Cultura

Il gusto dell’arte, a Milano 50 opere celebri diventano un viaggio nella gastronomia (e anche delle ricette)

Dall'11 aprile all'associazione Boscovich l'esposizione delle riproduzioni dei quadri più celebri che rappresentano l'arte a tavola: dagli spaghetti di Guttuso ai gamberi di Matisse. La curatrice Caterina Corni: "Il cibo? Una fonte inesauribile d'ispirazione". E le opere diventano anche ricette, elaborate dalla food blogger IsaporidiB

di F. Q.
Still Life with Shellfish, Henri Matisse – Tartare di gamberi e capesante con limone, pepe rosa, erba cipollina

Un vassoio con sopra una scodella con i gamberi crudi e una capasanta e lì vicino un limone tagliato a metà e un coltello. Un uomo che ha appena finito di arrotolare la pastasciutta grondante di sugo e avvicina la forchetta alla bocca. Un altro che mangia una fetta di carne aiutandosi con due mani di troppo. Una donna, pienotta come sempre, che ha appena azzannato una banana. Sono quadri di Matisse, Guttuso, Magritte e Botero che per una volta si trasformano e danno anche un sapore: una tartare di gamberi e capesante con pepe rosa, degli spaghetti con pomodorini freschi ed erbe, una tagliata di manzo con olio aromatizzato all’aglio ed erbe, un muffin vegano banana e cioccolato.  L’arte che diventa cucina, insomma: le riproduzioni di cinquanta opere celebri (dal Carracci a Manet, da Botero a Matisse, fino a Oldenburg e Sparnaay) diventano ricette realizzate dalla food blogger Isaporidib con la consulenza

Uomo che mangia gli spaghetti, Renato Guttuso – Spaghetti con pomodorini freschi ed erbe

della nutrizionista Francesca Ghelfi. Così la mostra Il Gusto dell’Arte diventa un viaggio culturale e gastronomico tra i capolavori della pittura dal Quattrocento a oggi ma anche un itinerario di sapori con le ricette ispirate ai quadri, selezionati attraverso una cronologia storica che intende mostrare il cambiamento in termini non solo stilistici ma anche (e soprattutto) culinari. L’esposizione, organizzata dall’associazione Boscovich Arte e Salute e ideata da Caterina Corni, resterà in esposizione dall’11 aprile (giorno dell’inaugurazione) al marzo 2019 negli spazi dello studio Boscovich di via Settembrini a Milano.

Il mangiafagioli, Carracci – Vellutata di cannellini con un battuto di radicchio all’aceto balsamico
Club sandwich, Claes Oldenburg – Blt con pollo

Cos’hanno in comune arte e cucina? Ha provato a spiegarlo, diversi anni fa in un suo libro di ricette, il pittore Henri de Toulouse-Lautrec. L’ha spesso ricordato il maestro Gualtiero Marchesi, scomparso da pochi mesi: “L’accuratezza, la precisione, l’umiltà sono il segreto di ogni successo artistico e culinario. L’arte e la cucina hanno in comune il rispetto per le stesse qualità, ovvero l’abilità, la tenacia, l’originalità dell’ispirazione, la fedeltà alla tradizione”. Spiega Caterina Corni, curatrice della

The magician, René Magritte – Tagliata di manzo con olio aromatizzato all’aglio ed erbe

mostra: “Il cibo è una fonte inesauribile d’ispirazione per l’arte: dalle pitture rupestri, dove assumeva un valore propiziatorio, nel corso dei secoli è stato oggetto/soggetto di innumerevoli dipinti. Il cibo ha occupato un posto di rilievo capace di comunicare all’osservatore la natura del quadro, lo status sociale dei suoi protagonisti (patate e fagioli erano associati ai ceti più bassi, mentre uva e selvaggina alle classi più agiate) e l’ambientazione della scena”.

Ma perché questa mostra? “La sensibilità culturale dello studio medico Boscovich – risponde Giorgio Gottardi, uno dei soci fondatori – ha operato negli anni dando vita all’associazione Boscovich, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo terapeutico dell’arte in tutte le sue forme”. Questa rappresenta “il coronamento del connubio tra arte e salute, suggerendo le regole per una buona e sana alimentazione“. Ma prima di questa erano state allestite Non ti scordar di me (maggio 2017, sulle problematiche che accompagnano l’età senile dell’essere umano, con particolare attenzione alla malattia di Alzheimer), Sprigioniamo l’arte (maggio 2016, focalizzata sulle detenute del carcere di San Vittore) e Tutti pazzi per l’arte” (marzo 2015, incentrata sui pazienti con problemi psichiatrici).

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