ordinario di diritto tributario all’università di Trieste. “Quindi non ci sarà un effetto volàno generalizzato. Si lasceranno più soldi in tasca a chi già ne ha molti: difficile fare una stima di impatto”. L’economista Francesco Daveri, docente di macroeconomia alla Sda Bocconi, è netto: “Chi guadagna di più tende a consumare di meno e risparmiare di più in proporzione al reddito. Per cui se si vuole dare una frustata all’economia sarebbe più sensato dare i maggiori vantaggi alle fasce di reddito inferiori. E’ vero, magari i ricchi compreranno un po’ più lusso italiano, ma parliamo di prodotti che si vendono già moltissimo all’estero e non hanno bisogno di questa spinta. Al contrario sicuramente aumenteranno le importazioni”.

L’impatto sugli investimenti: “Una riduzione di tasse non sostenibile li scoraggia” – Ancora più complicato, riprende Stevanato, “prevedere se e quanti nuovi investimenti produttivi riusciremmo ad attrarre. Sono tanti i fattori che giocano contro, dalla giustizia al cuneo fiscale comunque alto all’incertezza sul futuro delle nuove infrastrutture e del sistema bancario”. “Dubito”, concorda Perotti, “che basti un calo dell’Ires di qualche punto (è già stata abbassata nel 2017, ndr) per portar qui le aziende che adesso vanno in Irlanda. Sono decisioni che dipendono molto dalle prospettive di crescita futura del Paese. E un Paese con il nostro debito (nel 2017 era al 131,8% del pil) che taglia le tasse senza coperture gioca con il fuoco. Se si perde la scommessa di un boom del pil il debito esplode”. E in quel caso, avverte Daveri, “ci sarà una sanzione dei mercati, che significa aumento dello spread con conseguenti aggravi di costo per famiglie e imprese su conti correnti e mutui. Peraltro il fatto stesso di fare i tagli in deficit darebbe la percezione che non sono sostenibili. Questo crea incertezza e scoraggia sia i consumi sia gli investimenti”. I precedenti sono eloquenti: quando il taglio di tasse non è andato a braccetto con pesanti sforbiciate alla spesa pubblica il debito è esploso.

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Flat tax, ‘senza coperture pochi effetti su investimenti e consumi’. I precedenti dagli Usa di Reagan alla Russia di Putin

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