L’Alto Adige dà la caccia ai lupi. Per il momento in modo virtuale, attraverso una petizione online lanciata dall’assessore provinciale all’agricoltura, Arnold Schuler, che afferma la necessità di assegnare alla Provincia di Bolzano una maggiore autonomia per poter pianificare il numero di animali compatibili con il territorio. Praticamente è la richiesta di avere mano libera, contro i vincoli e le protezioni europee di cui il lupo gode. Nelle prime 24 ore i consensi alla petizione sono stati 13mila, ma è prevedibile che il numero cresca nei prossimi giorni.

La guerra contro il lupo non è una novità a Nord Est, dove anche il Veneto si è segnalato, lo scorso autunno, per aver lanciato una crociata contro il riconoscimento dello status di specie in via di estinzione. L’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan, aveva illustrato a Bruxelles la sua proposta (condivisa da Coldiretti e Confagricoltura) ad alcuni parlamentari e aveva consegnato un dossier al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani e al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker.

Adesso anche l’Alto Adige sembra intenzionato a percorrere la stessa strada. L’assessore Schuler aveva annunciato nell’estate 2017 l’intenzione di far uscire la Provincia dal progetto WolfAlps che si occupa del ripopolamento del canide sulle montagne dell’arco alpino. La ragione? L’aggressività dei lupi che creano danni al patrimonio zootecnico, in particolare alle greggi di pecore. Bolzano chiede di poter attuare l’abbattimento controllato e invoca la riduzione del livello di tutela.

Ecco cosa sostiene l’assessore nella petizione: “Il velocissimo incremento della popolazione di lupi in Italia e nella vicina Svizzera genera sempre più conflitti con gli animali d’allevamento, ma anche con l’uomo. Gli alpeggi, a causa della conformazione e dell’orografia del terreno, sono molto difficili da difendere. La conseguenza più probabile sarà l’abbandono delle malghe”. C’è anche un’analisi della mutazione caratteriale dell’animale. “Il lupo sta progressivamente perdendo la naturale timidezza e si avvicina sempre più agli insediamenti antropici e alle persone, che vedono in questo una minaccia per la propria sicurezza”. Le posizioni più oltranziste di Alto Adige e Veneto hanno determinato un blocco di fatto, dallo scorso dicembre, del Piano lupo del ministero dell’Ambiente. Non tutte le regioni sono infatti d’accordo. E la decisione è destinata a non sbloccarsi finchè non verrà insediato un nuovo ministro dell’ambiente e non tornerà a riunirsi la conferenza Stato-Regioni sull’argomento.

Intanto a Trento lunedì 19 e martedì 20 marzo la coesistenza del lupo e dell’uomo sulle Alpi, sarà al centro di una conferenza, dove fra l’altro verranno presentate alcune soluzioni naturali per contenere la popolazione. Per oltre un secolo il lupo era scomparso dall’Alto Adige. Si ricorda che in val di Funes, nel 1896, era stato ucciso l’ultimo esemplare. Poi le migrazioni dai confinanti paesi dell’est e da sud ha riportato il lupo in Alto Adige. Gli ambientalisti sono sul piede di guerra e sostengono da sempre che non vada abbassata la guardia sulla tutela della specie animale.

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