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Il coro Papageno, 40 detenuti hanno incantato il pubblico di Bologna con un viaggio musicale tra sacro e profano

Si è tenuto sabato 26 maggio, presso la Casa Circondariale Rocco d'Amato eccezionalmente aperta al pubblico, l'annuale concerto del Coro Papageno, uno dei progetti di musicoterapia di Mozart14, l’associazione di Alessandra Abbado che porta avanti le iniziative sociali del Maestro

di F. Q.

Dopo le esibizioni in Senato e in Vaticano del 2016, il Coro Papageno, diretto dal Maestro Michele Napolitano, si è presentato al pubblico ancora più numeroso e con un repertorio internazionale e trasversale che comprende due nuovi brani: Siyahamba (canto tradizionale africano) e Venendo giù dai monti (canto tradizionale bolognese). Un viaggio tra sacro e profano, colto e popolare che dalla monodia medievale al Rinascimento arriva, passando per Mozart e l’Ottocento, alle sonorità dei canti tradizionali e al repertorio afroamericano.

“Assistere al concerto è sempre un’occasione unica per ascoltare dal vivo le voci del Coro Papageno – ricorda Alessandra Abbado, presidente di Mozart14 -, un momento emozionante poiché si possono toccare con mano l’impegno, la passione e la determinazione dei coristi, detenuti e volontari, che portano avanti questo progetto voluto da Claudio Abbado nel 2011. Per loro è un momento importante” continua la Abbado “durante il quale dimostrare il percorso umano ed artistico compiuto lungo il corso dell’anno, un momento in cui dimenticare e far dimenticare la propria condizione di detenuti per essere “solo” uomini e donne che fanno musica insieme”.

A rendere ancora più toccante l’esperienza è stata la presenza di un vasto pubblico, quest’anno sono state superate le cento unità nella Chiesa Nuova della Casa Circondariale, tra cui anche familiari e amici dei detenuti coristi.

“Portare avanti le attività del Coro Papageno è un impegno di cui l’Associazione Mozart14 si è fatta carico con gioia e convinzione, grazie anche alla costante collaborazione delle Istituzioni coinvolte, della Direttrice Claudia Clementi e di tutti gli agenti della polizia penitenziaria.” continua Alessandra Abbado “È un impegno che però comporta sforzi e fatiche nella continua ricerca del sostegno economico necessario”.

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